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Il Parco Naturale dei Monti Lucretili

Proseguendo il nostro tour per le aree protette delle Regioni italiane, in questo nuovo approfondimento focalizziamo l’attenzione sul Parco Naturale dei Monti Lucretili. Ci troviamo nel cuore del Lazio, tra le province di Roma e Rieti, in un’area collinare e montuosa che rappresenta la propaggine meridionale dei Monti Sabini. Una porzione di 18 mila ettari di boschi e praterie, la cui ricchezza naturalistica risiede nell’incontro tra la particolare configurazione del paesaggio, di tipo spiccatamente pre-appenninico, e la presenza di diversi microclimi, influenzati dalla latitudine e dalla vicinanza del mare.

Il Parco Naturale dei Monti Lucretili

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L’imponente aspetto del rilievo dominante la campagna Romana, la Sabina e l’agro tiburtino, contrasta con il paesaggio interno caratterizzato dalla successione di rilievi modesti, pianori carsici e pascoli, interrotti dalla dorsale del Monte Pellecchia e ben differenti dai profili del settore sud-orientale, più aspro e rupicolo.

Un’estrema varietà di ambienti che si riflette sui segni della presenza antropica, e sul popolamento vegetale del Parco. Nella prima fascia altimetrica, su per giù sino ai 600 metri, dominano la macchia mediterranea e il leccio, le coltivazioni di ulivo (realizzate con terrazzamenti a secco) e i filari di viti. Salendo di quota, si passa al tipico bosco appenninico, dominato da faggi, querce e aceri, ma troviamo anche specie di origine balcanica-orientale che rappresentano la peculiarità botanica dei Lucretili: l’albero di Giuda, il carpino orientale e lo storace, un arbusto dalla candida fioritura.

Anche il popolamento faunistico ha risentito in modo sostanziale dell’azione dell’uomo, operata sia attraverso l’attività venatoria sia con attività di trasformazione millenarie dell’ambiente. Nonostante ciò, l’area protetta conserva elementi di estremo interesse. L’intero territorio del Parco coincide con l’areale di caccia di una coppia di Aquila reale, ma non è raro imbattersi anche in esemplari di coturnice. I corsi d’acqua costituiscono l’ambiente idoneo alla persistenza di specie localizzate come la rara salamandrina dagli occhiali, l’ululone dal ventre giallo e il merlo acquaiolo.

Tra i predatori, si segnala la presenza del gatto selvatico, e più sporadicamente del lupo. Non mancano rettili come la vipera e il saettone, la macchia ospita invece popolazioni di istrice e tasso.

Lo spettacolo di questo angolo di territorio laziale è alla portata di tutti. Si può scegliere di muoversi a piedi, in mountain bike o a cavallo, lungo una rete sentieristica lunga 230 chilometri. Suggeriamo anche una visita presso i Comuni compresi nel territorio del Parco, 13 borghi di origini medievali, ottimamente conservati, caratterizzati dalla presenza di castelli e fortezze.

Girando a piedi nei caratteristici vicoli si possono ancora vedere antichi e funzionanti forni a legna, attività come la “pulitura” delle olive dopo la raccolta, le cantine dove si fa il vino e anziani artigiani al lavoro. Suoni, odori e colori di un passato senza età. Un patrimonio inserito anche nei programmi di visite didattiche e di educazione ambientale, promosse in ogni periodo dell’anno dall’Ente.

Rivolgiamo un ultimo accenno alle produzioni tipiche dell’area. Come già accennato, buona parte del territorio dei Monti Lucretili è coltivato a olivo e rientra nell’area di produzione della Dop Sabina. Come sempre dove alligna bene l’olivo, il terreno è ideale anche per la viticoltura. Una porzione del territorio dei Lucretili è vitata: qui si trova il Trebbiano toscano, la Malvasia del Lazio, la Malvasia di Candia, il Sangiovese e il Montepulciano. Nella parte pedemontana è invece nota la produzione estensiva di frutta in particolare di ciliegie.

Un’itinerario alternativo, e che certo non deluderà escursionisti e amanti della natura. Questo è il Parco Regionale dei Monti Lucretili. Per maggiori informazioni, invitiamo a consultare il sito parcolucreti.it

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