Agricoltura biologica

Il mercato del biologico nel mondo

Abbiamo visto come in Italia la grande Distribuzione Organizzata si sia accorta delle potenzialità del mercato di prodotti biologici, ma riuscirà a farla da padrona? Noi speriamo di no ma guai a sottovalutare alcune tendenze in atto nei principali mercati mondiali che si riflettono anche da noi.

Il mercato del biologico nel mondo

Facciamo allora un passo indietro e cerchiamo di farci un quadro sintetico delle dinamiche del biologico a livello globale.

Come noto, negli ultimi anni l’industria alimentare ha vissuto una piccola rivoluzione che ha investito tutti i comparti del settore andando a stravolgere, per molti aspetti, gli equilibri di un mercato fino a poco tempo fa dominato dai marchi delle grandi multinazionali. La rivoluzione è “colpa” del biologico!

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Infatti è avvenuta nell’ultimo decennio un’esplosione dei consumi di prodotti bio segnando, di fatto, la nascita di un ricco segmento per il mercato alimentare. Basti pensare che il biologico nel 2009 è il segmento che fa registrare i trend di crescita più alti, con consumi che crescono in media ogni anno del 7-9% e un giro d’affari da 29,3 mld di euro di cui 13,7 mld in Europa e 15,6 mld  solo negli Stati Uniti.

Nel continente europeo il mercato del bio è capitanato dalla Germania (5,8 mld), mentre Inghilterra (2,49 mld) e Francia (2,59 mld) sono a pari merito in seconda posizione ma godono di una continua crescita (Fonte: Biofach 2010).

Restando in proiezione globale, la crescita del biologico ha scatenato una lotta tra distributori sia nel canale della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) che nella piccola e media distribuzione specializzata. E’ quest’ultima ad aver abbracciato il ricco mercato del cibo bio sin dgli anni ’90 mentre la GDO tradizionale è entrata nel mercato solo nel 2006, mettendo in assortimento delle proprie linee biologiche.

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Questo “vantaggio temporale” ha permesso alla distribuzione specializzata di acquisire clienti nel tempo e fidelizzarli alla sua offerta, comunque ampia, e al suo servizio più personalizzato.

Con la crescita del mercato anche i grandi marchi e le multinazionali dell’alimentare hanno messo gli occhi sul biologico, aggiungendo i prodotti bio alla loro gamma, perché hanno compreso che la partecipazione al mercato del biologico non è più solo una scelta di fondo legata all’impostazione e alla filosofia dell’azienda ma è diventata parte integrante della strategia standard volta a coprire tutto l’assortimento dei prodotti.

Ed è tra distributori che la lotta si fa ancora più agguerrita. Da una parte, gli “specialisti” come Whole Food Market che negli USA è la più grande catena di supermercati di organic food, cioè cibo di origine biologica. Dall’altra troviamo i “generalisti” come Wal-Mart (il più grande distributore americano con prezzi imbattibili) o come l’inglese Tesco.

La sfida interessa sia i piccoli marchi specializzati che i produttori indipendenti e le catene distributive (con i cosiddetti prodotti a marchio del supermercato, i private label). Qualsiasi sia la prospettiva, è facile rendersi conto che quello del bio è un business miliardario nel quale tutti gli attori coinvolti cercano di entrare con un ruolo da protagonisti.

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Published by
Erika Facciolla