Oggi andremo a scoprire qualcosa di più sull’onoterapia. Si tratta di una forma di pet therapy che ultimamente si sta diffondendo sempre più anche in Italia. Questa tecnica terapeutica ha come figura centrale quella degli asini, animali calmi, affettuosi e mansueti, perfetti per instaurare una relazione con soggetti che hanno bisogno di sviluppare o recuperare competenze tecniche (cognitive, linguistiche, psicomotorie) e capacità relazionali ed emozionali.
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Definita anche Terapia Mediata dall’Asino, si tratta di una forma di pet therapy in cui l’asino fa da mediatore tra il paziente e il suo terapeuta. Inizialmente diffusa in Francia, Svizzera e Stati Uniti, è una forma terapeutica approdata ormai anche in Italia.
L’asino è considerato un animale particolarmente adatto per finalità terapeutiche per vari motivi. Anzitutto, si tratta di un animale solido che trasmette un senso immediato di sicurezza e affidabilità. Inoltre, è un animale empatico che si lascia accarezzare tranquillamente. È dunque perfetto per entrare in contatto con bambini, anziani e soggetti fragili, in senso generale.
Come già detto, l’onoterapia è una forma di pet teraphy che viene realizzata instaurando un rapporto speciale tra asino e paziente. Non a caso, la parola deriva dal greco ὄνος (“ónos”), che significa, per l’appunto, asino.
Questa forma terapeutica si basa sul concetto di “role reversal”, ovvero, il paziente diventa un soggetto attivo perché è proprio lui che deve prendersi cura dell’asino. Proprio in questo sta la peculiarità dell’onoterapia, rispetto ad altre forme terapeutiche più tradizionali. Il paziente, infatti, viene di continuo stimolato ad interagire con l’animale.
L’onoterapia, per il suo essere, si svolge in luoghi demedicalizzati. In particolare, in luoghi all’aperto, come maneggi e fattorie, e comunque in luoghi dove il paziente ha modo di stare a diretto contatto con la natura.
Si procede per step.
Gli obiettivi fondamentali dell’onoterapia sono volti allo sviluppo e/o al recupero di:
L’onoterapia è utile sia a livello motorio che per scopi educativi e ludico-ricreativi. Rapportarsi con un altro essere vivente diverso da lui, aiuta il paziente a socializzare, aumentando così la propria autostima. Inoltre, si tratta di un modo efficace per controllare le proprie emozioni e risolvere problematiche di disagio affettivo e/o relazionale.
L’asino è, per antonomasia, un animale testardo. E se decide che una cosa non la vuole fare, non c’è verso di fargliela compiere. Di fronte a siffatta situazione, si impara quindi ad affrontare un momento di difficoltà e a gestire il senso di frustrazione.
Infine, i tempi lunghi dell’asino e la lentezza dei suoi movimenti, svolgono un effetto rilassante, riducendo così stati d’ansia e il ritmo del battito cardiaco.
Le caratteristiche dell’asino consentono di agire su vari tipi di disturbi e disabilità. Nello specifico:
Ed ancora, l’onoterapia è indicata anche per quei soggetti che si trovano in condizioni di disagio sociale o che soffrono di:
L’onoterapia sta dando interessanti risultati nei casi di bambini autistici. Per questo, stanno anche aumentando gli studi scientifici volti ad approfondire i benefici.
L’asino, essendo calmo e mansueto, aiuta i bambini affetti da autismo a rilassarsi e a non stare sempre sulla difensiva. Inoltre, rispetto a cani e cavalli, che sono spesso irruenti, l’asino non spaventa il bambino perché è un animale calmo che sa rispettare i tempi della persona con cui sta interagendo. Ed ancora, riesce a sopportare eventuali atteggiamenti “molesti”.
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Fulcro centrale dell’onoterapia è l’asino. Un animale docile ed empatico che possiede specifiche caratteristiche morfologiche ed etologiche che lo rendono adatto per coadiuvare vari processi terapeutici.
A livello caratteriale, l’asino è un animale calmo e statico, paziente e riflessivo. È affettuoso e ama il contatto fisico. In caso di problemi, pericoli o difficoltà, non scappa ma si ferma a riflettere. Nel caso specifico dell’onoterapia, in caso di brusche reazioni da parte di un bambino autistico, non reagisce scappando. Inoltre, l’asino è anche forte, curioso e intelligente, tutte caratteristiche che infondono un senso di sicurezza e tranquillità alle persone assistite.
A livello fisico, poi, l’asino presenta delle caratteristiche particolari, come le dimensioni della testa e degli occhi rispetto al corpo, che favoriscono da parte dell’essere umano un processo di attaccamento, inducendolo a prendersi cura di lui e di altri animali aventi le medesime peculiarità.
Gli asini si prestano per lo svolgimento di varie attività, da fare da terra o in movimento. Le attività più praticate sono:
Sono tutte attività che aumentano l’autostima del paziente, facendolo sentire importante. Inoltre, il contatto diretto con l’animale trasmette un senso di serenità, protezione e accoglienza.
Piccoli percorsi organizzati a mo’ di gimkana possono infine servire per migliorare le dinamiche di gruppo o le attività di inclusione.
Riguardo l’onoterapia, le Linee Guida nazionali hanno stabilito che: «Inserendosi con il suo temperamento tipico nella relazione educativa, il ruolo dell’asino è quello di mediare tra l’utente e le figure educative: sono équipe di lavoro multidisciplinari che si modulano in base all’intervento previsto; come può cambiare anche l’animale, perché non tutti gli esemplari sono adatti a tutti gli obiettivi. Di norma il responsabile del progetto è uno psicoterapeuta o un medico, poi sul campo possono esserci uno psicologo o un educatore professionale, sempre accompagnati dal coadiutore dell’animale: è colui che gestisce l’animale in sede di intervento, si occupa della sua cura e del percorso di addestramento, dell’eventuale trasporto… Altra figura professionale è il medico veterinario responsabile della tutela e benessere animale in stretta sinergia con il coadiutore».
Tutte le predette figure devono essere appositamente formate per la gli Interventi Assistiti con gli Animali e quindi essere riconosciute dal Ministero della Salute.
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