Forse vi sembrerà paradossale o quanto meno ironico, ma in tempi di risparmio energetico e di attenzione alle tematiche ambientali capita anche che il ‘tempio’ del combustibile fossile per eccellenza , il carbone, si ‘converta’ alle rinnovabili.
Succede in Galles, precisamente nella miniera di Blaenafon dove oggi sorge il museo del carbone più importante del Regno Unito (e d’Europa): il ‘Big Pit National Museum’, sul cui tetto sono appena stati installati ben 200 pannelli fotovoltaici in grado di produrre un quantitativo di energia elettrica pari al 6% del consumo totale della struttura.
Oltre a lustrare la propria immagine, con questa iniziativa il museo beneficerà di agevolazioni economiche e sconti sulle bollette, riducendo il proprio impatto ambientale e reinvestendo i risparmi nel complesso museale.
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La miniera di Blaenafon è storicamente una delle più importanti miniere di carbone del ‘900, ma da quando è stata trasformata in museo è diventata il simbolo dell’industria mineraria britannica conosciuto in tutto il mondo. Non a caso nel 2000 l’Unesco l’ha dichiarata patrimonio dell’Umanità per il suo notevole valore culturale e storico. È l’unico, infatti, che permette di esplorare le antiche miniere con una camminata a 90 metri di profondità e avvicinarsi a quella che fu la vita dei minatori ad inizio secolo scorso. Ecco perché Blaenafon è considerata da molti la ‘Culla della Rivoluzione Industriale’.
Ciò che conta di più è che il luogo simbolo del carbone, da oggi, sarà alimentato ad energia solare: passato e futuro non sono mai stati così vicini.
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