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MUSE – Museo delle Scienze di Trento: un edificio sostenibile per rilanciare il lungofiume

Il nuovo museo delle Scienze di Trento, MUSE, non è solo un edificio sostenibile, ma un intervento urbano progettato per avere un impatto su tutta la città che contribuirà a rivitalizzare una zona dismessa di Trento. Progettato da Renzo Piano è stato consegnato il 29 giugno e aprirà al pubblico nell’estate del prossimo anno, al termine dell’allestimento interno.

MUSE – Museo delle Scienze di Trento: un edificio sostenibile per rilanciare il lungofiume

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Il progetto di Renzo Piano concepisce  un museo di nuova concezione, rivitalizza un ex sito brownfield, nell’area dismessa dell’allora fabbrica Michelin, ex impianto di produzione di pneumatici. La zona è collegata al centro città dal lungofiume di Trento, adiacente al Fiume Adige e l’obiettivo dell’intervento è quello di restituire alla città il suo corso d’acqua, riqualificando l’area tra il centro storico ed il fiume.

Il MUSE rappresenta il primo esempio di un museo che coniuga armoniosamente natura, scienza e tecnologia, senza trascurare l’attualità delle questioni etiche e sociali della nostra vita quotidiana.

Il nuovo Museo della Scienza ricorda il profilo di una montagna. Le forme dell’edificio si ispirano infatti al paesaggio circostante.  Nella zona dismessa della città dove sorge è in atto un intervento di urbanizzazione radicale caratterizzato da una solida attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica, accanto al museo sono in costruzione, infatti, anche una zona commerciale, una zona residenziale e un vasto parco urbano.

Lo stesso museo sarà dotato di un sistema centralizzato di controllo automatizzato per gestire con efficienza ed economicità il riscaldamento e le forniture idriche ed elettriche. Fonti energetiche rinnovabili verranno impiegate in impianti ad elevate prestazioni: sono previsti sistemi di tri-generazione, celle fotovoltaiche e sonde geotermiche.

Serbatoi di acqua piovana, pannelli radianti e lucernari a funzionamento automatico garantiranno risparmio d’acqua, riscaldamento, illuminazione e ventilazione naturale. Materiali rinnovabili come il bambù riveste i piani espositivi, mentre il resto dell’edificio potrà vantare una serie di materiali di origine locale.

Tra gli elementi innovativi del MUSE vi è lo stretto rapporto tra forma dell’edificio e contenuto culturale. La grande hall centrale rappresenta una sorta di piazza coperta che funge anche da itinerario di transito e collegamento con il quartiere residenziale. L’edificio è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti; in alto le grandi falde della copertura, che ne assecondano le forme, rendendole riconoscibili anche all’esterno.

La grande struttura di 21.254 mq prevede una parte espositiva di circa 6000 mq, oltre a una serie di altri spazi destinati agli uffici e ai laboratori interni. Il tema scientifico della montagna e del ghiacciaio è stato affrontato immaginando un serie di spazi espositivi che dal livello più basso salgono via via in altezza fino quasi a “sfondare” la copertura.

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Altro spazio/funzione che definisce l’edificio e la sua forma, è quello della “rain forest”: una grande serra tropicale che in particolari periodi dell’anno potrà relazionarsi con specifici allestimenti espositivi, anche all’esterno, su appositi spazi di pertinenza dove l’acqua, la luce ed il verde, faranno da naturale scenografia all’esperienza del visitatore.

Le funzioni didattiche ed i laboratori per il pubblico vengono collocate in una successione di volumi che, staccati da terra, affiancano il percorso espositivo permettendo di suggerire, per ogni tema affrontato, un approfondimento o un esperienza interattiva. Anche le mostre del museo avranno una missione sostenibile, saranno esaltate le scienze naturali e gli ecosistemi circostanti la città di Trento.

Secondo il sito web del MUSE, le mostre si “uniscono il tradizionale interesse per la storia naturale e la ricerca, comune a tutte le istituzioni di scienze naturali, con particolare attenzione ai temi etici e sociali e di temi di attualità, come l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.”

Il nuovo museo di Trento è un’ulteriore prova di quanto il tema della riabilitazione delle aree e degli edifici dimessi sia in continuo sviluppo e di quanto questo abbia permesso, a molte città europee ed italiane, di ridisegnare e ridefinire ampie parti del loro sistema territoriale; permettendo l’avvio di una riorganizzazione degli assetti urbani, restituendo alla collettività ampie porzioni di territorio aggredito e sfruttato ma anche abbandonato e destinato alla distruzione.

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Tali interventi rappresentano una fondamentale potenzialità di sviluppo economico, sociale ed ambientale, di trasformazione urbana e metropolitana che bisogna valorizzare e favorire nelle amministrazioni pubbliche a livello nazionale.

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