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Sono le megalopoli asiatiche le città più esposte alle catastrofi naturali

In Asia, in un futuro nemmeno troppo lontano, potrebbero verificarsi scene apocalittiche da film americani. Quasi tutte le grandi metropoli rischiano infatti di essere devastate da una calamità naturale: inondazioni in primis, ma anche uragani, tempeste, terremoti e tsunami. Uno studio condotto dalla svizzera Swiss Re stila una vera e propria classifica di rischio delle città più esposte alle catastrofi naturali.

Sono le megalopoli asiatiche le città più esposte alle catastrofi naturali

Stando alla compagnia elvetica, il più grande agglomerato a rischio è quello di Tokyo-Yokohama, che conta 57,1 milioni di abitanti potenzialmente a rischio (una popolazione che ospiterebbe quasi tutta l’Italia in pratica); segue la regione di Manila, che vanta 34,6 mln di abitanti. Poi l’estuario del fiume delle Perle della regione di Hong Kong, Macao e Canton in Cina (34,5 mln), la regione che tocca le città giapponesi Osaka e Kobe (32,1 mln), e la capitale indonesiana Giacarta (27,7 mln). E ancora Nagoya (Giappone, 22,9 mln) Calcutta (India, 17,9 mln) e Shanghai (Cina, 16,7 mln).

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Tutte megalopoli esposte ad un livello di rischio idrogeologico e a volte anche solo igienico ed ambientale (leggi qualità dell’aria in primis) davvero notevole.

Nella top ten delle città più esposte alle catastrofi ambientali, ci sono però anche due città non asiatiche che chiudono questa classifica poco lusinghiera: l’americana Los Angeles, che vanta 16,4 milioni di abitanti, e la capitale iraniana Teheran, con i suoi 15,6 milioni di abitanti.

Ma oltre alle perdite umane, ciò che preoccupa sono i danni all’economia. Swiss Re stima che in termini di produttività le più danneggiate sarebbero Tokyo, seguita da Osaka, Kobe e Nagoya. Qui però sono seguite anche subito da città non asiatiche: l’estuario del fiume delle Perle, Amsterdam-Rotterdam, Los Angeles, New York – Newark (Usa), San Francisco (Usa), Parigi e Taipei (Taiwan).

Insomma, lo sviluppo ha un prezzo a volte poco visibile, ma che cionondimeno esiste: un prezzo che si chiama maggiore esposizione alle catastrofi naturali. Una delle grandi sfide da vincere per le città del futuro…

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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