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In Svezia brucia la spazzatura di Napoli e con che vantaggi…

In Svezia, è proprio il caso di dirlo, non si ‘butta’ via nulla, nemmeno i rifiuti prodotti dai ‘cugini’ europei a patto che possano rappresentare una buona opportunità di guadagno. È cosi nella cittadina di Halmstad, nel sud del paese scandinavo, la centrale energetica Hem sta già scaldando i motori in attesa delle prime 5 mila tonnellate di rifiuti italiani che verranno inceneriti a fronte di un notevole corrispettivo: 40 euro per tonnellata smaltita e una riduzione media del 20% sul costo  delle bollette degli utenti.

In Svezia brucia la spazzatura di Napoli e con che vantaggi…

I rifiuti, che, nonostante la riservatezza mantenuta sull’operazione, sembrano provenire quasi certamente dalla Campania, verranno trasformati con l’ausilio di un termovalorizzatore in combustibile in grado di riscaldare le case degli svedesi nelle gelide e lunghe giornate invernali, con un notevole risparmio economico per gli utenti e per la stessa Hem, che ogni anno spende circa 3 milioni di euro nell’acquisto di cascami di legno da ardere per produrre calore.

Un sistema tecnologicamente avanzato quello in uso ad Hem, dove la spazzatura, prima di essere bruciata, viene selezionata per il recupero di materie prime riutilizzabili (vetro, plastica, metalli e carta) e poi smistate in appositi impianti. Anche il trasporto dei rifiuti, via mare, ha un impatto minimo sull’ambiente e tutta l’energia ricavata dalla combustione viene distribuita direttamente nelle case per il riscaldamento e indirettamente sotto forma di energia elettrica.

La somma ricavata dallo smaltimento della ‘monnezza’ italiana, si aggira intorno ai 200 mila euro per le prime 5000 tonnellate di rifiuti, soldi che andranno in toto a beneficio dei cittadini. L’occasione è talmente ghiotta che molti altri comuni scandinavi (sono 40 quelli che possiedono un impianto di termovalorizzazione) stanno valutando l’ipotesi di accettare rifiuti campani dietro pagamento.

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata a Cosenza il 25 febbraio 1980, all'età di 4 anni si trasferisce dalla città alla campagna, dove trascorre un'infanzia felice a contatto con la natura: un piccolo orticello, un giardino, campi incolti in cui giocare e amici a 4 zampe sullo sfondo. Assieme a lattughe, broccoli e zucchine coltiva anche la passione per la scrittura e la letteratura. Frequenta il liceo classico della città natale e dopo la maturità si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali del bolognese. Nel 2011 approda alla redazione di TuttoGreen con grande carica ed entusiasmo. Determinata, volitiva, idealista e sognatrice, spera che un giorno il Pianeta Terra possa tornare ad essere un bel posto in cui vivere.

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2 Commenti

  1. Sono un po’ scettico su quest’iniziativa… Non mi risulta che sia possibile estrarre materaile di buona qualita’ dal rifiuto indifferenziato…lo si fa nei paesi del 3. mondo, a mano, ma non credo si fara’ in Svezia… Per quanto ne so io l’unico modo per rendere inerte, con vari materiali riciclabili in uscita, gli scarti indiffrenziati e’ quello del “crogiolo al plasma” dove si raagiungono dai 3000 ai 15000 gradi, forse con possibilita’ di recuperare il calore speso.

  2. Io non capisco come noi italiani non riusciamo a sfruttare le opportunità, vedi l’energia alternativa dove oltre che risparmiare, possiamo addirittura tranne un profitto, parlo come diretto interessato visto che io già ho il mio impianto sulla casa e ricevo gli incentivi regolarmente e sfrutto tutta l’energia che produco, quindi doppio vantaggio, risparmio e guadagno, altro esempio come leggo qui sul vostro articolo, l’opportunità dello smaltimento, dove è una realtà il vantaggio che potrebbe dare in materia di calore che andrebbe restituito ai cittadini con i termovalorizzatori e con un impianto di smaltimento e recupero materiali reciclabili, da rimettere in circolo, sarebbe un guadano sia per chi gestisce l’impianto che per la comunità che avrebbe calore ed energia sicuramente ad un costo minore, noi invece cosa facciamo, facciamo i blocchi e le guerre a queste innovazioni, sicuramente si possono cercare siti dove costruirli, lontano dalle abitazione, il costo all’inizio sarà più costoso, ma nel lungo termine il guadagno è assicurato, ma possibile che solo gli altri sfruttano queste opportunità?

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