L’aleurodide o mosca bianca è un parassita delle piante di origine tropicale. Detti anche aleurodi, sono in grado di provocare ai raccolti gli stessi danni degli afidi. Conosciamone le abitudini in modo da debellarle.
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Per la resilienza alle basse temperature, per la grande adattabilità e la capacità di riprodursi velocemente, la mosca bianca è uno dei parassiti delle piante più temuti. Predilige i luoghi caldi e umidi, per questo nel Nord Italia è facile trovarla nelle serre, ma in caso di inverni miti, anche nei campi.
Proprio come dice il nome stesso, somiglia a una mosca, ma il suo colore è bianco-crema e le ali sono più sottili e allungate. Si alimenta della linfa, che estrae dalle foglie con l’apparato succhiante. Così facendo, indebolisce la pianta, attirando, pertanto, virus e batteri.
La mosca bianca è particolarmente prolifica, infatti o stadio di sviluppo e riproduzione è attivo praticamente durante tutto l’anno. La femmina depone dalle 150 alle 200 uova, nella pagina inferiore della foglia. I piccoli, ovvero le neanidi, nascono dopo 10-12 giorni. Dopo 3 settimane-1 mese sono già pronti per diventare adulti.
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La mosca bianca ama particolarmente le angiosperme (o spermatofite), ovvero le piante da fiore come magnolie e orchidee. Per quanto riguarda le piante da vaso, attacca begonia, dalia, ciclamino, tageti e petunie.
È nemica anche della stella di Natale e di quasi tutte le varietà di geranio. Ma è anche particolarmente dannosa per solanacee, leguminose, curcubitacee, agrumi e la pianta del tabacco.
Gli aleirodidi sono soliti vivere in colonie e attaccare la parte bassa della pianta, attraverso la melata, che riempie le foglie ingiallendole e facendole cadere.
All’occorrenza, questa sostanza vischiosa e zuccherina è in grado di produrre delle fumaggini, ovvero macchie bianche o scure causate dalla proliferazione del fungo saprofita.
Per la cattura degli adulti possono essere utilizzate le trappole cromotropiche, da appendere a una ventina di centimetri sopra la pianta.
Le uova sono protette da una pellicola cerosa, che le rende particolarmente resistenti agli insetticidi. Per questo la lotta biologica è forse la più efficace nel debellare la mosca bianca.
L’imenottero calcidoideo Encarsia formosa ed Encarsia tricolor sono capaci di contenere il proliferarsi degli aleurodidi. Altro rimedio è dato da batteri capaci di parassitare le uova e gli adulti, come la Beauveria bassiana e il Verticillium lecanii.
I trattamenti vanno effettuati abbastanza frequentemente (più volte in un mese) e in ambiente protetto.
Per la lotta agli agrumi, soprattutto al Sud, si sono rivelati molto utili i lanci di Encarsia lahorensis e clithosteus arcuatus.
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La prevenzione può essere un ottimo sistema per evitare gli attacchi della mosca bianca, essendo essa particolarmente mobile.
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