Il mandorlo è indubbiamente uno degli alberi da frutto più belli. Molto rinomata è infatti la sua fioritura, caratterizzata da incantevoli fiori bianchi, lievemente screziati di rosa chiaro, e gradevolmente profumati. Si tratta di una pianta molto antica e molto diffusa nel bacino del Mediterraneo. Il mandorlo può essere coltivato sia in giardino, in piena terra, che in vaso: in questa guida pratica vedremo come prendercene cura al meglio.
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Originario dell’Asia sud-occidentale, il mandorlo appartiene alla famiglia delle Rosaceae, specie Prunus dulcis. Si tratta di una pianta molto antica, le cui origini risalgono a circa 5.000 anni fa.
In seguito, si diffuse nell’antica Grecia e nell’Impero Romano, fino a a raggiungere nel VII secolo l’area del bacino del Mediterraneo, grazie alle invasioni arabe.
L’albero del mandorlo è molto scenografico, specie durante il periodo della fioritura, quando si rimpei di meravigliosi fiori rosa. Ha un’altezza media di 5 metri. In casi particolari può addirittura crescere fino a 10 metri. Ma vediamo più nel dettaglio le sue caratteristiche.
Esistono più varietà di mandorlo:
L’altezza media è di 5 metri, ma può raggiungere anche i 7 – 8 metri. Il diametro del fusto è di circa 5-6 metri. In ogni caso, si tratta di una pianta dalla crescita piuttosto lenta.
È un albero che cresce lentamente. Di solito entra in produzione dal quinto anno, momento in cui è possibile cominciare a raccogliere le mandorle.
Tra i vari alberi da frutto, il mandorlo si distingue per la sua longevità. Può durare anche 50 anni e alcuni esemplari posso addirittura diventare plurisecolari.
Il mandorlo può essere piantato in giardino, vicino all’orto, così come anche in un vaso.
La pianta venduta a radice nuda va piantata nel periodo compreso fra ottobre ed aprile.
Se si vuole coltivare il mandorlo come pianta da frutto, è fondamentale preparare il terreno, arandolo in profondità. Qualora invece si volesse coltivare questa pianta per la bellezza dei suoi fiori, allora si consiglia di utilizzare un compost di torba e sabbia, sia per le piante messe a dimora in giardino che per quelle in vaso.
Gli esemplari piantati in piena terra vanno interrati ad una profondità di 70-80 cm; per quelli in vaso, invece, considerare una profondità di 30-40 cm. Piantando più esemplari, mantenere almeno 6 metri di distanza tra una pianta e l’altra.
Se invece si opta per la messa a dimora da seme, una volta germinata in un contenitore piccolo, la piantina va trapiantata dopo 2-3 settimane in una buca profonda 20 cm circa e larga 40-50 cm.
Indicativamente, il mandorlo ama il caldo e sopporta bene le alte temperature. Per questo va coltivato in un’area soleggiata.
Il mandorlo vive cresce bene in vari tipi di terreno. Ad ogni modo, il terreno ideale è fertile, mai troppo umido e con buon drenaggio. Per quanto poi riguarda il livello di acidità del terreno stesso, il pH deve essere compreso fra 7.0 e 8.4.
Pianta molto diffusa nell’area mediterranea, il mandorlo ama il clima mite, tendente al caldo. Riesce anche a sopportare lunghi periodi di siccità. Di contro, invece, non sopporta le zone umide e i terreni argillosi.
Di fatto, quindi, cresce bene nelle zone con clima secco e arido. La temperatura ottimale è compresa fra 25 e 30ºC. Quando il termometro scende sotto i 15°C o supera i 35°C, la pianta subisce una forte riduzione della produzione. Oltre i 40 ºC, la situazione si fa critica in quanto la pianta può andare incontro a disidratazione, caduta delle foglie, ustione del legno e danni ai frutti.
Durante il periodo di pausa vegetativa invernale, resiste bene anche a temperature al di sotto dei -15 ºC.
La parte più delicata e sensibile al freddo sono i fiori. Attorno ai 0ºC, i fiori risultano danneggiati.
In Italia, la coltivazione del mandorlo copre 37 mila ettari. Il 55% di queste piantagioni si trova in Sicilia e il 39% in Puglia. Di fatto, però, nel nostro paese, il mandorlo potrebbe essere benissimo coltivato a qualsiasi latitudine.
Anche al Nord, infatti, è possibile coltivare questo albero da frutto, eccetto che nelle zone alpine, dove gli inverno sono molto lunghi e il clima molto rigido.
Come già detto, il mandorlo lo si può coltivare anche in vaso, a partire dalle mandorle stesse. Vediamo come procedere.
Dopo aver visto come e dove coltivare il mandorlo, passiamo ora ad alcune indicazioni sulla cura e la manutenzione di questa pianta.
Il terreno va mantenuto sempre umido. Nei periodi più caldi è bene annaffiare la pianta anche più volte al giorno. In inverno, invece, le irrigazioni vanno diradate, e a volte possono essere sufficienti le piogge.
Perché la pianta cresca forte e sana, è importante aiutarla con i giusti nutrienti. In autunno, è bene dare alla pianta le sostanze nutrienti utili per superare il freddo inverno.
A febbraio, poi, occorre somministrare alla pianta gli elementi atti a favorire la ripresa vegetativa. Dopo il letargo invernale, somministrare quindi del concime a lenta cessione, e poi concimare ancora un paio di volte durante la primavera.
Il nutriente di cui il mandorlo ha più bisogno è l’azoto, che va aggiunto soprattutto nei terreni sabbiosi, ricchi di sali minerali. Altri elementi necessari con cui nutrire la pianta sono il fosforo, il magnesio e il potassio. In quantità minori, calcio, zinco, ferro e boro.
Il mandorlo è una pianta robusta che riesce a resistere anche a lunghi periodi di siccità. Tuttavia, l’irrigazione è fondamentale affinché la pianta cresca bene e produca fiori e frutti in abbondanza. Il terreno va mantenuto sempre umido. Specie quando fa molto caldo, l’ideale sarebbe irrigare il terreno tutti i giorni e, se necessario, anche più volte al giorno.
In inverno è possibile diradare le annaffiature. A volte può bastare l’acqua piovana.
Il mandorlo si propaga per gemmazione su piantine o cloni di età di 1-2 anni. In genere, il germogliamento può essere eseguito da inizio primavera fino in autunno. In genere, però, gran parte dei coltivatori, opera in piena estate.
Come portainnesti vengono utilizzati il pesco, il mandorlo e varie piantine ibride. Il mandorlo con portainnesto di pesco cresce rapidamente, fruttifica prima del solito e, in genere, è anche più produttivo nei primi vent’anni rispetto all’albero medio ottenuto con portainnesto di mandorlo.
A inizio primavera è bene provvedere alla potatura del mandorlo, accorciando i rami troppo lunghi ed eliminando quelli secchi e danneggiati. Inoltre, è buona cosa anche provvedere allo sfoltimento della chioma e alla eliminazione dei succhioni.
In ogni caso, i tagli devono essere minimi.
Qualora il mandorlo venisse colpito dal coleottero buprestide che scava gallerie nel legno del tronco, provvedere ad eliminare tali parti danneggiate sempre attraverso le operazioni di potatura.
per potare il mandorlo ci sono 3 principali tecniche da poter utilizzare.
Il mandorlo ha 3 rami:
Di questi 3, il brindillo è un ramo fruttifero. Lungo dai 10 ai 25 cm, è molto sottile e sulla sommità presenta gemme miste che producono foglie e frutti.
Noti per la loro bellezza, i fiori del mandorlo sono ermafroditi.
Di colore bianco candido, al massimo leggermente sfumati di rosa chiaro, hanno un diametro di circa 5 cm e sono costituiti da 5 petali e altrettanti sepali. Al centro vi sono 40 stami e un pistillo con ovario.
I fiori del mandorlo sono delicatamente profumati.
Tra tutti gli alberi da frutto, il mandorlo è uno dei più precoci, nel senso che fiorisce piuttosto presto. Nel nord Italia, i suoi fiori cominciano a sbocciare durante i primi 10 giorni di marzo; ma al sud, dove il clima è ben più mite, la fioritura comincia già tra fine gennaio e inizio febbraio.
I fiori del mandorlo sono così belli che molti lo coltivano per abbellire un angolo del giardino, indipendentemente dai frutti.
La fioritura è precoce è dura un paio di settimane circa. I fiori del mandorlo, seppur possano apparire molto delicati, sono in grado di resistere anche alle basse temperature.
Può capitare che una pianta di mandorlo non produca frutti. In presenza di questo problema, provare a piantare un altro mandorlo nelle immediate vicinanze in modo tale da permettere una corretta impollinazione.
La caduta delle foglie avviene da novembre a gennaio. Questo, infatti, corrisponde al periodo in cui i mandorli entrano in riposo vegetativo.
Se doveste notare che le foglie cominciano ad ingiallire, e poi ad afflosciarsi fino a cadere, è segno che si sta irrigando troppo la pianta. Adeguare le irrigazioni di conseguenza.
I parassiti principali nemici del mandorlo sono le cocciniglie, i ragni, gli afidi, i bruchi e le formiche.
La pianta può inoltre essere colpita anche da malattie fungine per via di alti tassi di umidità e/o eccessiva irrigazione.
Anzitutto è bene precisare che il mandorlo comincia a produrre frutti a partire dal quinto/sesto anno di età. Di media, da una pianta sana si possono ottenere circa 15-18 kg di mandorle per ogni singola pianta.
Poiché è uno degli alberi da frutto che fiorisce per primo, il mandorlo è simbolo di speranza e di rinascita.
Le stesse mandorle, nella mitologia greca, sono considerate divine perché protettrici della verità: il loro guscio duro custodisce il seme-verità, che si può conoscere solamente se si è in grado di spaccare la scorza esterna.
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