Quali sono le differenze tra lampadine a LED, alogene e basso consumo? Quali sono le più efficienti, quelle che illuminano meglio una stanza o un singolo punto? Quelle più sicure per gli occhi? Leggete la nostra utile guida alla scelta tra questi tre tipi di lampadina.
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Per diminuire il consumo di energia domestica si può ricorrere alla sostituzione delle lampadine tradizionali con quelle a basso consumo, che permetteranno già da sole, un certo risparmio energetico in casa.
Ma, attenzione, non sono tutte uguali. Infatti, il mondo dell’illuminazione si è recentemente arricchito di modelli nuovi dalle diverse caratteristiche. Il problema è come orientarsi tra tanti modelli e tipologie differenti, in funzione delle proprie esigenze d’illuminazione e per risparmiare energia.
Occorre premettere che, già da qualche anno, le lampadine a incandescenza, quelle che s’illuminano sfruttando appunto l’incandescenza di un filamento attraversato dalla corrente elettrica, sono fuori commercio, in quanto hanno un eccessivo dispendio di energia elettrica, che si disperde in calore, rendendole poco efficienti.
Ricordiamo che le altre tipologie ormai non più in commercio perché nocive per l’ambiente sono:
La differenza tra una lampadina tradizionale e le lampadine a risparmio energetico è nella quantità di energia elettrica che viene trasformata in luce bianca.
Quelle tradizionali trasformano soltanto il 5% dell’energia ricevuta, e il restante viene disperso, le lampadine fluorescenti, invece, ne trasformano il 25%, mentre le lampadine a LED addirittura il 50%.
Queste differenze di trasformazione dell’energia elettrica ovviamente incidono sui consumi.
Prima di tutto, non bisogna più guardare alla potenza, indicata dai Watt, come era abituati con le vecchie lampadine a incandescenza, ma ai lumen, l’unità di misura del flusso luminoso di una lampadina. Per capirci, facciamo un’equivalenza con 600 lumen, uguali a:
Consideriamo poi come regola che 1 lampada LED = 8 lampade fluorescenti = 33 lampade incandescenti. Dunque, 1 lampadina a incandescenza da 100 W può essere sostituita da 1 a LED da 20 W con durata media da 5.000 a 15.000 ore. Così possiamo calcolare il costo annuo confrontato con una lampadina ad incandescenza:
Facciamo un esempio sui consumi elettrici e sulla durata di una lampadina accesa per 8 ore al giorno tutti i giorni, con le equivalenti a basso consumo di uguale luminosità:
Se moltiplichiamo ogni consumo per il costo dell’energia in euro/kWh di 0,164432 euro/kWh, la spesa annua per una lampadina:
Ma questo non è l’unico vantaggio, anche la qualità della luce è migliore. Quando scegliete, infatti, queste lampadine è bene tener presente il tipo di ambiente da illuminare, e di conseguenza quante ore al giorno la lampadina è in funzione in quel dato ambiente (cucina, bagno, salotto, ufficio).
A tal fine vi conviene controllare la tonalità della luce (calda, fredda, bianca) e l’indice di resa cromatica (Ra) che va da 0 a 10. Più l’indice si avvicina a 100 tanto più potete apprezzare le sfumature di colore.
Quando illuminate un ambiente tenete inoltre presente che le lampadine a luce fredda necessitano di valori di illuminazione superiori a quelli delle lampadine a luce calda o bianca.
Visti i costi elevati, potete installare le fluorescenti e le LED nei locali in cui sono richieste due o più ore di illuminazione al giorno e riservare le lampadine alogene ai locali dove soggiornate solo pochi minuti a settimana.
In primo luogo occorre premettere che già da qualche anno, le vecchie lampadine a incandescenza, quelle che s’illuminano sfruttando appunto l’incandescenza di un filamento attraversato dalla corrente elettrica, sono fuori commercio, in quanto hanno un eccessivo dispendio di energia elettrica, che si disperde in calore, rendendo questo tipo di lampadine poco efficienti.
Le alternative per chi desidera una lampadina a risparmio energetico al momento sono tra 3 tipi:
Vediamole nel dettaglio, per fare una scelta più consapevole, a seconda degli obiettivi che avete, se volete cioè seguire un criterio di puro risparmio energetico, oppure dare carattere agli ambienti giocando sulle tonalità e la luminosità, o invece siete guidati solo dalla funzione e dal tipo di ambiente da illuminare (bagno, corridoio, scrivania).
Le lampadine alogene sono in pratica come quelle a incandescenza, ma nel gas contenuto nel bulbo sono aggiunte un elemento alogeno (in genere iodio, kripton o xeno) che permette al filamento di riscaldarsi a temperature molto più elevate, aumentandone così l’efficienza e la luminosità.
Consentono unaresa energetica intorno al 15%, il che significa che del totale dell’energia consumata, è il 15% a tradursi in luce. La durata è doppia rispetto a quelle ad incandescenza (circa 3000-4000 ore).
Nel caso di lampadine alogene a potenza medio-bassa, facendo una stima su un consumo di 2000 ore, 2 lampadine alogene da 100 W consumano 360 euro rispetto ai 540 euro di quelle tradizionali.
L’uso migliore è sicuramente quello dell’illuminazione diretta: le lampadine alogene consentono, infatti, di dirigere il fascio di luce verso il punto che si desidera illuminare, favorendo così un notevole risparmio energetico rispetto alle lampadine tradizionali. Usate in questo modo funzionano, infatti, a corrente molto bassa: appena 12 volt.
Le lampadine a fluorescenza, dette anche ‘a basso consumo’, funzionano grazie a una scarica generata dalla differenza di potenziale tra due elettrodi immersi in un gas.
La scarica in cui l’emissione luminosa visibile è indiretta, cioè non è emessa direttamente dal gas ionizzato, ma da un materiale fluorescente. Questo tipo di lampade sono erroneamente chiamate lampade al neon o tubi al neon, ma non sempre contengono neon. In realtà il loro funzionamento è dovuto alla presenza di vapori di mercurio e di materiali fluorescenti, e non al neon. I
Il materiale fluorescente di cui è ricoperto il tubo, investito da tali radiazioni, emette a sua volta luce visibile. Poiché la luce visibile ha una frequenza e quindi una energia minore di quella ultravioletta, la trasformazione prodotta dal materiale fluorescente comporta una inevitabile perdita di energia, sotto forma di calore, che determina il riscaldamento del tubo. Una differente composizione del materiale fluorescente permette di produrre una luce più calda oppure più fredda.
Solitamente di forma tubolare, sono nate per risolvere il problema della bassa efficienza delle vecchie lampade a incandescenza. La loro potenza è compresa tra 500-1000 lumen.
Ce ne sono di vari tipi:
Contro. Necessitano di riscaldarsi per raggiungere la massima luminosità, sono molto fragili e perdono di intensità luminosa alle basse temperature. Costano di più.
Pro. Emettono bassissimi livelli di raggi infrarossi e ultravioletti, molto dannosi per la pelle e gli occhi. Se ne trovano di forme e tonalità di luce differenti. Queste lampadine non sono dimmerabili. Inoltre non c’è sfarfallamento e annerimento alle estremità come per quelle al neon.
Consentono una resa energetica superiore alle alogene, raggiungendo il 25% di efficienza, significa che a parità di luce emessa consumeranno molto meno. Possono durare fino a 8 o 10 anni, consentendo di recuperare così l’investimento iniziale.
Tra le varie tipologie le lampadine a fluorescenza compatte elettroniche sono particolarmente indicate là dove vi sia la necessità di un uso prolungato, ma non di molte accensioni, nel qual caso si riduce la loro durata nel tempo.
Considerate che una lampadina di questo tipo da 20 watt illumina quanto una lampadina ad incandescenza tradizionale da 100 watt. La potenza di quest’ultima va dai 3 a 30 watt, e la durata è di circa 10.000 ore. I prezzi oscillano tra 10 e 18 euro.
Dovendo fare una stima su un periodo di 5 anni (2.000 ore) 3 lampadine fluorescenti tradizionali consumano 135 euro rispetto ai 540 di quelle tradizionali, mentre 3 lampadine fluorescenti compatte elettroniche appena 108 euro.
Le lampadine a LED (acronimo dell’inglese Light Emitting Diode) sono invece l’ultima innovazione introdotta sul mercato, che costituirà il prossimo futuro.
La luce arriva dall’emissione di fotoni da parte di diodi alimentati da un circuito elettronico. La luce viene prodotta attraverso un processo fisico nella giunzione del diodo, chiamato “ricombinazione elettrone-lacuna” che dà origine all’emissione di fotoni, di colore ben definito dipendente dall’energia liberata nella ricombinazione. Sono ormai di uso consolidato i LED monocromatici come il rosso, il giallo, il verde e il blu, nonché tutte le loro combinazioni, e la luce bianca. Diversamente dalle lampadine a incandescenza che terminano la loro vita con la bruciatura del filamento, i LED degradano lentamente con una perdita della luminosità che scende al 20-30%.
Si tratta di una tecnologia relativamente recente, in grado di assicurare standard di efficienza e durata particolarmente elevati.
Le lampadine a LED possono vantare una resa eccezionale, rispetto ai modelli precedenti, con un risparmio fino al 90% rispetto a quelle a incandescenza. Anche in termini di durata rappresentano un investimento sicuramente vantaggioso, potendo raggiungere una vita minima di 15-20 anni.
Contro. Hanno un costo ancora elevato.
Pro. Durano fino a 50.000 ore (6 anni se accese 24 ore, oppure 35 anni se accese 4 ore al giorno). Sono anche dimmerabili. Si accendono immediatamente, non producono calore, non sono fragili, sono utilizzabili con i regolatori di luminosità e, soprattutto, non mettono radiazioni infrarosse o ultraviolette, dannose per la pelle.
Secondo gli esperti, ci possiamo inoltre aspettare che in commercio nel prossimi anni siano introdotti nuovi modelli di lampadine a LED dalla resa energetica ancora più elevata, del 50%, rispetto alle versioni attualmente disponibili.
Vi è la ancora poco diffusa, ma destinata a diventare quella predominante, tecnologia dei polimeri organici. Essa si basa su materiali plastici (polimeri) in grado di emettere luce per elettroluminescenza se attraversati da corrente elettrica.
Una classe particolare ma non l’unica di questi materiali sono gli OLED.
I principali vantaggi risiedono nell’economia di esercizio, nel buon rendimento luminoso e nella possibilità di lavorare i corpi illuminanti in fogli di forma arbitraria.
Generano una luce diffusa di varia tonalità, non abbagliante e senza ombre. Con questa tecnologia si riesce a convertire in luce oltre il 70% dell’energia elettrica che si consuma, ma al momento l’impianto risulta essere molto più costoso per lumen emesso, rispetto ad altri sistemi.
Delineate le caratteristiche principali, vediamo alcuni aspetti utili nel compiere una scelta della lampadina che fa per voi. Ecco alcune informazioni in etichetta di cui è bene sapere il significato e da tener in conto:
Realizzate in tutte le forme e colori, le lampadine a LED sono disponibili con luce molto calda (cioè con una temperatura di colore bassa) e con luce fredda (cioè con una temperatura di colore alta).
Meglio scegliere lampadine da avvitare allo zoccolo, i modelli tubolari sono infatti più delicati e possono rompersi facilmente.
Diffidate dalle lampadine a LED e in generale di quelle a risparmio energetico a prezzi competitivi. Quelle economiche infatti hanno una durata ed un rendimento nettamente inferiore.
Delle ottime lampadine a risparmio energetico, realizzate da marchi “sicuri”, costano mediamente intorno ai 10 euro, che potete trovare in siti come Eurocali.
Tra i tipi di lampade alternative a quelle tradizionali ad incandescenza ci sono anche quelle al sodio, che presentano alcuni vantaggi specifici a fronte di modalità di utilizzo particolari.
Se siete alle prese con la scelta della migliore illuminazione per il vostro giardino, il vostro terrazzo oppure i vostri vialetti di accesso a casa e garage, e desiderate scegliere delle lampade con ottima resa dal punto di vista della luce, le migliori sono sicuramente quelle al sodio a bassa o alta pressione, usate comunemente per l’illuminazione delle strade.
Queste lampade contengono vapori di sodio ed altri gas come il neon, per cui all’accensione la scarica è guidata dal neon, e poi una volta che la lampadina è in stato di regime, funziona tramite il sodio.
La luce emessa è calda di un colore giallo-ocra, che gli addetti ai lavori definiscono bianco dorato. La differenza rispetto alle lampadine tradizionali è, dunque, che l’occhio umano percepisce della luce emessa da queste lampade solo il colore giallo, in quanto la loro resa cromatica è molto bassa.
Pro. L’efficienza è particolarmente alta, oltre 10 volte le lampadine ad incandescenza tradizionali. Anche la durata è notevole: circa 8.000-12.000 ore. Sostituite, hanno una caduta del flusso luminoso di appena il 10%.
Contro. Si accendono dopo pochi minuti, ma, se dotate di speciali accenditori o alimentatori, possono riaccendersi immediatamente. Non sono dimmerabili. Di difficile reperimento.
Se avete in programma di cambiare le luci di casa vostra e valutate la possibilità di compiere un investimento iniziale a beneficio di risparmi futuri, duraturi nel tempo, allora la scelta può ricadere con tutta tranquillità sui prodotti a LED. Il costo iniziale sarà sicuramente ricompensato dai risparmi futuri.
L’unico inconveniente è la raccolta differenziata delle lampadine a risparmio energetico. Nonostante siano prove di mercurio, sono sempre considerati rifiuti tossici. Si rende quindi necessario non smaltirle tra i rifiuti domestici ma rivolgersi ai centri di riciclo e ai rivenditori che devono ritirarle gratis, anche senza averne acquistata una nuova.
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