L’omocisteina è un amminoacido essenziale che va introdotto con la dieta. I suoi valori sono molto importanti perché, se eccessivamente alti, possono provocare patologie cardiovascolari.
Scopriamone qualcosa di più.
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Si tratta di un amminoacido essenziale, ciò significa che va introdotto con la dieta. I suoi valori, nel sangue e nelle urine, sono molto importanti, perché valori alti possono provocare patologie cardiovascolari. I fattori che la determinano, sono spesso associati ad una dieta scorretta e ad uno stile di vita poco sano.
In linea di massima, la concentrazione nel nostro organismo è legata all’interazione di alcuni fattori genetici e fisiologici, ed in particolare aumenta con l’età. Secondo i dati definiti dall’OMS, può essere tendenzialmente maggiore negli uomini, che sono anche i più esposti alle patologie dell’apparato cardiovascolare, anche più del colesterolo!
Misurarne i valori è importante, poiché può essere un fattore di rischio per possibili malattie cardiovascolari, indipendentemente dalla predisposizione. Lo si fa mediante un semplice esame del sangue.
Ecco i range di riferimento:
Quindi potremmo definire questi, i valori normali; se superati, si parla di iperomocisteinemia.
Il costo dell’esame è di 12 euro e viene effettuato mediante un semplice prelievo del sangue.
Se i suoi valori nel sangue sono bassi, è bene controllare l’alimentazione, che potrebbe essere povera di cibi di origine animale e quindi non assume una corretta quantità di acido folico – vitamina B9 – e di vitamine B6 e B12 .
Inoltre, sarebbe opportuno verificare che il proprio stile di vita sia sano ed equilibrato, facendo attenzione ad alcol, fumo e caffè.
Uno stile di vita scorretto, come ad esempio una carenza di vitamine, il fumo e il consumo eccessivo di alcol, ma anche malattie genetiche quali l’ipotiroidismo, possono provocare un aumento di questa sostanza, al di là dell’aspetto genetico e dell’età.
Inoltre, nella maggior parte dei casi, l’iperomocisteinemia deriva da una carenza di vitamine B12, B6 ed acido folico. Altri fattori determinanti un alto livello nel sangue comprendono l’utilizzo di alcuni tipi di farmaci ed alcune patologie come le sindromi da malassorbimento, le patologie renali e l’omocistinuria.
Per contrastarlo, non resta che seguire acido folico, vitamina B12 e vitamina B6, che facilitano il metabolismo di questo importante amminoacido solforato.
In sintesi, se i valori sono bassi, non c’è un rischio reale, ma va comunque sempre controllata.
Come appena accennato, alcuni farmaci possono causare l’innalzamento del valore totale. Principalmente si tratta di diuretici ed antiepilettici.
In particolare in gravidanza è bene fare attenzione se è alta, perché si è a rischio.
Questo aminoacido è un indicatore di diverse malattie, soprattutto quelle legate al sistema cardiovascolare – come infarto e ictus, ma anche ipotiroidismo, psoriasi e lupus eritematoso sistemico.
La vitamina B9, o acido folico, è fondamentale per le donne in gravidanza, perché tende a proteggere e favorire lo sviluppo dell’embrione.
La vitamina B9, inoltre, è anche fondamentale per la sintesi delle proteine e del DNA, nonché per la formazione dell’emoglobina.
L’acido folico interviene nella sintesi cellulare delle proteine, del DNA e dell’emoglobina. Quest’ultima è indispensabile per trasportare l’ossigeno ai tessuti del corpo.
Ne consegue che l’acido folico è importante per combattere l’anemia.
Contiene zolfo, ricavato da una trasformazione enzimatica della metionina, un altro aminoacido presente in alimenti proteici come i latticini, le carni, i legumi e le uova, ed essenziale nella dieta.
Di norma, il suo quantitativo nell’organismo è limitato, ma se vi sono carenze vitaminiche, la sua quantità può aumentare.
Quando è alta favorisce l’arteriosclerosi, un processo infiammatorio che danneggia le pareti interne delle arterie.
Sfortunatamente, questo fenomeno è asintomatico. Per sfuggirne le rischiose conseguenze, l’unico rimedio è alimentarsi correttamente.
Come? Cibi come carne, uova e pesce possono favorirne l’abbassamento.
Se siete vegani, le verdure a foglia verde vi permetteranno di raggiungere i livelli minimi di acido folico necessari; basta assumerne quotidianamente almeno 5 porzioni.
Gli ortaggi contengono gli stessi livelli di riboflavina e piridossina dei derivati animali, tuttavia, consumando 1 bicchiere di latte al giorno, si garantisce l’introito di vitamina B2, mentre la vitamina B6 è più disponibile nella carne (che però non può essere consumata in eccesso).
Frutta, legumi, latticini e formaggi servono ad ottenere un’ottimale apporto di acido folico e vitamina B12, ma attenzione, è importante che la frutta sia cruda o cotta al vapore.
Alghe, tempeh, germe di grano, lieviti e germogli non vi basteranno, poiché la forma naturale di B12 presente in questi alimenti, è stato provato essere inattiva, e dunque non utile al nostro organismo. In compenso, esistono integratori e alimenti fortificati come latte, cereali e yogurt vegetali, da assumere quotidianamente.
Nel caso degli alimenti fortificati, si parla di 2-3 porzioni al giorno, mentre per gli integratori, è sufficiente una compressa da 10 mcg al dì.
Vanno poi consumati in modo moderato, ma non vanno del tutto esclusi, gli alimenti di origine animale, come la carne, il pesce, le uova, il latte e i derivati.
Una vita attiva, la riduzione del consumo di caffè e di bevande alcoliche, una dieta varia, l’astensione dal fumo, nonché una supplementazione vitaminica mirata (vitamine B6, B12 e folati), possono ridurre i livelli di omocisteina anche in presenza di altre cause.
In supporto alla dieta, è possibile fare affidamento sugli integratori alimentari nella dose quotidiana di 0,5-5 mg di acido folico, che può ridurre del 25% i livelli dell’amminoacido nel sangue.
L’associazione con vitamina B12 contribuisce a una ulteriore riduzione del 7% circa.
In generale, l’acido folico è necessario sia ai bambini che agli adulti per produrre i globuli rossi e prevenire alcune forme di anemia.
L’acido folico viene somministrato per via orale, sotto forma di compresse da assumere in genere una volta al giorno.
L’esame genetico del metabolismo di questo amminoacido è utile per tutte quelle persone che sono interessate a conoscere la predisposizione all’eventuale rischio cardiovascolare.
In caso di fattori genetici sfavorevoli è possibile prevenire i danni, minimizzando tale rischio attraverso un’alimentazione personalizzata, l’assunzione di vitamine e uno stile di vita sano.
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