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La “questione” B12 e la trave nell’occhio

Ecco un altro interessante articolo di Roberta, la nostra veg coach. Questa volta parlerà di integrazione vitaminica ed in particolare della B12 che i vegan, e non solo, devono seguire. Un tema controverso. Se volete una risposta più personalizzata ma anche scoprire tutte le risposte della veg coach, qui trovate tutto.

La “questione” B12 e la trave nell’occhio

“Quella della vitamina B12 si può dire che sia una vera e propria questione per i vegani, per chi si pone domande sul veganismo ma soprattutto per chi critica questo stile alimentare, cavalcando la necessità di integrare questa vitamina come dimostrazione che l’alimentazione esclusivamente vegetale sia innaturale per l’uomo.

Sul web è facile trovare molti articoli sull’argomento per approfondire gli aspetti nutrizionali, sui quali quindi non mi dilungherò: consiglio gli ottimi approfondimenti sul sito Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana.

La B12 , come tutte le vitamine, non può essere prodotta dall’organismo umano, deve quindi essere ricavata dagli alimenti. La forma utile per la specie umana è prodotta da batteri, compresi quelli che albergano nella nostra flora intestinale. Tuttavia il sito di assorbimento di questa  vitamina è a monte rispetto a dove viene prodotta. In definitiva si può fare affidamento solo  su quella presente negli alimenti.

La forma di questo nutriente utile per la specie umana è quindi di origine batterica mentre le vitamine provenienti da alcuni funghi e alghe può anche ostacolare l’assorbimento della forma specifica per l’uomo, aggravando eventuali carenze.

Negli alimenti è presente per contaminazione, concentrandosi soprattutto nelle carni e in misura inferiore in latticini e uova. Per contaminazione può quindi essere presente anche sulla superficie di vegetali contaminati ma questa evidentemente non risulta essere una fonte affidabile per motivi igienici.

In linea teorica, coloro che seguono un’alimentazione esclusivamente vegetale e riescono a consumare cibi di provenienza sicura, che pertanto non richiederebbero eccessive precauzioni igieniche, potrebbero fare a meno di introdurre integratori.

Oggi tuttavia, con lo stile di vita condotto in città e con la scarsa visibilità su qualità e provenienza degli alimenti, la cosa da fare per assicurare un adeguato apporto di B12 è assumerla attraverso integratori. E questo è quanto prescrivo ai vegani o a chi fa un uso sporadico di alimenti di origine animale che si rivolge a me, poichè è l’indicazione emergente dalla letteratura scientifica internazionale.

Fatta questa premessa, passiamo alla classica critica all’alimentazione vegan sulla necessità di dover assumere integratori. Innanzitutto sotto il profilo “naturalezza”, quanto è innaturale usare un telefono, un computer, l’automobile? Dunque anche l’assunzione di un integratore può definirsi innaturale al pari dello stile di vita dell’uomo moderno.

E poi avete fatto caso allo spazio occupato da integratori di ogni tipo sugli scaffali di una farmacia o dei supermercati? Non sono certo solo i vegani a sostenere il mercato degli integratori alimentari, poichè tutti vi fanno ricorso. Nella popolazione italiana, principalmente onnivora, sono diffuse alcune carenze di microelementi.

Inoltre l’integrazione di vitamina B12 è spesso consigliata anche a soggetti onnivori e per ragioni varie. Di seguito alcuni esempi di elementi alla cui integrazione artificiale si ricorre spesso, e senza essere vegani!

Iodio: per arginare il diffuso deficit di questo minerale, presente nel pesce e nei vegetali per assorbimento dai terreni che ne sono ricchi (quelli più vicini al mare), è stata addirittura avviata in Italia una Campagna di educazione alimentare e c’è un progetto di legge per rendere obbligatoria la supplementazione di iodio nel sale, tanto è diffusa la carenza di questo minerale nel Belpaese. Eppure l’Italia è il paese della dieta mediterranea ed è ampiamente bagnata dal mare.

Vitamina D: una vitamina non presente nei vegetali ma che la specie umana può sintetizzare grazie alla luce solare e che è fondamentale per la salute delle ossa.Nonostante non ci siano problemi di clima che limitino in Italia l’esposizione al sole, ilivelli sierici di questa vitamina sono bassi, soprattutto negli anziani, con rischi vari eseri per la salute.

Ferro: il deficit di ferro è una diffusissima carenza nutrizionale anche nei paesi industrializzati dove si consuma abbondantemente carne.

Ma allora, se ai già documentati maggiori rischi di diabete, ipertensione, sovrappeso e cancro dell’alimentazione a base di carne, aggiungiamo anche i rischi legati alla carenza di questi elementi, mi sembra che la vitamina B12 sia la pagliuzza nell’occhio dei vegani e che la trave però sia in quello degli onnivori…”.

Ringraziamo Roberta per il suo utile contributo alla questione dell’integrazione della vitamina B12 ed ai suoi consigli pratici e indicazioni importanti! Se però ti interessano altri articoli sull’alimentazione vegan, guarda qui:

 

 

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Published by
Roberta Bartocci