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La crociata del Vaticano contro il riscaldamento globale

Anche la Chiesa Cattolica in prima linea nella lotta per la tutela dell’ambiente. Qualche mese fa, la Pontificia Accademia delle Scienze ha incaricato alcuni dei più illustri climatologici mondiali a stilare un rapporto sul fenomeno del “global warming”,  il riscaldamento globale.
Lo studio scientifico, presieduto tra i tanti da Veerabhadran Ramanathan, dal premio Nobel Paul Crutzen e dagli italiani Carlo Rubbia e Sandro Fuzzi del Cnr, ha esaminato soprattutto le conseguenze della riduzione dei ghiacciai, che hanno perduto circa la metà della propria massa dal 1980 a oggi proprio a causa dei cambiamenti climatici. Il report, intitolato “Fate of mountain glaciers in the Anthropocene”, è stato reso noto lo scorso aprile.

La crociata del Vaticano contro il riscaldamento globale

In sintesi, consiste in un appello rivolto a tutta l’umanità a rispettare il creato consegnatoci da Dio. Eccone un breve ma significativo estratto:

“Facciamo appello a tutte le persone e le nazioni affinché riconoscano il grave impatto, e potenzialmente irreversibile, del riscaldamento globale causato dalle emissioni antropiche di gas a effetto serra e altri inquinanti, e da cambiamenti nelle foreste, zone umide, praterie, e altri usi del suolo.
Facciamo appello a tutte le nazioni a sviluppare e ad applicare, senza indugio, politiche eque ed efficaci per ridurre le cause e gli impatti dei cambiamenti climatici sulle comunità e sugli ecosistemi, sui ghiacciai montani e i loro bacini idrografici, consapevoli del fatto che viviamo tutti nella stessa casa.”

La Chiesa invita le persone a rendersi conto delle gravi conseguenze derivanti dal gloabal warming e le spinge ad adottare soluzioni, soprattutto per difendere le popolazioni più povere del pianeta. Sono proprio loro a subire i maggiori danni causati dal modello di sviluppo occidentale. Le nostre attività hanno prodotto un’altissima concentrazione di CO2 nell’atmosfera, compromettendo gli equilibri degli ecosistemi, la biosfera e le risorse idriche ed alimentari.

Secondo questo studio, l’unico modo per fermare questa emergenza è assicurare una stabilità climatica alla Terra, riducendo almeno del 50% la concentrazione dei gas serra. In secondo luogo, è indispensabile far adattare le popolazioni più deboli ai cambiamenti climatici in corso.

Il documento ribadisce il diritto di tutti ad avere acqua, aria pulita e il “pane quotidiano”. Il fenomeno del riscaldamento globale sarebbe responsabile della morte di almeno due milioni di persone l’anno.

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