Il 27 febbraio 2012 è andata in scena la prima azione globale contro le multinazionali del cibo ad opera del movimento “Occupy Our Food Supply” (letteralmente ‘Occupare il nostro approvvigionamento alimentare’).
In questa prima giornata mondiale di mobilitazione decine di migliaia di persone, tra cui agricoltori e lavoratori dell’industria alimentare, genitori e studenti, giardinieri urbani e cuochi.
In particolare, puntano il dito contro grandi aziende come Monsanto, Cargill, JBS, i giganti dell’industria delle carni e supermercati del calibro di Walmart, uno dei più gettonati per la spesa alimentare degli statunitensi.
Ma cosa suggeriscono? I fautori di questo movimento puntano a riprendere il controllo su quello che mangiamo, attraverso la coltivazione diretta di orti, il sostegno a piccoli produttori locali, lo scambio di sementi o il recupero di terreni inutilizzati per trasformarli in uno spazio comune da coltivare.
L’obiettivo è quindi quello di contrastare il controllo dell’intero sistema alimentare esercitare dalle multinazionali del cibo che hanno ormai schiacciato le piccole realtà locali di produzione e distribuzione. Questa concentrazione del potere nelle mani di pochi ha conseguenze evidenti: pensiamo, ad esempio, anche sull’influenza crescente che le lobbies riescono poi ad esercitare nella sfera politica o a compromettere l’ambiente ed il clima (come avvenuto per le deforestazioni rese necessarie dalla produzione su larga scala dell’olio di palma).
Seguiremo davvero con molta attenzione questo movimento e vi invitiamo a fare altrettanto.
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