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Lo scontrino: piccolo, sporco e cattivo

Vi ricordate il BPA? Del bisfenolo-A, una pericolosa sostanza chimica, ne avevamo già parlato in questo articolo a causa delle polemiche dovute alla presenza del BPA in molte plastiche alimentari, come quelle dei biberon utilizzati nella primissima infanzia che avevano portato a bandirlo in diversi Paesi europei.

Ebbene, il BPA continua ad insinuarsi nelle nostre vite anche attraverso… gli scontrini.
Stampato su carta termosensibile, sembrerebbe che (il condizionale è d’obbligo) lo scontrino fiscale, quotidianamente rilasciato dai vari esercizi commerciali a seguito di un acquisto, inquini borse e portafogli rilasciando la dannosa sostanza chimica bisfenolo-A.

La notizia è stata diffusa dall’Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori (ADUC) che ha ripreso i dati forniti da uno studio svedese secondo il quale la manipolazione di scontrini e ricevute fiscali simili può comportare rischi per la salute finora sconosciuti.

Recenti studi sembrano imputare proprio agli scontrini l’alto tasso di BPA rilevato nel sangue della popolazione, con una netta prevalenza in individui che per lavoro sono a stretto contatto con le ricevute fiscali come commessi/e e cassiere/i dei supermercati.

La pericolosità del BPA dipende dal fatto che si tratta di un estrogeno sintetico, capace di imitare l’azione dell’ormone estrogeno presente nel nostro sangue con conseguenze gravi soprattutto in casi di esposizione costante e ripetuta nel tempo.

Uno dei possibili consigli da seguire pertanto, prima che siano adottati provvedimenti utili a contrastare seri danni sulla nostra salute, è quello di evitare il permanere degli scontrini all’interno di borse o portafogli, cercando di conservarlo, in caso di necessità, all’interno di appositi rivestimenti di plastica.

In attesa, chiaramente, di saperne di più e in attesa di un chiaro pronunciamento da parte della comunità scientifica.

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Elle

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