Oggi parliamo dell’idrocoltura, una tecnica di coltivazione ancora poco diffusa in Italia ma praticata con successo in gran parte del resto del mondo. Il principio base è l’utilizzo dell’acqua e dell’argilla espansa al posto del terriccio. Questo fa sì che l’idrocoltura possa essere praticata con grandi soddisfazioni anche da chi non ha il pollice verde o addirittura è proprio negato per il giardinaggio.
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Si tratta di un sistema di coltivazione che possiamo praticare anche a livello casalingo. Gli strumenti necessari sono davvero pochi. In questo articolo andremo a spiegare come funziona, cosa serve e come procedere passo per passo.
È una tecnica di coltivazione che prevede l’impiego dell’acqua e della argilla espansa al posto del classico terriccio. L’acqua e l’argilla fungono infatti da supporto per l’apparato radicale.
Possiamo semplificare al massimo dicendo che l’idrocoltura è la coltivazione delle piante senza la terra. È l’acqua, infatti, l’elemento fondamentale che porta alle radici tutte le sostanze nutritive a loro necessarie.
Non servono attrezzature particolari ed è una tecnica che possiamo tranquillamente utilizzare anche in ambito casalingo.
Infine, può essere applicata su tutti i tipi di piante, dalle quelle ornamentali fino agli ortaggi.
Attenzione a non confondere queste due tecniche di coltivazione. Seppure simili nel nome, si tratta infatti di due tecniche tra loro differenti.
Per approfondire la conoscenza sull’idroponica, consigliamo la lettura di questo nostro specifico approfondimento.
Di fatto, le piante vengono inserite in due appositi vasi uno dentro l’altro. Dal primo, forato, fuoriescono le radici, che vanno così a raggiungere l’acqua e la soluzione nutritiva presenti nel secondo contenitore.
Strumento di fondamentale importanza è poi l’indicatore del livello di acqua: uno strumento collocato all’interno del vaso che segnala se il livello dell’acqua è sceso al minimo ed è quindi arrivato il momento di aggiungerne dell’altra.
Iniziamo subito col dire che si tratta di una tecnica ideale per chi è alle prime armi o non è granché portato per il giardinaggio. I benefici nell’utilizzare questo metodo di coltivazione sono davvero numerosi. Eccoli elencati qui di seguito:
Se volete provare a praticare l’idrocoltura, qui di seguito daremo indicazioni sugli strumenti necessari e sui passaggi da seguire nella procedura per evitare errori. Non si tratta di un’operazione troppo complicata e potrà risultare anche un’attività divertente per trascorrere queste prime giornate primaverili.
Iniziamo dalle basi e quindi, dal vedere i materiali necessari per la coltivazione in idrocoltura.
Vaso in plastica da acquistare nei negozi specializzati. Ma si può tranquillamente usare un qualsiasi contenitore in plastica anche d’uso alimentare provvisto (o li andremo a creare) di fori sul fondo. L’importante è che il materiale non rilasci eventuali sostanze tossiche alle radici.
Assolutamente vietati, invece, i recipienti metallici, soprattutto in rame.
Involucro esterno a solo scopo ornamentale dentro il quale inserire l’idrovaso.
Strumento che serve per controllare la quantità d’acqua presente nell’idrovaso. È costituito da un tubo all’interno del quale vi è un galleggiante che, per mezzo di una piccola asta colorata, rileva e segnala l’altezza dell’acqua.
L’indicatore di livello segna le indicazioni di minimo (MIN) e massimo (MAX). Fare in modo che l’indicatore sia tarato in modo da segnare il massimo quando l’acqua si trova a circa un terzo dell’altezza dell’idrovaso.
In genere si tratta di argilla espansa. Il suo scopo è sostenere la pianta e permettere l’aerazione delle radici.
Esistono apposite soluzioni nutritive ben specifiche per l’idrocoltura. Di solito sono incapsulate in resine e chiuse in dischi o cuscinetti.
In ogni caso, mai usare i comuni concimi per piante da appartamento. Questi ultimi infatti andrebbero ad inquinare l’acqua saturandola di sali e trasferendone eccessive quantità alle radici le quali, a loro volta, ne rimarrebbero irrimediabilmente intossicate.
Ora che abbiamo tutti gli strumenti del mestiere, non ci resta che procedere con le operazioni. Vediamole una per ciascuna, passo dopo passo.
La pianta va concimata come di consueto, utilizzando un concime adatto a quel particolare tipo di pianta. In formato liquido o granulare, va diluito nell’acqua per l’irrigazione. All’inizio, si consiglia di utilizzare acqua distillata anziché quella del rubinetto soprattutto se troppo calcarea.
Le piante in idrocoltura hanno una grande resistenza e si adattano benissimo a vivere anche in ambienti chiusi e privi di illuminazione. Richiedono pertanto una scarsissima manutenzione e al tempo stesso costituiscono un fresco elemento ornamentale e di arredamento.
Pur essendo piante poco esigenti, in termini di cure, è altamente consigliato sostituire completamente l’acqua ogni 6 mesi. Ecco come procedere:
L’ideale è procedere con questo tipo di trattamento verso fine marzo, in previsione dell’estate, e a fine settembre, come preparazione alla stagione invernale.
Il periodo più adatto per dare inizio all’idrocoltura è l’estate, quando il caldo favorisce la ripresa vegetative, la linfa scorre più rapidamente nei tessuti delle piante e l’aria è più ricca di ossigeno.
Se per vari motivi si volesse procedere in inverno, è necessario sistemare le piante in un ambiente molto luminoso e con una temperatura costante di 18-20 gradi.
Abbiamo visto che uno degli elementi fondamentali dell’idrocoltura è l’argilla espansa, ovvero aggregati di argilla che aiutano la pianta a tenersi dritta e garantiscono un drenaggio perfetto del liquido nutritivo.
Rispetto al comune terriccio, l’argilla ha molti lati positivi:
Tuttavia, l’argilla espansa non è l’unico materiale da poter utilizzare. Esistono infatti altri substrati che presentano caratteristiche simili e che sono adatti per questo tipo di coltivazione. Nello specifico, stiamo parlando di:
Qualunque materiale si scelga, l’importante è che non sia troppo tagliente.
In linea di massima, tutte le piante da appartamento si prestano per questo tipo di coltivazione. Tuttavia, ci sono delle varietà che offrono maggiori garanzie di successo.
Tra le specie più adatte ricordiamo:
Particolarmente adatte sono le piante di origine tropicale che hanno un apparato radicale dallo sviluppo molto rapido e che hanno bellissimi fiori ornamentali ed eleganti, in diverse gamme cromatiche e dimensioni varie. Tra queste, ricordiamo:
Con qualunque tipo di pianta, è in genere consigliabile scegliere esemplari giovani in quanto è più facile che queste superino il periodo di adattamento senza avere danni particolari.
La fase critica dura circa un mese, periodo durante il quale si verifica la caduta delle normali radici terrestri e la formazione delle “speciali radici acquatiche”, bianche e carnose.
Come accennato, le orchidee si prestano perfettamente per l’idrocoltura. Sono piante che per crescere bene e in salute hanno bisogno di ambienti umidi. Con il passare del tempo le radici, crescendo, fuoriescono dai fori del vaso e confluiscono direttamente nell’acqua.
Considerando le caratteristiche delle piante grasse, coltivarle con l’idrocoltura può sembrare una contraddizione in termini. Tuttavia, esiste anche qualche eccezione in merito. Le uniche piante grasse che si possono coltivare con l’idrocoltura sono:
Per coltivare queste varietà occorre prestare molta attenzione dal momento che un eccessivo apporto di acqua le può danneggiare.
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