Il riciclo dei pannelli fotovoltaici è una questione poco considerata, ma resta uno dei principali problemi di questa tecnologia per produrre energia da fonti rinnovabili. Come smaltire i pannelli solari senza arrecare danno all’ambiente è il pensiero di molte organizzazioni e aziende energetiche che stanno portando avanti studi per la realizzazione di sistemi di riutilizzo dei materiali che compongono i moduli fotovoltaici.
Ma andiamo per ordine, come sono composti i pannelli solari e quale è il loro ciclo vita? Quanto sono riciclabili davvero i pannelli fotovoltaici e chi se ne occupa?
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I pannelli fotovoltaici sono dei moduli che hanno la capacità di convertire la radiazione solare – , di certo la più comune e moderna fonte di energia sostenibile – in energia elettrica, riducendo la dipendenza dalle fonti fossili.
Oggi agevolazioni fiscali per il risparmio energetico e bonus offrono importante sostegno a chi decide di installare un impianto fotovoltaico per l’autoconsumo di energia e ancor di più se in grado di produrre energia da cedere. Sono inoltre previsti benefici fiscali anche per chi decide di passare al solare termico.per il riscaldamento.
Ma, ahimè, non tutti pensano al problema di quando bisogna smaltire il pannello di un impianto divenuto obsoleto o un pannello rotto. Si tratta infatti di materiali elettrosaldati tra loro difficilmente riciclabili e i dati parlano di 78 milioni di tonnellate di pannelli che arriveranno alla fine della loro vita utile entro il 2050.
I componenti piatti di un sistema fotovoltaico, infatti, hanno una durata di. circa 20 anni, dopo smettono di produrre energia solare. La soluzione diventa urgente. Scopriamo la procedura per la loro dismissione e il recupero dei pannelli.
Dallo smaltimento dei pannelli si possono recuperare prima di tutto le seguenti materie prime:
Ma si possono anche ricavare alcune materie plastiche non riciclabili.
Per il recupero di queste materie è fondamentale che sia previsto il ritiro del prodotto presso centri di raccolta oppure direttamente dagli operatori di settore, appartenenti a consorzi organizzati da costruttori e importatori. Il ritiro deve essere possibile sia a fronte di un acquisto di un nuovo impianto che senza sostituire l’impianto con uno nuovo.
Tra questi vi ricordiamo:
I vari moduli provenienti da un sistema fotovoltaico vanno portati in appositi impianti per il frazionamento, il recupero e il trattamento dei materiali riciclabili.
In questi impianti si possono conferire i moduli provenienti dai centri di prima raccolta di differenti consorzi nazionali e qualche volta anche internazionali.
Questo perché, per attivare l’impianto senza troppe perdite economiche, è necessario che vi sia un certo volume di materiale.
Esistono tre tipologie di processo per il trattamento dei rifiuti da fotovoltaico:
Il trattamento può anche comprendere l’insieme dei tre processi garantendo il massimo dei risultati scomposizione e riciclo.
Il sistema di smaltimento dei vecchi impianti fotovoltaici è sostenuto economicamente dai soci che aderiscono ai consorzi (solitamente trattasi di produttori di materiali elettronici e fotovoltaici) e si alimenta proprio con il pagamento di una sorta di garanzia, che viene aggiunta di default sui beni offerti sul mercato.
La costruzione di impianti per il riciclo RAEE sono invece sostenuta da fondi comunitari, dallo Stato e dai Comuni.
I moduli fotovoltaici sono riciclabili all’80-90%, il materiale maggiormente recuperabile è sicuramente il vetro.
In generale, il processo di riciclo si struttura in 3 fasi:
Questi 3 materiali vengono suddivisi in 3 contenitori perché riciclati in maniera differente.
Considerando un pannello fotovoltaico di 22 kg, sono recuperabili circa
Le materie prime seconde, ottenute dunque dal riciclo, possono essere utilizzate in vari settori ad esempio nella produzione di materiali isolanti usati in edilizia.
Il rame e l’alluminio vengono riutilizzati come materie prime. Gli unici materiali che non possono essere riutilizzati sono le plastiche.
Per il riciclo dei pannelli ad energia solare la spesa non è bassa, ma la bella notizia per il consumatore è che il loro smaltimento è sempre a carico del produttore come stabilito da legge. Anche senza l’acquisto di un. nuo vo impianto o singolo pannello.
I produttori di materiali elettronici e anche di impianti da fonte rinnovabile sono iscritti ai Consorzi nazionali e i loro prodotti da quando nascono fino a fine vita seguono un iter certificato che termina appunto con un adeguato smistamento e riciclo.
Le politiche europee (2002/96/EU) hanno imposto rigorosi limiti per lo smaltimento dei moduli fotovoltaici che sono diventati degli AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) il cui utilizzo e smaltimento deve seguire le norme dei rifiuti RAEE.
A tal fine sono stanziati fondi UE per la realizzazione di impianti di riciclo e avvio al recupero delle materie prime per i moduli installati dopo il 30 Giugno 2012.
La normativa indica il proprietario della casa su cui è installato l’impianto (di potenza nominale inferiore a 10 kW,) come soggetto responsabile del RAEE fotovoltaico domestico. Questa persona è tenuta a trasmettere al GSE il certificato rilasciato dal produttore dei suoi moduli fotovoltaici, attestante l’adesione ad un consorzio accreditato, così da garantire il riciclo dei moduli fotovoltaici usati, al termine della loro vita utile. E, a fine vita degli stessi, conferirli ad un Centro di Raccolta nel raggruppamento n.4.
Cosa deve fare un privato per riciclare i pannelli fotovoltaici
Il Soggetto Responsabile, cioè il privato cittadino proprietario dell’impianto inferiore domestico, per trovare il Centro di Raccolta più comodo, potrà consultare il sito cdcraee.it nella sezione ‘Comuni’.
E non dovrà sostenere alcun costo poiché, per legge, i rifiuti fotovoltaici domestici portati ad un centro e le successive attività per il loro smaltimento ed il recupero è a carico del produttore.
In pratica il produttore si prende carico dell’intero ciclo di vita del modulo. Questo a tutela del consumatore e del Pianeta.
In Italia gli impianti di riciclaggio che possono dismettere anche pannelli solari sono troppo pochi e si stima che entro il 2050 il nostro Paese debba gestire 2.100.000 tonnellate di materiale proveniente dagli impianti di energia solare a fine vita.
Attualmente in Italia i pannelli dismessi vengono portati in discarica e se ne riesce a recuperare solo la cornice di alluminio e il vetro, ma non esistono ancora impianti per un trattamento chimico o termico che permetta di recuperare anche le singole materie prime come il rame. Questo è un enorme spreco sia sul piano economico, sia per l’ambiente, già depredato delle materie prime.
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