Nuove invenzioni: con UP l’energia la creano i dossi artificiali
L’ultima tendenza della ricerca in ambito di fonti rinnovabili vede per protagonisti oggetti e situazioni del quotidiano che ci paiono apparentemente prive di potenziale energetico. Nel novero degli ultimi arrivati si posizionano i dossi rallentatori, quei rialzi in materiale gommoso posizionati sull’asfalto per costringere gli autoveicoli a ridurre la loro velocità.

Oltre che dissuasori per gli habitué del piede pesante, i dossi ora sono in grado di produrre energia elettrica. Come? Convertendo l’energia cinetica prodotta in frenata dalle auto in riserva elettrica, da mettere a disposizione per la rete. Una scoperta sensazionale ed a impatto zero, merito di un gruppo di giovani ricercatori italiani laureati al Politecnico di Milano e al Politecnico di Rovereto, che si sono organizzati nella società UP, acronimo di Underground Power.
L’azienda, sorta in occasione del “Premio 2Dt Start Cup” indetto dall’associazione Trentino Sviluppo, fonda il suo progetto intorno a un particolare dosso, denominato “Lybra”, in grado di accumulare gli impulsi provocati dal passaggio delle auto e trasferirli con continuità alla rete elettrica, oppure a impianti mirati come quelli di illuminazione stradale.
Nello specifico, il dosso è dotato di una pedana mobile che si abbassa al transito del veicolo provocando l’impulso elettrico. La pedana ha un’altezza di 10 centimetri e può essere anche interrata. Sopra di essa viene poi applicata una copertura, in gomma riciclata da pneumatici, a strisce gialle e nere. Questo garantisce isolamento e impermeabilità al sistema elettrico sottostante ma anche aderenza ai pneumatici del veicolo.
Gli ingegneri di UP hanno avuto un’idea semplice, geniale e si presume redditizia: si è infatti calcolato che posizionando il dispositivo su un tratto di strada dove transitano mediamente 5.000 mezzi all’ora, si potrebbe fornire energia elettrica a 20 appartamenti per un anno.
Con un passaggio di circa 2.000 automezzi (volume di traffico per un tratto urbano di media grandezza) si possono ottenere 20 kWh al giorno, energia corrispondente alla produzione annua di 50 mq di pannelli fotovoltaici, e sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di tre famiglie.
Davvero niente male, rimangono solo da conoscere i dettagli per le spese di installazione, che in ogni caso si possono quantificare in poche migliaia di euro. Lo staff di UP nel frattempo ha già avviato contatti per distribuire il prodotto al di fuori dell’Italia, in Europa, Stati Uniti ed Estremo Oriente. Il futuro potrebbe essere proprio questo, produrre energia dal traffico, visto che non sembra essere possibile eliminarlo!
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Bella idea. Resta soltanto da conoscere i costi/ricavi comprensivi dei costi di manutenzione. Potrebbe funzionare. Il problema è uno soltanto: andrebbero sistemati su strade comunali ( in genere ) e il patto di stabilità non permette neanche ai comuni vistuosi ( con soldi in cassa ) di fare investimenti. L’unica speranza è che Monti si decida a fare un passo avanti con i partner europei, infischiandosene della Merkel.