La strategia dell’Unione Europea per favorire lo sviluppo di Smart Cities in Europa
Abbiamo parlato qualche giorno fa di un interessante studio sulle Smart Cities in Europa.
Ora, un recente evento importante che riguarda questo tema è dato dalla conferenza del 21 Giugno 2011, che ha decretato l’inizio di un nuovo periodo per lo sviluppo delle politiche green europee dando l’avvio all’atteso programma di Iniziative dell’Unione Europea a favore della diffusione nell’intero continente di un nuovo modello urbanistico sostenibile: le Smart Cities.

In quest’occasione, che verrà ricordata come la giornata delle città intelligenti, la Commissione Europea ha presentato il bando per l’assegnazione della prima tranche del finanziamento destinato alle metropoli che si distingueranno per l’adozione di innovativi progetti di risparmio energetico nei settori dell’edilizia e delle reti energetiche.
Secondo il piano di sponsorizzazione economica dell’Unione Europea, le Smart Cities che verranno scelte in questa fase riceveranno circa 80 milioni di euro per l’attuazione delle proposte presentate.
L’investimento totale prevede 11 miliardi di euro da dilazionare nell’arco dei prossimi 10 anni a favore dello sviluppo delle 30 città intelligenti più meritevoli.
L’obiettivo dell’iniziativa è andare ad individuare ed incentivare tra le località candidate, quelle realtà, una per Paese, che dimostrino la fattibilità della messa in atto di sistemi innovativi di efficienza energetica, in grado di ridurre la propria produzione di gas serra di oltre il 20% entro il 2020, traguardo prefissato dall’Unione Europea.
L’importanza rivestita dal progetto, che si stima coinvolgerà nel medio termine 25.000.000 di abitanti, ha trovato riscontro nella grande partecipazione. Oltre 500 i membri tra i più importanti portavoce delle realtà urbane europee, dell’industria energetica, del settore ICT e del mondo accademico, si sono incontrati ad esprimere il sentimento comune per un progetto che cresce grazie all’impegno e alla collaborazione sul territorio tra le migliori competenze professionali e la volontà pubblica cittadina.
Da sottolineare l’intervento in conferenza dei più autorevoli rappresentanti del mondo politico comunitario, tra cui il commissario Márie Geoghegan Quinn, per la ricerca scientifica e l’innovazione, Neelie Kroes, per le politiche digitali, e Günther Oettinger, per le politiche energetiche europee.
Oettinger ha presieduto l’assemblea con un discorso sulla “maturità dei tempi” e sul riconoscimento della posizione centrale delle città intelligenti nel processo di conquista e di superamento degli obiettivi climatici ed energetici comunitari.
Partendo dalla considerazione che in Europa gli insediamenti urbani raggruppano circa i tre quarti della popolazione e sono i maggiori consumatori di energia e produttori di gas serra, circa il 70%, agendo e sostenendo la riconversione sostenibile dei sistemi energetici in queste realtà sarà possibile ottenere un risultato di rilievo su larga scala.
Il Progetto Smart Cities rientra nel più ampio e ambizioso programma europeo denominato “Investing in the development of low carbon technologies” o più comunemente noto come SET Plan (Strategic Energy Technologies for Long Term).
Il piano strategico delle tecnologie energetiche della UE adottato dall’Unione Europea nel 2008, si propone di stabilire le linee guida e i traguardi delle politiche energetiche europee, con particolare attenzione allo sviluppo e alla circolazione sul territorio comunitario delle migliori tecnologie energetiche sostenibili tra i paesi comunitari, si propone il raggiungimento degli obiettivi “20-20-20”.
Ma quali proposte di policy per lo sviluppo delle green technologies?
Alla luce delle considerazioni fin qui svolte in merito alla graduale decarbonizzazione delle economie avanzate, al miglioramento dell’efficienza energetica e allo sviluppo di nuove “tecnologie verdi”, è possibile raggruppare nelle seguenti categorie le diverse proposte di policy:
1. Interventi di tipo regolatorio:
a) introdurre standard di efficienza elevati per gli edifici nuovi, con il mantenimento di un sistema di incentivi per l’incremento dell’efficienza energetica negli edifici esistenti (prevedendo al contempo il credito agevolato per gli investimenti più rilevanti di risparmio energetico nelle abitazioni e la formazione di tecnici per il risparmio energetico in edilizia) e proseguire nell’introduzione e nel miglioramento di meccanismi di mercato che stimolino l’adozione di tecnologie e comportamenti che aumentino l’efficienza energetica;
b) introdurre standard di efficienza, industrialmente sostenibili, sia per i veicoli commerciali, sia per i veicoli a uso privato e incrementare la tassazione dei veicoli ad alto consumo energetico (per esempio i vecchi modelli).
2. Interventi di sensibilizzazione dei cittadini al problema del risparmio energetico (spesso lasciati a ottime, ma isolate, iniziative di società operanti nel settore energetico) e adozione delle “best practices” internazionali per il risparmio energetico (si tratta spesso di misure a basso costo e basate su tecnologie note).
3. Interventi di politica industriale:
a) nell’ambito del crescente interesse europeo (soprattutto dei paesi del Sud dell’Europa) per l’area mediterranea, sviluppare programmi di ricerca e innovazione:
– nel campo dello sviluppo di celle fotovoltaiche con elevati rendimenti energetici (circa 30%) per rendere più conveniente l’energia prodotta e tendere alla “grid parity” che renderebbe possibile un mercato sostenibile anche senza incentivi;
– nel campo del solare termodinamico a concentrazione per migliorare e ottimizzare ai fini della produzione industriale gli impianti a concentrazione ad alta temperatura (500 600°C) per la produzione di energia elettrica, puntando su una configurazione ibrida (sia con sistemi convenzionali turbinagas che con eventuali impianti eolici) soprattutto al fine di superare il problema dell’accumulo dell’energia particolarmente legato agli aspetti stagionali;
– nel campo dell’energia eolica per lo sviluppo di impianti di piccola taglia che permettano di utilizzare al meglio il regime ventoso alle basse velocità, riducendo al contempo l’impatto paesaggistico;
b) incrementare l’efficienza delle rete elettrica e delle centrali a carbone;
c) rilanciare gli investimenti in tecnologie a elevata efficienza energetica e gli investimenti infrastrutturali per ridurre il numero di km/anno percorsi da ogni veicolo (ad esempio aumentando quantità e qualità dei trasporti in comune, migliorando la logistica dei trasporti commerciali, integrando modalità diverse, ecc.).
Lo sviluppo della “Città del futuro” (“Green City”) si innesta dunque in questo scenario di ampio respiro che non tutti conoscono e risulta sinergico con la rete elettrica “intelligente” sia per un elevato standard della qualità dell’energia distribuita che per il suo utilizzo nel campo dei trasporti; a ciò bisognerà comunque aggiungere nuove modalità della viabilità e del trasporto cittadino per un modus vivendi davvero più sostenibile.
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