In molte tradizioni e culture, il Mantra è una formula sacra che viene recitata durante il giorno come una sorta di preghiera. Ognuno può scegliere il proprio mantra di meditazione per liberare spirito e corpo dagli archetipi della realtà. Scopriamo di cosa si tratta esattamente.
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Il termine ‘mantra’ deriva dalla sintesi di due parole sanscrite che sono ‘man‘ (pensare, con riferimento all’anima e allo spirito) e il suffisso ‘tra‘ (proteggere, agire). Dunque, il significato letterale della parola è ‘pensiero che offre protezione‘.
Il mantra di meditazione è, in effetti, una formula verbale espressa in sanscrito che viene recitata più volte durante l’arco del giorno per ottenere benefici a diverso livello. Mentale, corporeo ed energetico.
Ma come funziona e in cosa consistono esattamente tali benefici? Per comprenderlo occorre fare un passo indietro e ripercorrere le origini più remote di questa disciplina orientale.
La nozione affonda le radici nelle antiche credenze religiose indiane, Vedismo, Brahmanesimo, Buddhismo, Giainismo, Induismo, Sikhismo. Grazie al Buddhismo, in particolare, questa pratica meditativa ha conosciuto un’ampia diffusione in tutta l’Asia arrivando fino ai confini di Tibet, Giappone, Corea e Vietnam.
La più antica letteratura vedica, il Raveda, attribuisce al mantra una funzione ‘evocativa’ nei confronti dei deva (divinità) per ottenere beni materiali, longevità o vittoria. In tale contesto, era un inno sacro recitato e tradotto dal brahmano durante le cerimonie liturgiche.
Nell’induismo e nelle tradizioni tantriche i mantra pervadevano la vita dei devoti hindu che li recitavano in diversi momenti della giornata con finalità sia sacre che profane. A differenza di quelli contemplati dalla tradizione vedica, questa tradizione li associa direttamente alle divinità attraverso la sola forma fonica. Alcuni rappresentano, ad esempio, parti del corpo o del cosmo.
Oggi è diventato un termine di uso comune che indica una sorta di ‘formula magica di derivazione orientale‘. Al mantra viene attribuito il potere di migliorare la propria esistenza, generare prosperità e ottenere benessere fisico e mentale. In altre parole, è considerato uno strumento per migliorare la vita di tutti i giorni.
Oltre ad essere una formula verbale, il mantra è un vero e proprio suono vibrazionale, poiché nel recitarlo è molto importante applicare la pronuncia, l’enfasi e la vibrazione corretta.
Questo suono è detto anche ‘archetipale‘, precedente alla parola e alla scrittura. È scolpito ad un livello profondo dell’inconscio umano. Un po’ come una ninna nanna, la sola ripetizione è in grado di infondere serenità su mente, corpo e anima.
Chi lo interpreta può non conoscerne il significato e limitarsi all’emissione di una serie di suoni e vibrazioni con effetti differenti, a seconda della tradizione di riferimento.
In generale, recitare un mantra è utile a dissipare le mistificazioni della realtà. Aiuta ad aprire la mente ad una dimensione spirituale amplificata.
In alcuni casi, inoltre, i mantra servono ad evitare pericoli, risolvere situazione spiacevoli e perfino ottenere la guarigione da determinate malattie. La loro funzione, oltre che meditativa e spirituale, è appunto protettiva.
Per queste ragioni, costituiscono la base di altre pratiche spirituali più moderne, come la meditazione trascendentale e la New Age.
I mantra si dividono in 2 grandi categorie:
Quelli più utilizzati sono diversi. Vediamo,i in dettaglio.
Il Mantra Yoga fa parte del Nada Yoga (Yoga del Suono), vale a dire la pratica di unione (Yoga) con il divino attraverso la recitazione dei mantra.
In effetti, più che un tipo di mantra, è il processo attraverso cui si arriva al corretto utilizzo delle formule sacre di origine vedica.
Il momento più indicato per recitarlo è al mattino presto e alla sera, assumendo determinate posizioni yoga, ma la tradizione vedica lo contempla in qualsiasi momento della giornata.
Il Mantra Om è considerato il mantra per eccellenza, padre di tutti i mantra indiani finora tramandati. Si tratta di un bija mantra, vale a dire un “mantra seme” che ha sedimentato le basi di tutti gli altri. Il suo simbolo sanscrito è una stilizzazione di un elefante (Ganesha), ovvero ‘colui che rimuove tutti gli ostacoli‘.
Attualmente sono i più conosciuti e diffusi in Italia, con centri specializzati nell’insegnamento della loro pratica.
Lo scopo principale dei mantra tibetani (detti anche buddhisti) è quello di raggiungere la pace della mente, ovvero proteggerci da emozioni e pensieri negativi. Si tratta di mantra di guarigione utilizzati nei secoli per infondere serenità a mente e spirito.
Quella più conosciuto è l’ OM MANI PADME HUM (“O gioiello che sei sul fiore di loto, concedimi tutte le realizzazioni”). Viene recitato per ottenere la liberazione da sofferenze e pene.
Il Mantra Gayatri è considerato uno dei più potenti e consiste in un’invocazione al Sole e alla sua energia divina. Viene recitato all’alba o al tramonto per migliorare le capacità intellettive e ottenere lungimiranza e saggezza.
È noto anche con il nome di Sandhya Vandana (‘saluto alla luce della Verità‘), per indicare la sua natura meditativa attraverso il Sole.
Solitamente, il mantra viene recitato a voce alta o bisbigliando. Le vibrazioni sonore, infatti, penetrano l’inconscio e arrivano a modificare la percezione della realtà a livello subliminale.
Un mantra può essere recitato anche mentalmente. Sopratutto dopo lunghi periodi di meditazione ad alta voce, ma sempre con la corretta intonazione che è fondamentale per non comprometterne l’efficacia.
L’atto stesso di pronunciarlo viene denominato uccāra, mentre la sua ripetizione si chiama japa, che a sua volta è praticata con l’ausilio dell’ akṣamālā, un rosario di origine vedica.
Uno dei significati attribuiti al termineuccāra è ‘movimento verso l’alto‘. Nella visualizzazione interiore, infatti, è immaginato come un atto di risalita spirituale che si compie lungo il percorso della kuṇḍalinī, l’energia divina risiede in ogni individuo.
Da sottolineare, inoltre, che un mantra non può essere appreso da un testo o da altre persone, ma deve essere trasmesso da un guru che lo consacri con riti simili a quelli della consacrazione delle icone.
Di fondamentale importanza durante la recitazione di un mantra, infine, è il controllo della respirazione e l’accompagnamento con gesti simbolici. Si tratta di gesti effettuati con le mani, che nella tradizione tantrica vengono utilizzati come pratiche di visualizzazione.
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