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La Fontana del Sindaco, l’esempio di Castenaso (BO)

E dopo l’acqua arriva pure la “Fontana del Sindaco”. Acqua potabile alla spina: pubblica, potabile e gratuita. Un’invenzione lessicale, che strizza l’occhio alla green society, del Comune di Castenaso, a due passi da Bologna, che ha approvato una delibera comunale  dove si legge: Realizzare la Fontana del Sindaco, un luogo pubblico che permetta ai cittadini di usufruire di acqua potabile gratuita “alla spina”. Ad una prima lettura sembra la scoperta dell’acqua calda visto che dal Paleolitico l’uomo usufruisce di acqua gratuita. Ma a pensarci bene oggi non in tutti i paesi funzionano le care e sempre utili fontanelle.

La Fontana del Sindaco insomma è un ritorno al passato per ristabilire un diritto universale: il diritto all’acqua. Una misura anche per limitare il consumo dell’acqua confezionata che provoca inquinamento e spreco (dai trasporti alla produzione dei contenitori). Una notizia che conferma in Emilia Romagna la volontà di stimolare il consumo dell’acqua pubblica, al punto che anche la Coop (che pure vende quantità enormi di acqua) ha fatto campagna per l’acqua del sindaco.

La delibera del Comune di Castenaso però non si ferma qui, rivelando una strategia più ampia di eco sostenibilità municipale. Infatti il Consiglio comunale, con l’inedita alleanza di Centro Sinistra e lista civica Castenaso 5 Stelle, che da mesi premeva sull’acceleratore per queste iniziative, ha pure approvato altri importanti interventi: valutare azioni volte alla diffusione di distributori alla spina di prodotti alimentari e non, prestando particolare attenzione ai prodotti locali; valutare la destinazione ad orti urbani di aree pubbliche; cercare attori economici interessati all’installazione nel territorio di Castenaso di colonnine per la ricarica di auto elettriche; dare maggiore visibilità allo Sportello per l’informazione e la tutela dei Consumatori.

Un bel pacchetto di iniziative green volute dal sindaco Stefano Sermenghi che si valorizza con la decisione  di rifiutare: sotto qualunque forma e a qualunque condizione, lo stoccaggio – anche provvisorio – di scorie nucleari di qualunque provenienza all’interno del proprio territorio.

Piccoli ma importanti provvedimenti amministrativi che se seguiti da gli altri ottomila comuni italiani potrebbero trasformare in verde l’economia e la società nazionale.

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