L’eredità green di Apple
La dipartita, troppo precoce, di un uomo divenuto in questi anni un’icona dell’innovazione tecnologica e della filosofia basata sul think different, ha lasciato in molti il senso di una perdita importante.

FOTO: la vita di Steve Jobs in immagini, dalla fondazione di Apple fino ai giorni nostri
Steve Jobs, che ha portato la Apple ha divenire un’azienda leader nel campo tecnologico, ha fornito un esempio importante ai giovani trasmettendo loro l’idea per cui l’impegno e la caparbietà possono guidare davvero al successo. Dal nostro punto di vista, oltre a ribadire il genio di questo inventore nell’anticipare i bisogni delle persone e creare prodotti in grado di modificare gli usi e le abitudini, è importante capire quale eredità green ci consegni.
Insomma, quale contributo concreto ha fornito Jobs e la Apple a rendere il settore della tecnologia più ‘verde’?
Nonostante la diatriba con Greenpeace, che per anni ha posto sotto accusa l’azienda americana per l’impiego di carbone per alimentare i centri di elaborazione e di sostanze chimiche tossiche contenute nei prodotti in commercio, nel 2008 la Apple, sotto la guida di Steve Jobs, è stata la prima azienda di elettronica che si è impegnata a realizzare computer PVC e BFRs free, eliminando le sostanze tossiche dalle proprie produzioni. Altre aziende hanno poi deciso di seguire il suo esempio.
L’azienda, ormai universalmente nota per il simbolo della mela, ha mostrato un’attenzione particolare alle tematiche ambientaliste anche offrendo la possibilità di riutilizzo e riciclo di apparecchiature elettroniche obsolete, rotte o al termine del proprio ciclo di vita. In Italia, il partner che gestisce lo smaltimento è reperibile all’indirizzo www.consorzioremedia.it.
Interessante nella nostra prospettiva appare anche l’abbandono della Chamber of Commerce U.S. a causa delle sue posizioni in merito ai cambiamenti climatici.
Certo, nemmeno Apple ha alle spalle una storia esente da chiariscuri: memorabili le polemiche sorte in relazione al fatto che Apple collaborasse con fabbriche cinesi che sfruttavano manodopera minorile, questione su cui Apple ha sempre cercato di tenere (inutilmente, date le polemiche sorte in rete) un basso profilo.
Vi sono stati casi anche di intossicazioni da esano in fabbriche cinesi cui Apple commissionava parte della produzione e dell’assemblaggio.
Ma la storia più nota (e la pagina più scura), è quella del dipendente della famigerata Foxconn, che si suicidò per aver smarrito un prototipo di iPhone.
In ogni caso, con l’uscita di scena di Jobs, la questione diventa: sarà la Apple in grado di tener fede agli impegni presi per andare nella direzione di una produzione attenta non solo ai bisogni delle persone ma anche a quelli dell’ambiente?
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