Olimpiadi di Londra 2012: saranno veramente green?
Non sono bastati gli appelli, l’impegno promesso e le nobili intenzioni per dar seguito all’ambizioso progetto britannico di trasformare le Olimpiadi del 2012 nell’evento più green del secolo, al contrario: il rischio di multe salatissime è sempre più reale se a Londra l’inquinamento non si ridurrà prima dei giochi olimpici.

Uno dei primi step da compiere per centrare l’obiettivo è la riduzione del 30% – in un mese – del traffico nella capitale. Una mission quanto mai impossibile poiché, nonostante l’ottima rete di trasporti pubblici inglese, sarebbe comunque compromessa dal flusso dei turisti previsto per l’inizio della manifestazione.
Oltre alle multe che il Comitato Olimpico è già pronto a riscuotere, i livelli di inquinamento registrati negli ultimi tempi comporterebbero una spesa di due miliardi e mezzo di euro l’anno in spese ospedaliere e cure mediche.
Londra nonostante i progressi degli ultimi anni è ancora una delle capitali più inquinate d’Europa, stando anche ai dati del rapporto della Olympic Delivery Authority. Le possibili strade per arrivare ad una soluzione del problema vanno dall’utilizzo delle targhe alterne ad ogni altra misura restrittiva per limitare il traffico urbano privato nella capitale. Troppo poco per risolvere una situazione ormai compromessa.
Altra spinosa questione è quella riguardante l’approvvigionamento energetico che inizialmente doveva provenire per il 20% da fonti pulite. Pare, invece, che la percentuale sia destinata a raggiungere solo il 9%.
E concludiamo con l’altro ambizioso obiettivo a tutela dell’ambiente clamorosamente fallito: la quasi totalità dei materiali da costruzione doveva essere riciclato o recuperato per trasformare i giochi in un evento veramente ‘verde’.
Ebbene, del 90% , solo l’1% del materiale edile è stato finora riutilizzato.
Una dura sconfitta per le autorità inglesi e per il sindaco di Londra Boris Johnson?
Uno scivolone che potrebbe costare alla popolazione britannica sanzioni fino a 175 milioni di sterline da parte dell’Unione Europea.
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