In Norvegia parte l’impianto di cattura di CO2 più grande d’Europa
Inaugurato il 7 maggio scorso a Mongstad (Norvegia) il Technology Centre, l’impianto più esteso mai realizzato per la cattura e l’immagazzinamento di anidride carbonica industriale.

Eretto accanto ad una raffineria e ad una centrale termoelettrica, è in grado di sequestrare 100.000 tonnellate di CO2 l’anno, ovvero l’85% delle emissioni nocive dei due siti, attraverso il sistema del CCS (Carbon Capture and Storage o Sequestration) una tecnologia per catturare il biossido di carbonio rilasciato dagli impianti industriali, allo scopo di conservarlo ed eventualmente riutilizzarlo, per generare nuova energia.
Il progetto, iniziato nel 2006 e costato ben 78 milioni di euro, è il frutto della collaborazione tra governo norvegese, Statoil e altri giganti come Shell e Sasol, ed è anche il primo che si propone di testare e migliorare due diverse tecnologie di CCS basate sull’assorbimento del carbonio da parte di due diversi liquidi: il brevetto dalla francese Alstom prevede l’ammina e quello della norvegese Aker Solutions l’ammoniaca refrigerata. Nella fase di test sarà necessario valutare quale delle tecniche presentate si rivelerà essere la più flessibile nonché la più efficiente a livello ambientale ed economico.
Si stima che, con una delle due principali metodologie, soltanto il 10% di CO2 catturata ritorni nell’atmosfera. Una volta completati i test, l’obiettivo successivo sarà quello di stoccare la CO2 trattenuta dall’impianto in appositi siti collocati sottoterra. Scopo ultimo della sperimentazione del Centro è quello di giungere alla fase di commercializzazione: l’anidride carbonica catturata da un impianto in Germania, verrà fatta fluire fino in Norvegia, tramite un sistema già progettato di condutture.

Giunta a destinazione, verrà usata per stimolare la risalita in superficie di gas naturale, che poi, a sua volta, verrà convogliato in Germania per essere venduto.
Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change, il CCS applicato ad una moderna centrale elettrica, è in grado di ridurre le sue emissioni di CO2 di circa l’80-90%; molto più di quanto non riescano a fare i moderni impianti di energia alternativa oggi.
Questa tecnologia di cattura dell’anidride carbonica prodotta da attività industriali – ha dichiarato il il primo ministro norvegese Jens Stoltenber – potrebbe arrivare a ridurre del 20% le emissioni mondiali di CO2 entro il 2050.
Una buona occasione per arrivare a centrare gli obiettivi di Kyoto agendo direttamente sulle numerose attività produttrici di CO2!
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