L’ossido di etilene è un gas usato per la sterilizzazione medico-ospedaliera. Fino a qualche anno fa, veniva impiegato anche nell’industria alimentare come addensante. Tuttavia, per le probabili ripercussioni tossiche e dannose che può avere sull’organismo umano, il suo utilizzo è oggi vietato in Europa. Nel biennio 2020-2021, in Italia e in molti altri Stati europei, diversi prodotti alimentari sono stati ritirati dal mercato proprio per la sua presenza. In molti altri Paesi extra UE, però, questo divieto non sussiste. Per questo motivo occorre fare molta attenzione quando si acquistano prodotti di importazione. Dal 2022, alle frontiere vengono eseguiti controlli stringenti sulle importazioni per verificare che siano o meno conformi alle disposizioni legislative europee.
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Noto anche come ossirano, è un prodotto petrolchimico usato nelle industrie alimentari come conservante, ma anche come disinfestante e sterilizzante. Si presenta sotto forma di gas liquefatto senza colore e con un odore etereo al di sopra di 500 ppm. È infiammabile e altamente tossico.
In gergo chimico viene identificato con la formula C2H4O.
Il suo odore dolciastro è etereo, al di sopra di 500 ppm.
Svariati sono i campi di applicazione: dall’industria chimica a quella alimentare, e addirittura in quella bellica.
Vediamo nel dettaglio, alcuni campi di applicazione:
L’esposizione cronica può portare stati di anemia e neuropatie. Da alcuni studi, è emersa l’associazione tra l’uso dell’ossido di etilene con l’aumento di alcune forme di cancro, come linfomi e leucemie, ma anche tumore al polmone, allo stomaco, al cervello e al seno.
Come già accennato, è stata dimostrata una maggior incidenza di alcune forme tumorali in soggetti a costante contatto con questo gas. Nel 1994, lo IARC classificò l’ossido di etilene come agente cancerogeno e mutageno per l’uomo. Ciò è confermato nel Regolamento di attuazione europeo del 22 ottobre 2020, dove l’ossido di etilene viene classificato nella categoria B1 come mutogeno e cancerogeno. L’Afsca (Agenzia federale belga per la sicurezza della catena alimentare) afferma che il pericolo maggiore sta nel rischio cronico.
Per molto tempo è stato impiegato nell’industria alimentare, prevalentemente come decontaminante e disinfestante dai parassiti nei silos e per la conservazione degli alimenti.
Tuttavia, per gli effetti tossici sopra visti, in Europa (Regolamento UE 396/2005) è stato vietato il suo utilizzo a scopo alimentare. Nel medesimo disciplinare sono stabiliti anche i valori soglia per gli alimenti che entrano in Europea da altri Paesi, in special modo, Cina, India, Argentina, Turchia e Paraguay. Entro tali limiti rientra anche il 2-cloro-etanolo, metabolita e sottoprodotto dell’ossido di etilene.
Poiché non si ha assoluta certezza del livello sopra al quale il consumatore è esposto a rischio concreto, sarebbe meglio evitarne in toto l’assunzione.
Gli alimenti con l’additivo E410, contengono ossido di etilene.
Due esempi sono la farina di semi di carrube (E410) e la gomma di guar (E412). Entrambe sono addensanti e stabilizzanti presenti in:
Attenzione anche a tutti i prodotti gluten-free perché spesso lo contengono.
In passato abbiamo assistito al richiamo di gelati prodotti dalla Mars: in particolare, Twix Ice Bar, Bounty Ice Bar ed M&M’s Choco Ice Bar. Di recente, sono entrati nel mirino anche 10 lotti di gelato alla vaniglia del marchio Haagen Dazs, prodotti nello stabilimento di Tilloy Yes Mofflaines, in Francia, e venduti al pubblico nelle confezioni da 460 ml.
Sul sito del Ministero della Salute è possibile trovare l’elenco di vari prodotti (30 circa) richiamati dal mercato italiano. Si tratta principalmente di burger, cotolette e bevande a base vegetale.
Essendo un gas dalle capacità disinfettanti e disinfestanti, il suo impiego avviene principalmente in ambito medico-ospedaliero. L’altra modalità di impiego tradizionale era nell’industria alimentare. Oggi, questa pratica è vietata in Europa.
La sterilizzazione tramite ossido di etilene (EtO) viene utilizzata principalmente per sterilizzare prodotti e strumenti medici che non possono sopportare la tradizionale sterilizzazione ad alte temperature (es. dispositivi con componenti elettronici e imballaggi di plastica). Per tale utilizzo, il gas EtO viene miscelato assieme ad azoto o CO2, con un rapporto di almeno il 3% di gas EtO, per dare origine ad una miscela esplosiva.
A causa degli effetti nocivi dell’EtO sull’uomo, gli ambienti contaminati sono dotati di rilevatori di gas e sistemi di allarme, sia visivi che sonori.
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