Avete mai sentito parlare della jiicama? Si tratta di un tubero poco calorico e ricco di ottime proprietà. Contiene infatti tanta vitamina C, fibre e sali minerali. Arriva dal Messico e si trova tutto l’anno. La si può mangiare sia cruda che cotta. Un prodotto quindi assai versatile che si presta per la realizzazione di tante ricette.
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Chiamata anche “patata messicana”, la jiicama è un tubero originario del Messico, molto utilizzato nella cucina dell’America Latina.
Il Pachyrhizus erosus (questo il nome scientifico) è una pianta a portamento rampicante appartenente alla famiglia delle leguminose della quale, in cucina, si usa solo la radice.
Si tratta di un prodotto molto antico. Già le civiltà pre-colombiane, infatti, conoscevano questo alimento. Non a casa, il termine “jiicama” deriva dal vocabolo atzeco “xicamalt”, parola con cui si indicava questo prodotto.
All’epoca, gli aztechi utilizzavano i semi dello xicamalt per la preparazione di medicamenti.
In seguito, il prodotto venne poi importato dagli spagnoli in Asia, dove la sua coltivazione conobbe grande diffusione.
Ci sono due varietà di jiicama:
Si presenta come una grande rapa; il suo pesa varia da 2 a 2,5 kg circa.
Marroncina fuori, ha un a polpa interna color bianco-crema.
A metà strada tra un frutto e un ortaggio, la Jiicama si consuma prevalentemente cruda. Ha un gusto leggero e dolciastro, con un leggero retrogusto di frutta secca. La consistenza è croccante, simile ad una pera.
Per l’85%, la jiicama è costituita da acqua. 100 grammi di prodotto apportano 38 calorie così suddivise:
È inoltre molto ricca anche di vitamina C e fibre, oltre che di importanti sali minerali, come ferro, potassio e manganese.
Considerando i suoi nutrienti, la jiicama è un prodotto benefico per vari aspetti. Nello specifico:
Anzitutto bisogna eliminare la buccia. Dopodiché, la si può mangiare cruda oppure cotta.
Degustandola cruda, in genere in insalata, se ne apprezzano la consistenza croccante e il sapore fresco e succoso. I messicani, ad esempio, la tagliano a fette molto sottili e poi la condiscono con succo di limone, coriandolo, peperoncino e una presa di sale.
Se non si amano molto le spezie e il piccante, la si può gustare in un classico pinzimonio, assieme a sedano e carota.
Grattugiata finemente, arricchisce insalate di verdura fresca di stagione, così come anche macedonie di frutta.
Il sapore della jiicama cruda ricorda un po’ quello delle mele.
In alternativa, la patata messicana si può anche cuocere, esattamente come si fa con le classiche patate: lessa, al vapore, arrostita, saltata in padella, sotto forma di in pure o, ancora, aggiunta in zuppe, minestre e stufati.
Anche cotta mantiene inalterata la sua croccantezza e diventa un ottimo accompagnamento di carni, legumi, ortaggi, frutti di mare, tofu e tutto quel che più si desidera mangiare e la fantasia suggerisce.
Dopo aver spiegato che la jiicama è un alimento assai versatile, vediamo alcune idee su come poterla consumare, suggerendo gli abbinamenti migliori.
La jiicama si trova nei negozietti etnici, specie in quelli che vendono prodotti latino–americani. In alternativa, spesso la si trova anche nei negozi di alimentazione naturale.
Disponibile tutto l’anno, all’atto dell’acquisto è bene preferire un frutto di grandezza medio-piccola e senza ammaccature o grinze esterne. Evitare anche i prodotti non troppo morbidi all’estremità.
La jiicama va conservata come le patate, in un luogo quindi fresco, asciutto e al riparo dalla luce. Si può conservare anche in frigorifero.
Una volta aperta, va tenuta fuori dal frigorifero oppure in frigo ma protetta con della pellicola per alimenti. Si conserva bene anche in una ciotola piena di acqua fredda acidulata con succo di limone.
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