Un’idea geniale che testimonia i passi in avanti che molte capitali europee hanno già compiuto in tema di risparmio energetico: scaldare le case con il calore prodotto dalla metropolitana.
Accade a Londra, dove sono già 700 le abitazioni della capitale britannica che stanno sperimentando il singolare progetto, basato sul recupero del calore di scarto sprigionato dai pozzi di ventilazione della metro. L’obiettivo è di scaldare l’intero quartiere di Islington proprio con quel calore. In questo modo si riducono gli sprechi energetici, si abbassano le emissioni di CO2 (-500 tonnellate all’anno!) e si tagliano i costi in bolletta a carico degli utenti.
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Il progetto, già operativo ma ancora in fase sperimentale, è nato grazie alla collaborazione tra l’Islington Council e il Power Networks UK, oltre al patrocinio dell’Unione Europea che ha già erogato 1,2 milioni di euro a favore della capitale inglese. Visti i primi risultati e l’entusiasmo generale, il sindaco londinese Boris Johnson ha già annunciato che le autorità locali sono pronte ad investire altri 2,7 milioni di sterline (3,2 milioni di euro) per implementare e migliorare il progetto in perfetta armonia con il concetto di smart city.
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Un esempio intelligente e a basso impatto ambientale che potrebbe e dovrebbe essere emulato da tante altre metropoli europee di dimensioni medio-grandi che, come Londra, dispongono di considerevoli riserve di calore inutilizzato proprio nella loro ‘pancia’. Senza considerare che i tagli alle emissioni di anidride carbonica che l’Europa continua a chiedere agli Stati membri potrebbero passare attraverso l’adozione di strategie del tutto simili a queste.
L’Italia è avvertita.
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