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Olanda: premio BNA per casa-green dell’anno

E’ proprio vero, l’apparenza inganna. E spesso anche in modo positivo. E’ il caso dell’abitazione della quale stiamo per parlarvi, che all’apparenza sembra una delle tante villette immerse tra gli alberi di un tranquillo paesino olandese; ma in realtà nasconde un grande potenziale ecologico, tanto da meritarsi il premio di casa-green dell’anno.

Olanda: premio BNA per casa-green dell’anno

Parliamo di un’abitazione costruita alla fine del 20° secolo, situata in un piccolo paesino olandese in provincia di Utrecht:  Driebergen. Acquistata di recente da una coppia dopo diversi anni di disabitazione, la casa è stata recentemente riportata al suo splendore estetico originale. Ma soprattutto, è diventata la prima casa olandese a energia-neutrale.

La Opai (One Planet Architecture Institute) ha sviluppato il concetto di energia per la casa, e poi ha chiesto alla società di architetti di Utrecht, la Zecc, di integrare il loro concetto di energia-neutra con un completo restauro ed ampliamento della casa.

L’abitazione è stata estesa nella parte posteriore mediante una stanza di vetro, sormontata da un tetto di cemento contenente tutti i nuovi impianti. Tale estensione contiene cucina, soggiorno e sala da pranzo, ed è stata costruita utilizzando lo stucco dei mattoni schiacciati sottratti alla parte demolita della casa.

La One Planet Architecture Institute ha sviluppato il sistema energetico neutro della casa facendo in modo che tutto il lavoro fatto per l’edificio fosse reversibile e potesse essere eventualmente smontato senza lasciare traccia.

Per tale opera sono stati utilizzati principalmente materiali naturali: le pareti interne sono state isolate con fibra di legno e rifinite con uno strato di intonaco di fango; mentre il tetto di legno originale è stato isolato con il lino, un materiale naturale traspirante comunemente usato con le case costruite per metà in legno nei Paesi Bassi meridionali e in Germania.

I pannelli fotovoltaici solari sono stati fissati sul tetto in modo da preservare l’estetica tradizionale del villaggio. Dunque diremmo in modo discreto. Essi danno molta energia per il funzionamento della pompa di calore, che riscaldano sia il terreno del giardino, sia la casa stessa. Tale fonte di calore serve anche per riscaldare l’acqua utilizzata in casa.

Ma non finisce qui. Nei giorni di sole pieno, l’energia in eccesso viene conservata per la notte, o per i giorni scarsamente o per nulla soleggiati. E se la quantità è elevata, viene addirittura restituita alla rete pubblica.

Infine, molti degli elementi originali della casa, come le finestre, sono stati lasciati intatti e la muratura originale che copre la facciata della casa è visibile anche dall’interno.

Dopo il completamento di questa piccola opera d’arte, gli Architetti della Zecc hanno guadagnato la BNA Building of the Year 2011 per il loro progetto.

Meritatamente aggiungiamo noi. Quando vedremo una tale meraviglia dell’eco sostenibilità in un Paese dove sono permessi gli abusi edilizi, si vuole privatizzare il servizio idrico, si vogliono reintrodurre le centrali nucleari, si inquinano mari e corsi d’acqua, e chi più ne ha più ne metta, come il nostro?

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Luca Scialò

Nato a Napoli nel 1981 e laureato in Sociologia con indirizzo Mass Media e Comunicazione, scrive per TuttoGreen da maggio 2011. Collabora anche per altri portali, come articolista, ghost writer e come copywriter. Ha pubblicato alcuni libri per case editrici online e, per non farsi mancare niente, ha anche un suo blog: Le voci di dentro. Oltre alla scrittura e al cinema, altre sue grandi passioni sono viaggiare, il buon cibo e l’Inter. Quest’ultima, per la città in cui vive, gli ha comportato non pochi problemi. Ma è una "croce" che porta con orgoglio e piacere.

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