Il nucleare uccide gli embrioni femminili: studio shock pubblicato in Germania
Uno studio shock pubblicato da tre studiosi del Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco di Baviera, Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb, dimostra che il nucleare – anche quando funziona bene e senza contaminazioni stile Chernobyl – uccide gli embrioni femminili.
Centrali nucleari nel sud della Germania e della Svizzera sarebbero responsabili di 20.000 aborti di nascituri di sesso femminile, che fino ad oggi si credeva essere del tutto spontanei.

Lo studio, che prende le mosse da un altro studio che documentava gli effetti della catastrofe di Cernobyl sulle nascite in Ucraina e nelle regioni toccate dalla contaminazione radioattiva e che evidenziava una significativa incidenza sia sul numero delle nascite che sul rapporto di nascite tra bambine e bambini, era mirato a verificare un eventuale impatto analogo anche in mancanza di incidenti nucleari.
Esaminando il rapporto tra nascite e prossimità alle centrali nucleari, in Germania e Svizzera, i tre ricercatori hanno fatto una scoperta shock: nell’ultimo quarantennio, nelle aree a 35 chilometri di distanza da 31 centrali nucleari tedesche e svizzere, il numero delle nascite di bambine risulta inferiore di 20’000 rispetto ai dati attesi, uno scarto non spiegabile statisticamente.
Sul perché 20.000 bambine risultano mancanti, sembra non rimanere quale unica spiegazione la semplice vicinanza a centrali nucleari.
Gli studiosi hanno anche evidenzato un netto aumento dei casi di tumore infantile nelle vicinanze di centrali nucleari.
Ma cosa spiega queste 20.000 femmine mancanti all’appello nel registro delle nascite in queste regioni?
Probabilmente le attività delle centrali nucleari stesse, come il trasporto e le perdite nello smaltimento delle scorie e di taluni materiali necessari al funzionamento delle centrali nucleari, oppure i cosiddetti incidenti di “basso livello”, gli incidenti che vengono rubricati come normali guasti e comunque rientranti all’interna di quelli che sono definiti i limiti di sicurezza.
Sicuramente uno studio che promette di avere un impatto enorme nell’opinione pubblica e che contraddice i rassicuranti studi dell’ONU e dell’AIEA sulla pericolosità effettiva del nucleare.
Un motivo in più per riflettere sui reali costi del nucleare, che, a mio personalissimo parere, rimangono incalcolabili.
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