Sta suscitando aspre polemiche la decisione del Governo mongolo di concedere la caccia ad alcune specie già in via d’estinzione. In particolare, fa discutere la licenza concessa ai bracconieri di uccidere lo splendido Leopardo delle nevi, giustificando tale scelta con fini scientifici. In realtà di tale stupendo esemplare, chiamato anche Mountain ghost (fantasma della montagna) per la sua natura sfuggente, fa gola soprattutto la rara pelliccia e non poche pressioni al Governo mongolo arrivano dai pastori, i quali vedono nel Leopardo delle nevi una pericolosa minaccia per il proprio gregge. Proprio in virtù del fatto che va a caccia soprattutto di notte.
Per la loro difesa è nato un apposito comitato: il Panthera’s Snow Leopard Program, i cui direttore esecutivo, il signor Tom McCarthy, e il vice Presidente, George Schaller, hanno scritto una lettera al ministro della Natura, Ambiente e Turismo mongolo. Tra le altre cose, McCarthy e Schaller hanno scritto: “Se la caccia programmata al leopardo delle nevi andrà ancora avanti, la credibilità della Mongolia come leader nella conservazione delle specie rare sarà gravemente offuscata (…) Siamo del parere che non esista valida giustificazione per l’uccisione di leopardi delle nevi in nome della scienza. Le nuove scoperte possono essere ottenute per vie non letali grazie ai progressi nelle tecniche di ricerca, quali la genetica, le trappole fotografiche, i collari GPS satellitari e altri strumenti. Peraltro già utilizzati in Mongolia”.
Insomma ciò che dicono i due responsabili del Panthera’s Snow Leopard Program è che uccidere gli animali nel nome della scienza è qualcosa di anacronistico – oltre che sbagliato a prescindere – giacché le moderne tecnologie consentono di studiarli senza doverli fare fuori.
I dati sulle specie animali uccise in Mongolia quest’anno sono già allarmanti: oltre a quattro leopardi delle nevi, sono già stati uccisi due orsi bruni, quaranta lupi grigi, ben 335 diversi animali ungulati, e circa 400 uccelli.
Per quanto concerne specificamente il leopardo delle nevi, attualmente in Mongolia ne sono circa 1.200. Nel mondo ne esistono tra le 3.500 e le 7000 unità. Dunque la sola Mongolia ne detiene più di un terzo o comunque almeno un quinto.
In realtà questa rara specie felina è minacciata un po’ in tutti i Paesi, soprattutto per la sua stupenda pelliccia. Ma in alcune zone anche per le ossa.
Panthera, che mira a proteggere anche altre specie feline quali tigri, leoni, giaguari, ha avviato una petizione contro la scelta del Governo mongolo di uccidere i leopardi delle nevi ai fini della ricerca scientifica. Ha già raccolto quasi 4mila firme ad oggi.
Speriamo basti, e soprattutto, non sia troppo tardi.
La petizione: panthera.org/content/panthera-action-alert
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