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L’ultimo “regalo” del Governo Monti: far bruciare i rifiuti nei cementifici. Pro e contro

Quasi un anno fa il ministro dell’Ambiente Clini aveva proposto di bruciare i rifiuti solidi urbani nei forni di cottura del clinker, la componente principale del cemento. Tecnicamente, consiste nel sostituire parzialmente i combustibili fossili (di solito utilizzati nei cementifici) con il cosiddetto combustibile solido secondario (CSS), ricavato dalla frazione secca dei rifiuti con l’aggiunta di altre componenti.

L’ultimo “regalo” del Governo Monti: far bruciare i rifiuti nei cementifici. Pro e contro

La soluzione sarebbe frutto di un accordo tra Ministero, l’Aitec (l’Associazione italiana tecnico-economica del cemento) e le Regioni italiane che versano in una grave emergenza rifiuti. La proposta è stata però sottoposta alle commissioni di Camera e Senato soltanto nell’ultimissima fase della legislatura.

Dopo il ‘si’ del Senato, però è stata bocciata dalla Camera, per la ‘rilevanza delle conseguenze’. Così sarà il nuovo Parlamento post-elezioni a mettere la parola fine alla questione. Intanto gli ambientalisti non considerano una grande idea quella di trasformare i cementifici in inceneritori.

Bruciare rifiuti non è mai meglio”, ricorda Agostino Di Ciaula, dell’Isde (Associazione dei medici per l’ambiente), sebbene l’uso del CSS da parte dei cementifici comporti una riduzione di alcune emissioni di gas serra, gli svantaggi per l’ambiente sarebbero comunque enormi. Già un cementificio è un impianto altamente inquinante e sostituire con i rifiuti parte del combustibile produce almeno il triplo di CO2 rispetto a un inceneritore classico”.

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Benché i limiti di emissioni di gas inquinanti siano maggiori rispetto agli inceneritori, restano identici per i micro-inquinanti più pericolosi, come la diossina. Che poi è proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati. Così i microinquinanti emessi dai cementifici potrebbero aumentare rispetto a quelli prodotti dagli inceneritori.

Inoltre il rischio diossina è aumentato dalla presenza nei combustibili CSS di materiali ad elevato potere calorifico ma che emanano gas venefici, come i pneumatici.

Di diverso avviso Giuseppe Schlitzer, consigliere AITEC – Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento – che specifica come i CSS (Combustibili Solidi Secondari) utilizzati nelle cementerie non sono -come tutti credono – ‘ecoballe’ o rifiuti presidirettamente dalle strade, Tutti i rifiuti sono prima trattati in modo industriale e complesso, secondo regole specifiche.

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D’altra parte l’impiego di questi combustibili nelle cementerie è pratica diffusa in tutto il mondo, soprattutto in Europa, che l’ha persino dichiarata una delle migliori tecniche disponibili (BAT, cioè Best Available Technique).

Così in Olanda, Germania, Francia ed Austria, tanto per fare degli esempi, i CSS costituiscono rispettivamente il 98%, il 61%, il 45% e il 30% del combustibile utilizzato nei forni da cemento. Quelli citati sono peraltro tutti paesi dove la raccolta differenziata è a livelli molto più elevati che da noi (in Germania al 50%), il che dimostra come riciclo e recupero non siano in contraddizione.

Per AITEC quindi, in presenza di una normativa più stringente sulle emissioni in cementeria, usando i CSS si avrebbe un abbattimento delle emissioni di CO2, che nei cementifici dipendono per il 60% dal tipo di processo – e in questo caso sono incomprimibili – e per il 40% dai combustibili utilizzati.

Sempre secondo Aitec, addirittura, se si raggiungesse l’obiettivo di sostituire la metà dei combustibili fossili con i CSS, (che cita uno studio  di Nomisma Energia) si eviterebbero 2 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.

In parole povere, secondo l’Aitec, la proposta di Clini comporterà un abbattimento complessivo delle emissioni e, come dimostrato anche in studi governativi, non presenta alcun rischio per la salute dei lavoratori e dei cittadini.

Mentre gli ambientalisti pensano che siano un modo di emettere esalazioni ben più pericolose e inquinanti, come la diossina, facendo risparmiare i cementifici che limiterebbero l’uso di combustibili fossili e userebbero i ben più economici rifiuti.

Chi ha davvero ragione? Come detto, la palla passerà al prossimo Parlamento. Il che è alquanto inquietante, data la scarsa attitudine ecologista dei nostri Ministri…

Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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