Rosso su bianco. Sono ancora impresse negli occhi di molte persone le immagini della mattanza di cuccioli di foca trasmesse dai media negli ultimi tempi per sensibilizzare i governi europei di fronte a questa strage.
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Anche quest’anno si riapre la triste stagione della caccia e l’IFAW, fondo internazionale per la protezione degli animali, ha manifestato il proprio dissenso contro il limite massimo di catture delle foche a 400 mila unità stabilito dal ministero della pesca e degli oceani in Canada.
Secondo l’IFAW il mercato per i prodotti derivati dalle foche è ormai assente, soprattutto a seguito del bando emesso dall’Unione Europea e di altri Paesi, ma ci si ostina comunque a perpetrare questa annuale strage di foche.
Un tale volume di cattura, in parte giustificato dal governo canadese dalla necessità di salvaguardare le popolazioni locali dalla mole di pesce di cui le foche si nutrirebbero, non sembra però tenere sufficientemente conto della riproduttività in declino di questi animali, dei cambiamenti climatici e del cattivo stato dei ghiacci.
Nel 2011, in effetti, era stata registrata una moria dell’80% dei cuccioli a seguito dello scioglimento anticipato dei ghiacci.
Se volete fermare questa barbarie, frimate la petizione di Protect Seals al sito della Humane Society International.
Anche se, secondo quanto sostenuto dal governo canadese, le popolazioni costiere del Canada conterebbero sulla caccia alla foca come attività produttiva in grado di sostenere l’economia dei villaggi, le ragioni economiche non possono spingerci ad essere ciechi di fronte alla distruzione dell’ecosistema per mano dell’uomo e a suon di sanguinose bastonate.
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