Un paese amante degli animali, che però è ancora indietro nell’effettiva tutela e nei servizi offerti ai cittadini e ai loro compagni d’affezione. E’ quanto emerge dalla terza edizione del rapporto “animali in città”, l’indagine di Legambiente dedicata alle attività e ai servizi dei Comuni capoluogo di Provincia per la protezione e gestione dei nostri amici a quattro zampe.
I risultati non sono troppo confortanti, se è vero che solo l’86% delle amministrazioni ha dichiarato di avere un assessorato o ufficio comunale specializzato nelle problematiche degli animali, mentre ancor peggio va per lo strumento dell’anagrafe canina, fondamentale per combattere la piaga del randagismo: scende al 72 la percentuale dei Comuni che ha semplicemente chiesto alle ASL il numero dei cani iscritti. Fortunatamente esiste però anche qualche caso virtuoso: nelle regioni Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia tutti i Comuni son dotati di questi preziosi registri.
Parlare di animali in città richiama subito alla mente la possibilità di usufruire di spazi aperti dove rilassarsi giocando e passeggiando in libertà col proprio cane. Ebbene, anche in merito a questi servizi l’Italia non si dimostra un Bel Paese, poiché in tutti i Comuni è presente uno spazio ogni 28.837 cittadini, valore che diventa di uno ogni 42.853 nelle grandi città. Senza contare che solo il 47% dei Comuni ha dichiarato di aver adottato regolamenti per l’accesso degli animali in uffici o locali aperti al pubblico. Non va meglio per quello al mare e al lago: solo il 34% dei Comuni costieri che hanno partecipato al sondaggio ha dichiarato di aver predisposto un apposito regolamento in materia.
Leggi anche: Mini-guida sul cane in spiaggia: diritti e doveri degli animali e dei loro padroni
Manca perfino una conoscenza approfondita della biodiversità animale in città, indispensabile per migliorare le azioni di prevenzione e ridurre conflitti e danni, spesso drammatici e sempre costosi. Una mappatura degli animali selvatici presenti sul territorio si riscontra solo nel 26% dei comuni.
Il sondaggio di Legambiente sulla situazione italiana degli animali in città si è pure posto il quesito se i Comuni siano pronti a gestire le emergenze, ossia a venire incontro ai cittadini che si trovano alle prese con animali liberi da soccorrere. Solo il 54% dei Comuni è pronto a dare informazioni utili ed ha predisposto procedure d’intervento specifiche, meno di uno su tre nelle grandi città. Sono una minoranza (15%) anche le amministrazioni che hanno i contatti per rivolgersi ad un Centro di recupero animali selvatici (CRASE). Buoni riscontri per gli interventi in situazioni di emergenza si riscontrano a Napoli, che ha attivo un servizio di 24 ore svolto dal pronto soccorso veterinario dell’ASL NA1, oltre che a Modena e Biella, centri minori dove gli uffici comunali svolgono un proficuo lavoro in collaborazione coi CRASE.
Potrebbe piacerti: Rotterdam,quando la metro è un rifugio per la fauna urbana…
Se poi siete tra coloro che mostrano costante preoccupazione per le esche e i bocconi avvelenati disseminati per le strade da cittadini irresponsabili e incoscienti, che mettono a repentaglio la salute dei nostri pet, sappiate che gli interventi legislativi non sono ancora adeguati. Solo un Comune su due ha adottato regolamenti o ordinanze che vietano o sanzionano l’utilizzo di questi strumenti di morte. In questo caso i risultati migliori si riscontrano nelle grandi città (77%) a fronte di dati ancora scoraggianti per le piccole (32%).
Volendo stilare una classifica delle città più virtuose nel rispetto e nella tutela degli animali in città, il gradino più alto del podio se l’aggiudica una città media come Prato, seguita da Bolzano e Modena. Tra i grandi centri il migliore è risultato Padova, che ha preceduto Firenze e Verona seppur con una valutazione leggermente al di sotto della sufficienza (59,97), mentre per quanto riguarda le piccole città, spicca Pordenone con un punteggio appena sufficiente (63,5), davanti a Chieti e Biella.
Scopri… perché non si devono allevare specie selvatiche in casa
Una città pet-friendly non è un sogno impossibile da realizzare, ma le istituzioni dovrebbero sviluppare servizi come anagrafe e sterilizzazione per porre un freno al randagismo di cani e gatti, con tutti i problemi e le sofferenze che porta con sé. Altrettanto importante è l’attivazione di efficaci e regolari controlli e sanzioni per il funzionamento delle regole di convivenza in città.
Occorre quindi ripensare e arricchire i centri urbani garantendo strutture di qualità ai cittadini e ai loro animali, per far fronte alla tendenza in costante crescita delle famiglie che ospitano gli animali in città. Chi ogni giorno ci regala tanto affetto, merita sicuramente di più.
Questa poi! In Spagna la popò dei cani arriva per posta… al padrone che non pulisce
Utilizziamo i cookie insieme ai nostri partner per personalizzare i contenuti e gli annunci pubblicitari, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico.