La mora, frutto ricco di principi attivi benefici, vitamine e sali minerali, è nota fin dall’antichità per le sue proprietà antiossidanti e per l’alto contenuto di acido folico. Conosciamo meglio questo frutto selvatico e i suoi tanti impieghi terapeutici e alimentari.
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Un frutto davvero ricco di proprietà è la mora. Altro non è che una bacca dei rovi e dei gelsi, piante molto diffuse in tutta Europa e in Italia, che crescono spontanee nelle campagne, nei boschi e ai bordi delle strade.
A differenza delle more di rovo, però, le more di gelso sono coltivate essenzialmente come nutrimento per il baco da seta.
La mora si presenta come un frutto morbido e succoso dal colore nero-rossastro, tendenzialmente lucido, e dal sapore dolce e acidulo che raggiunge la sua piena maturazione nei mesi estivi fino alla fine di settembre.
Oltre ad essere molto utilizzate in cucina per la preparazione di marmellate, succhi e composte, le more sono sfruttate per le proprietà benefiche e l’alto valore nutrizionale. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Il nome scientifico della mora di rovo è rubus ulmifolius, pianta appartenente alla famiglia delle rosaceae che cresce spontanea nei boschi, nei sentieri collinari e ai bordi delle strade di campagna.
In realtà annovera molte altre piante da frutto come il melo, il pero, il mandorlo, il pesco e l’albicocco.
La mora fa parte dei cosiddetti ‘piccoli frutti’ che identificano tutti quegli arbusti perenni a sviluppo lento e dai frutti morbidi e succosi. Ne sono un esempio anche i ribes, l’uva spina, i mirtilli, i lamponi, le fragole e l’uva.
Viste le loro fioriture appariscenti e generose, alcune varietà di rovi sono coltivate come piante ornamentali per decorare balconi e giardini.
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Nonostante sia molto facile raccoglierle tra inizio luglio e fine settembre, sono frutti selvatici poco presenti sulle tavole e ingiustamente sottovalutati.
In realtà, sono ricche di principi attivi benefici che contribuiscono al benessere di tutto l’organismo, in particolare di cuore, arterie, intestino e gola. Vediamoli.
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Come tutti i frutti di bosco, anche la mora contiene antocianine e flavonoidi, sostanze antiossidanti che contrastano l’invecchiamento cellulare provocato dai radicali liberi.
Il consumo abituale di more e dei suoi estratti ha effetti diuretici, depurativi e rinfrescanti. L’azione depurativa, in particolare, agisce in modo benefico su cuore e arterie e favorisce un’azione di contrasto verso le patologie cardiovascolari.
Contiene una buona quantità di acido folico, indispensabile per le donne in gravidanza, sopratutto nei primi mesi di gestazione, quando una carenza di acido folico può compromettere il regolare sviluppo del feto.
Già nell’antichità, le foglie di mora erano utilizzate per preparare tisane e decotti utili per contrastare le ulcere gastriche e per lenire i disturbi gastrointestinali.
Tutte le parti del rovo, oltre ai suoi frutti, possono essere utilizzare per preparazioni erboristiche e fitoterapiche. Dalla radice, ad esempio, si estrae un buon concentrato di tannini dall’azione astringente e lenitiva.
Non a caso, il tè ottenuto dall’estratto di radice di mora è un antidoto naturale contro i disturbi intestinali e un potente alleato per contrastare la diarrea.
Germogli, foglie e gemme sono utilizzate per realizzare decotti utili per la cura delle infiammazioni del cavo orale e delle gengive (gargarismi). Il succo del frutto della mora, invece, è utilizzato in campo cosmetico per la preparazione di impacchi e maschere dall’effetto rinfrescante e idratante.
Visto il modesto apporto calorico (43 calorie per 100 grammi), la mora rappresenta uno spuntino energetico a basso indice glicemico che può essere consumato in tutta liberata sia da chi soffre di diabete che da chi segue diete e regimi alimentari ipocalorici.
La mora è un alimento ricco di fibre solubili e insolubili che garantiscono il buon funzionamento dell’intestino e dell’apparato digestivo in generale. Consumare more con regolarità significa prevenire la stitichezza e favorire la regolarità intestinale.
Studi scientifici, infine, hanno dimostrato l’utilità dei flavonoidi e delle antocianine nel prevenire molte forme tumorali. Queste sostanze sono particolarmente concentrate nelle more selvatiche e rappresentano i pigmenti che conferiscono la tipica colorazione blu-rossastra al frutto.
La mora è un frutto che non presenta particolari controindicazioni o effetti collaterali, ma è bene ricordare a chi soffre spesso di diarrea e diverticolite che il consumo deve essere limitato per via dell’alto contenuto di fibre.
Prima di raccogliere more dai rovi è bene valutare attentamente la maturazione del frutto e scegliere solo quelle dal colore più intenso e brillante onde evitare di consumare more dal sapore troppo acidulo e dall’effetto particolarmente astringente.
Allo stesso tempo, le more troppo mature potrebbero risultare poco saporite o contaminate da insetti e mosche attirati dall’alta concentrazione di zuccheri fermentati.
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Preparazione:
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