Il papavero è un’erbacea fiorifera associata nella tradizione popolare a molti rimedi naturali per favorire il sonno, specie nei bambini. Scopriamone insieme tutte le caratteristiche e le proprietà.
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Il suo nome deriva dal latino ‘pappa’ o ‘papa’, poiché un tempo i semi di papavero venivano uniti alla pappa dei bimbi per facilitarne il riposo. Ancora oggi, in alcune regioni italiane l’infuso di semi di papavero è chiamato ‘papagna’ ad indicare proprio l’oppio misterioso che i nostri nonni usavano per conciliare il sonno.
Il papavero è una delle piante erbacee annuali più conosciute e diffuse nei campi di tutte le regioni italiane, specie in quelli di cereali. Lo si trova anche in aree abbandonate e ai margini di strade e sentieri di campagna. Un tempo era considerato un’infestante ed era chiamato ‘rosolaccio‘ che vuol dire ‘rosa dei campi’ in riferimento al suo aspetto che ricorda vagamente quello della rosa selvatica.
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Oggi, la sua diffusione è in lento declino per via dell’uso sempre più massiccio di pesticidi e diserbanti. Considerate, dunque, che se in un campo di grano o di granoturco non si scorgono i colori sgargianti del papavero, quasi certamente quel campo è stato trattato con sostanze chimiche…
Come pianta officinale, i petali freschi e i semi di alcune specie vengono utilizzati per preparare sciroppi e bevande medicamentose. Il papavero selvatico, ad esempio, ha proprietà sedative e antispasmodiche e se ne usano i petali e le capsule vuote per fare sciroppi e tisane utili in caso di tosse, insonnia e stati di eccitazione nervosa.
A seconda della località e della tradizione popolare, questa pianta viene indicata con nomignoli e termini dialettali che variano di regione in regione e a volte di paese in paese.
In Abruzzo, ad esempio, il nome cambia a seconda della tradizione dialettale di ogni paesino: papagne (Chieti), papàmbele (L’Aquila), papàmbre (Alto Vastese, Gessopalena, Pescasseroli). E ancora: Papavere, papivere, pèpelle, papaina, pupélla, pupille, cingelacastra (Marsica), bellòneche, bionniche (Capistrello)… e così via.
Una curiosità molto particolare è legata allo schioccare del petalo del papavero in fiore. Posto nel pungo della mano e colpito col palmo dell’altra, lo schiocco sarebbe prova di fedeltà e di amore ricambiato. E con il colore dei fiori di papavero si otteneva una tintura rossa che un tempo veniva utilizzata dalle donne per colorare labbra e guance.
Come detto, il papavero è una pianta erbacea annuale che cresce fino a 60 centimetri di altezza. Il fusto è eretto, ramoso, setoloso e produce una sostanza lattiginosa. La pianta produce un bel fiore grande 5-7 centimetri, con 4 petali rosso scarlatto racchiusi inizialmente in una capsula subsferica. La capsula si schiude da maggio a giungo e in alcune regioni anche in agosto e settembre, liberando i petali stropicciati e setosi.
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In Italia esistono 12 specie spontanee, alcune molto rare o in forte declino. Ogni specie si distingue dall’altra per colore, forma e dimensioni. Le più comuni sono:
A questa pianta erbacea sono collegate proprietà cosmetiche, in particolare per cura della pelle e del viso. Il suo maggiore utilizzo in fitoterapia, però, è come sedativo molto efficace per conciliare il sonno. I petali di contengono alcaloidi, sostanze mucillaginose e antocianine che conferiscono il colore rosso ai petali. In erboristeria si utilizzano per le spiccate proprietà narcotiche, calmanti, decongestionanti ed espettoranti.
Si raccolgono in estate durante il periodo della fioritura. Vengono essiccati in un posto ventilato e caldo e riposti in barattoli di vetro scuro o in sacchetti di carta. Quelli comprati in erboristeria invece, devono conservare il color rosso scuro ed essere leggermente umidi.
I semi di papavero, invece, sono ricchi di acidi grassi, proteine, sali minerali e vitamina E. Sono utilizzati come rimedio naturale contro ansia e come cibo antistress, avendo un blando effetto sedativo e calmante derivato dagli alcaloidi, una proprietà che li rende un alleato naturale nelle medicine alternative.
Contengono fitosteroli, che aiutano ad abbassare il colesterolo nel sangue.
I semi di papavero si ricavano dalla pianta del papavero comune o rosolaccio (Papaver rhoeas). Sono di due tipi, neri e bianchi, ma le loro proprietà non cambiano a seconda del colore. Come tutti i semi oleosi, sono una ricca fonte di grassi e proteine ma sono anche una riserva di manganese, calcio, acido linoleico (ovvero Omega 6) e vitamina E.
L’apporto calorico non è indifferente: il loro consumo non è consigliato per chi segua una dieta ipocalorica. Sebbene durante la lavorazione dei semi di papavero la concentrazione di questi alcaloidi venga consistentemente abbattuta, il loro consumo non è indicato per donne di gravidanza, bambini e soggetti con problemi respiratori.
Le parti edibili e medicamentose della pianta, come detto, sono petali e semi. Questi si possono utilizzare sotto forma di tintura madre, infusi, decotti e sciroppi dal potere decongestionante e sedativo.
A proposito di tosse o raffreddore, ecco altri consigli utili:
Nonostante il papavero nostrano e il papavero da oppio appartengono alla stessa specie, quello da oppio è ricco di sostanze pericolose (morfina, codeina e papaverina). Dunque, se l’utilizzo della varietà nostrana può considerarsi innocuo, a patto di non superare i 5-6 grammi di petali al giorno, quello da Oppio no. Nei soggetti sensibili l’uso del papavero può provocare reazioni allergiche o nausea. In tutti i casi, è sempre bene evitare il fai-da-te e chiedere consiglio al proprio medico di fiducia.
In cucina si utilizzano sia le foglie, i semi e i germogli teneri di papavero, raccolti a inizio Primavera. Questi ultimi, sono molto buoni in insalata, con olio e succo di limone. Si abbinano altrettanto bene in misticanza con ad altre erbe di campo spontanee come cicoria, tarassaco e ortica.
Le foglie mature delle rosette basali si cucinano come gli spinaci, magari in abbinamento a bietole selvatiche e profumate con timo, dragoncello, rosmarino, origano, maggiorana ecc. Sempre le foglie cotte possono essere un ottimo ripieno per tortelli e ravioli. I semi di papavero, infine, si abbinano meravigliosamente ad impasti di pizza, pan brioche, pane integrale e cracker.
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