Il sistema Hyst, progettato dall’ingegnere Umberto Manola, è stato studiato negli ultimi 40 anni ed ha fatto il suo ingresso nel mercato internazionale nel giugno del 2010, posizionandosi come progetto a favore dell’ ecosostenibilità.
Questo sistema è in grado di trasformare le biomasse agricole (paglia, cruscame e scarti vegetali ) in farina separando la fibra di cellulosa (non commestibile) e trasformandola in amido (commestibile).
Inoltre la tecnologia Hyst (Hypercritical separation technology) consente di ricavare dagli scarti dell’industria alimentare componenti per la produzione di bioetanolo (alla base dei biocarburanti), sostenendo così la produzione di energia pulita alternativa senza alterare comunque le coltivazioni, fattore determinante nelle critiche ai biocarburanti.
La macchina è in grado di lavorare fino a 2 tonnellate di materia all’ora con bassi consumi e costi ridotti, senza alcun impatto ambientale.
Si punta a commercializzare questo sistema dapprima in Europa, per trasferire successivamente la tecnologia nei paesi in via di sviluppo dell’Africa. Il prototipo Hyst, presentato lo scorso Giugno a San Giuseppe di Comacchio, è stato sperimentato da alcune aziende agricole italiane con risultati più che soddisfacenti.
I costi dei macchinari sono elevati, si aggirano intorno ai 2-3 milioni di euro ma si stima che siano comunque ammortizzabili nel giro di un anno.
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