L’energia oggi secondo i manager di INSEAD in Italia
In un momento di crisi economica come quello attuale, torna in auge il problema dell’approvvigionamento energetico, un timore ricorrente in periodi di forte instabilità politica o, appunto, economica, ma non sempre fondato. Per sfatare questa preoccupazione e avviare una riflessione sana e razionale sull’argomento, si sono attivati anche i manager delle più importanti aziende italiane del gruppo ‘Energy Club’ dell’IAAI (INSEAD Alumni Association Italy), che hanno prodotto una riflessione sul tema questo mese.

Da questo sondaggio/confronto sono emerse alcune considerazioni importanti: in primis, il fatto che l’energia è un bene primario la cui produzione, efficienza e tutela sono affidate al senso civico e di responsabilità di ogni singolo cittadino e allo Stato. Per guardare con serenità al futuro, la maggior parte degli intervistati ha proposto la messa a punto di un piano energetico di medio-lungo termine che favorisca l’efficienza energetica anche nel nostro paese. Questo dovrebbe accompagnarsi allo sviluppo di nuove tecnologie e alla disponibilità di molti più incentivi economici che favoriscano l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
Altrettanto importante è disincentivare i comportamenti sbagliati tra gli utenti e promuovere l’uso razionale e virtuoso dell’energia mettendo in campo un’adeguata campagna comunicativa e di promozione culturale per la collettività.
In controtendenza rispetto ai diffusi malumori e il pessimismo dilagante, i manager non si dicono preoccupati dall’aumento dei costi energetici o dalla dipendenza da fonti estere. Quello che preoccupa la classe imprenditoriale italiana è soprattutto il problema ambientale e la necessità di ridurre le emissioni inquinanti nell’atmosfera. Auguriamoci che questo possa essere l’inizio di una discussione costruttiva che approdi ai banchi parlamentari con proposte concrete e risolutive. Gli allarmismi, del resto, non hanno mai risolto nessun problema.
In sostanza, la crisi è anche una grande opportunità: di business, certo, ma anche di cambiamento sostenibile nel medio-lungo termine. Speriamo che il nostro Paese sia in grado di coglierla.