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Moda ‘sporca’, ecco i libri che raccontano cosa c’è dietro la moda cheap

Il mondo della moda da sempre si presenta sotto luci accattivanti, proponendosi come un settore ricercato e degno di invidia per noi comuni mortali. Non tutti hanno però chiaro il costo in termini ambientali che ha quest’industria.

Moda ‘sporca’, ecco i libri che raccontano cosa c’è dietro la moda cheap

FOCUS: Dei vestiti veramente naturali che denunciano i costi ambientali della moda

Oggi vi segnaleremo anche 15 opere editoriali nel mondo anglosassone che ci svelano cosa si  nasconde dietro le quinte del dorato mondo della moda.

Moda & Sostenibilità: design for change (2012) di Kate Fletcher e Lynda Grose analizza come la conversione sostenibile dell’intero circuito di produzione stia lentamente migliorando la qualità dei prodotti e le condizioni lavorative degli operatori coinvolti. Il libro affronta varie tematiche, dall’uso di sostanze tossiche agli abusi sul lavoro, per presentare infine una ricca panoramica sulle innovazioni nei materiali, nella fabbricazione e distribuzione dei capi.

Naked Fashion: The New Sustainable Fashion Revolution (2012) di Safia Minney è un libro sulla rivoluzione sostenibile che sta investendo il mondo della moda. Si trovano contributi sulla condizione degli operai tessili del Terzo Mondo, casi di studio sulla moda a basso impatto ambientale e profili di designer, fotografi, registi e altri personaggi che stanno innovando il settore dall’interno.

To Die For: Is Fashion Wearing Out the World? (2011) di Lucy Siegle, giornalista dell’Observer, analizza in modo agghiacciante il consumismo sfrenato dei nostri tempi che ci porta a considerare i vestiti come prodotti usa e getta per stare al passo con la moda stagionale.

Shaping Sustainable Fashion: Changing the Way We Make and Use Clothes (2011) di Alison Gwilt e Timo Rissanen consiglia una serie di soluzioni strategiche per reinventare il modo di produrre e usare i capi d’abbigliamento.

Eco Fashion(2010) di Sass Brown porta una ventata di ottimismo, presentando una carrellata di casi di bioarchitettura e di personaggi che stanno segnando una svolta importante verso un approccio sempre più sostenibile.

Amelia’s Compendium of Fashion Illustration (2010) di Amelia Gregory mostra i profili dei 45 migliori designer e case produttrici che si sono distinti per il loro impegno ambientalista, tra cui Ada Zanditon, Christopher Raeburn< ed.EDUN. The Travels of a T-shirt in a Global Economy (2009) di Pietra Rivoli è il simpatico racconto di viaggio di una t-shirt che attraversa tutto il pianeta. Nel libro si intrecciano spunti di economia, politica e storia, approfondendo tematiche scottanti come quelle del protezionismo e del libero scambio.

Where Am I Wearing? A Global Tour to the Countries, Factories, and People ThatMake Our Clothes (2012) di Kelsey Timmerman, come il libro precedente, analizza il percorso di una T-shirt, un paio di blue jeans, di boxer e infradito attraverso l’ Honduras, il Bangladesh, la Cambogia e la Cina, affrontando domande scomode con un umorismo disarmante.

Sustainable Fashion and Textiles: Design Journeys (2008) di Kate Fletcher è stato tra i primi libri a sfidare la cultura esistente con i temi della sostenibilità per i capi d’abbigliamento e i tessuti. Il messaggio lanciato è quello di poter diffondere i nuovi eco-principi sfruttando la pubblicità dell’intero settore.

Eco-Chic: The Fashion Paradox (2008) di Sandy Black, professore alla London Collegeof Fashion, presenta una serie di casi di designer, tra cui Katherine Hamnett, Marks and Spencer e Linda Loudermilk, scovando i segreti che si celano dietro alla ricerca dei materiali utilizzati.

Green is the New Black: How to Change the World With Style (2008) di Tamsin Blanchard è una simpatica guida che ci insegna come essere fashion e green allo stesso tempo, privilegiando scelte eco-consapevoli.

Style, Naturally (2008) di Summer Rayne Oakes è una sorta di vademecum contenente informazioni su siti web e case produttrici che si stanno impegnando nella realizzazione di capi e prodotti di bellezza rigorosamente green.

Future Fashion White Papers (2008) di Leslie Hoffman and Earth Pledge è una raccolta di saggi scritti da progettisti, produttori, agricoltori, professori, modelli, imprenditori e direttori creativi. La prefazione di Diane von Furstenberg è un inno alla protezione dell’ambiente.

In Fugitive Denim (2007), la giornalista Rachel Louise Snyder segue l’industria dell’abbigliamento su varie location: da un atelier di design di New York, presso un raccoglitore di cotone in Azerbaigian, nelle fabbriche cinesi. Nessun tono polemico, solo un quadro descrittivo della forza lavoro presente al mondo d’oggi.

E per finire Overdressed: The Shockingly High Cost of Cheap Fashion (2012) di Elizabeth L. Cline è una critica a quella che viene definita la fast fashion, che come nella logica dei fast food, implica un consumismo sfrenato a danno dell’ambiente ma anche delle nostre anime.

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Alessia Fistola

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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