iSlate, un iPad a energia solare e a basso costo per i paesi poveri?
Una delle questioni tradizionalmente irrisolte nel mondo è l’ineguaglianza: che vuol dire non solo disparità di reddito e possibilità di consumo, nel mondo di oggi, ma anche digital divide, ossia l’ulteriore divario che è destinato a separare economicamente, culturalmente e socialmente chi ha accesso alla rete da chi non ha questo privilegio.
Per cercare di ovviare a questo problema ed offrire una prospettiva a centinaia di milioni di bimbi nati in zone rurali dei paesi in via di sviluppo, sono in corso diversi progetti di diffusione di computer e device a basso costo e a ricarica manuale (basti pensare ai mini-computer “a manovella” sponsorizzati da Nicholas Negroponte).

Un altro progetto interessante, che in queste settimane è entrato nella fase operativa, di test sul campo, è quello dell’iSlate, l’iPad a energia solare per i poveri, com’è stato immediatamente ribattezzato.
Un progetto di un gruppo di ricercatori indiani della Nanyang Technological University a Singapore, in collaborazione con la Rice University di Houston e la Fondazione Villaggi per lo Sviluppo e l’Istruzione (ViDAL), iSlate è un notepad che vanta due caratteristiche particolari:
- il costo assai ridotto (35 dollari, pari a 27 euro);
- la possibilità di ricaricarlo con l’energia solare.
Non sono ancora bene chiari i tempi di ricarica e l’autonomia di questo gadget, che potrebbe portare la rete laddove non c’è neppure energia elettrica, ma i primi test su studenti di Hyderabad pare stiano dando risultati egregi.
Per il resto, iSlate, che non ha un disco rigido, ma usa una memoria flash espandibile, ha un browser per la navigazione internet, un programma di calcolo, di elaborazione testi e un servizio di videoconferenza, tutte funzioni utili nel collegare al mondo chi ne è nato tagliato fuori.
Ancora una volta spunta la domanda che ci ponevamo in occasione della presentazione a Barcellona di Apollo Umeox un cellulare a energia solare dall’indubbio contenuto di design, oltre che di sostenibilità.
E’ possibile che i prodotti hi-tech in circolazione costino così tanto e siano generalmente così poco eco-friendly?
Spiace dovere fare un po’ i savonarola della situazione, ma la verità è questa: il mercato spinge le aziende a macinare profitti, ma anche noi consumatori dovremmo stare più attenti nel perseguire a tutti i costi le ultime mode.
Prendiamo i tablet: possibile che vadano da 400/600 Euro ai 27 di questo iSlate, senza che ci siano fior di gamme intermedie come prezzo, magari più attente all’ambiente?
Se ne sentirebbe davvero il bisogno.