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Il Governo vara la nuova versione del decreto rinnovabili: cosa cambia col quarto conto energia

Dopo due mesi di zuffe e polemiche anche interne al partito di Governo (basti vedere il video dell’uscita del ministro Romani lo scorso weekend contro la sua collega Prestigiacomo), è stato alla fine firmato il testo del nuovo decreto che regola il sistema di incentivi alle energie rinnovabili, il Quarto Conto Energia.
Sono stati proprio il Ministro delle Sviluppo Economico e dell’Ambiente a firmare il nuovo decreto rinnovabili, condiviso con tutto il Consiglio dei Ministri, ieri.

Il Governo vara la nuova versione del decreto rinnovabili: cosa cambia col quarto conto energia

Ma quali sono le novità del testo – di cui trovatein calce all’articolo il pdf – rispetto alle ipotesi circolate fino a qualche giorno fa?

Due gli aspetti da sottolineare:
– l’innalzamento della potenza incentivabile a 23.000 MW, contro gli 8.000 MW di cui si parlava la scorsa settimana, un importante fattore di correzione del decreto;
– l’innalzamento fino a 1.000 kW per gli impianti su edificio che resteranno fuori dal registro.

Per il resto confermato l’impianto del decreto, che prevede il passaggio, stavolta effettivamente più graduale, verso un sistema di incentivazione di tipo tedesco, un sistema che vede calare gli incentivi al crescere delle installazioni.

Una versione migliorativa delle prime bozze di decreto che ha suscitato reazioni difformi nel mondo del fotovoltaico italiano.
Se per il GIFI, il Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane che fa capo a Confindustria ANIE il quarto conto energia è un buon risultato (“E’un momento storico“, ha commentato Valerio Natalizia, presidente di GIFI-Anie), di segno opposto sono le reazioni di SOS Rinnovabili, una associazione di settore sorta in questi mesi, che preannuncia due class action contro il decreto, un ricorso al Tar e un ricorso presso la Corte Europea di Giustizia.
Anche Aper e Assosolare non nascondono perplessità sul risultato finale e sul modo in cui vi si è pervenuti.

Un bicchiere pieno a metà, secondo il nostro modo di vedere.
Pur considerando il difficile stato delle finanze pubbliche, non possiamo dimenticarci della strategicità di questo passaggio: dobbiamo in ogni caso fare di più per far nascere una vera e propria industria nazionale, con imprese protagoniste su tutta la filiera delle energie pulite.
Dobbiamo fare di più per rispettare gli impegni stipulati dall’Italia in sede europea in termini di riduzioni emissioni.
Dobbiamo fare di più, infine, per ridurre il nostro grado di dipendenza energetica dall’estero, e qui le rinnovabili e non il nucleare sono la chiave di risposta.

Ecco comunque il testo del nuovo decreto rinnovabili:

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Jonas