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Tutto sul Parrocchetto monaco: la guida sul bellissimo pappagallo che parla

Caratteristiche fisiche, comportamento e tanti consigli utili sulla nutrizione, su come addestrarlo e altro

Il parrocchetto monaco è un tipo di pappagallo domestico tra i più popolari. Famoso per la sua straordinaria abilità di imitare il linguaggio umano, questo pappagallino si adatta bene a vivere in un ambiente familiare e si diverte a passare il tempo con i suoi proprietari. Molto amichevole, è però anche piuttosto rumoroso, e quindi poco adatto a vivere in un appartamento o con chi è poco tollerante al rumore. Scopriamo un po’ di più su questo volatile chiacchierino.

Tutto sul Parrocchetto monaco: la guida sul bellissimo pappagallo che parla

Parrocchetto monaco, caratteristiche

Il parrocchetto monaco (nome scientifico Myiopsitta monachus) è noto anche come pappagallo quacchero. Lungo, in media, 29 cm, ha un’apertura alare di circa 48 cm. Di media, pesa 110 – 120 gr. Diciamo che, indicativamente, ha la struttura simile a quella di un piccione ma più tozza.

Le femmine tendono a essere un po’ più piccole del maschio.

In genere, i parrocchetti monaci sono di uno sfarzoso verde brillante, con il petto grigio-brunastro. La parte superiore dell’addome è giallo oliva, mentre la regione addominale inferiore, le cosce, la groppa e le copritrici superiori della coda sono verde giallastro.
La coda è lunga e affusolata, verde con del blu al centro, mentre la parte inferiore è verde sbiadito con una base grigio-blu.
Il becco è arancione.

La variazione cromatica, o mutazione, più comune è blu pallido. Si possono comunque trovare anche parrocchetti monaci completamente gialli e addirittura albini.

Sottospecie

Ecco le 4 sottospecie riconosciute del parrocchetto monaco:

  • Myiopsitta monachus monachus: la più grande sottospecie di parrocchetto monaco che si trova principalmente in svariate zone dell’Argentina
  • Myiopsitta monachus luchsi: diffuso nelle diverse regioni delle valli andine della Bolivia centrale, ha un piumaggio molto più chiaro. Le aree inferiori sono di una tonalità gialla più luminosa e il sotto ala più chiaro
  • Myiopsitta monachus calita: piuttosto piccoli, hanno le ali più distintamente blu e la parte grigia della testa più scura. Si trovano a diverse altitudini delle Ande scendendo poi fino al Río Negro
  • Myiopsitta monachus cotorra: complessivamente più luminoso delle altre specie, è diffuso nelle aree che vanno dal Sud-Ovest del Brasile a molte regioni del Río Paraguay, ed anche nei bacini centrali del Paraná e del Gran Chaco.

Parrocchetto monaco blu

Oltre alla descrizione generale sopra spiegata, è bene sapere che sono state prodotte, tramite incroci mirati, razze domestiche dai colori diversi. Ecco perché in circolazione possiamo trovare un parrocchetto monaco blu, ma anche giallo o bianco. Incrocio dopo incrocio, il piumaggio principale verde viene selezionato di colorazione blu, bianca o gialla. In genere, questi uccelli sono più fragili rispetto al classico parrocchetto monaco perché, continuando a fare incroci e selezioni, è possibile che si vadano ad alterare caratteristiche genetiche che potrebbero rendere l’animale più cagionevole di salute e quindi meno longevo.

Quanto può vivere?

In natura può vivere fino a 25-30 anni, ma le aspettative di vita in cattività sono di gran lunga inferiori.

Parrocchetto monaco, origini e habitat

Il parrocchetto monaco è un pappagallo originario del Sud America (Argentina, Brasile, Bolivia, Uruguay e Paraguay) ma, da alcuni esemplari riusciti a sfuggire alla cattività, si sono create numerose colonie anche in Europa. Anche in Italia, specie a Roma, ci sono numerose popolazioni di monaci in varie zone che nidificano nei parchi e viali alberati di eucalipto e lo stesso sta avvenendo in diverse città del Nord Italia. Anche a Molfetta (BA) e in molte altre località costiere, ne esistono colonie molto folte che nidificano e mostrano un’elevata capacità di adattamento al nostro habitat.

È un volatile di pianura, ma si adatta a vivere anche in altri tipi di habitat, come boschi, pianure e foreste. Inoltre, si adatta facilmente anche a quote elevate.

È un animale gregario e infatti, in genere, vive in colonie molto grandi. Piuttosto sedentario, abita nel nido tutto l’anno.

parrocchetto monaco

Cosa mangia?

In natura si nutre di bacche, semi, fiori, frutta, causando anche notevoli danni nei campi di grano coltivati.

Di norma, la sua alimentazione è basata su frutta e verdura. Tra la frutta, prediligere mele, pere, ciliegie, arance, kiwi, melograni, cocco, mango, ananas e fragole. Tra le verdure, non devono mancare carote, asparagi, piselli, peperoni, mais, lattuga, broccoli, zucca, bietole, patate, cavoli e pomodori. Occasionalmente, è possibile dargli anche dei semi. Attenzione in particolare a non esagerare coi semi di girasole perché non fanno bene al fegato.

Durante il periodo riproduttivo si possono anche fornire degli insetti come le camole del miele.
Infine, non deve mai mancare l’osso di seppia ed il mattoncino dei sali minerali.

In commercio, tuttavia, esistono alimenti estrusi molto utili nell’allevamento in cattività dei parrocchetti monaci.

Acqua fresca e pulita deve essere sempre disponibile in ogni momento. Se la qualità della tua acqua di rubinetto non è il massimo, potresti valutare l’uso dell’acqua in bottiglia. I contenitori dell’acqua vanno puliti accuratamente ogni giorno.

Parrocchetto monaco, carattere

La caratteristica comportamentale più evidente e curiosa del parrocchetto monaco è il modo in cui oscilla e scuote la testa. Si tratta infatti di un comportamento naturale esclusivo proprio di questo tipo di pappagallo.

Il Myiopsitta monachus è un animale sociale che apprezza la compagnia degli umani e di altri parrocchetti. Se messi insieme abbastanza presto, un paio di parrocchetti monaci formeranno un legame molto forte tra di loro. Se lasciati soli troppo di frequente, possono diventare depressi e nevrotici. Questi parrocchetti sono tutt’altro che silenziosi. Valutare quindi meno questa peculiarità soprattutto se vivete in condominio.

Quando vengono allevati a mano, i parrocchetti monaci possono diventare affettuosi e abbastanza docili. Se si acquistano esemplari non allevati a mano, con un po’ di pazienza, è possibile addomesticarli successivamente.

parrocchetto monaco

Il parrocchetto monaco parla?

Si tratta di un uccello molto intelligente che impara piuttosto in fretta. Riesce a sviluppare un buon vocabolario e a memorizzare decine di parole e frasi anche complesse. Sia i maschi che le femmine sono in grado di parlare piuttosto bene. La parlata è chiara e può essere compresa facilmente anche dagli estranei. Inoltre, può imitare molto bene la voce umana. Di solito, inizia a parlare verso l’anno di età, ma alcuni esemplari iniziano a parlare anche già a 7 mesi circa di età.

Parrocchetto monaco e tipo di gabbia

È un tipo di pappagallo molto attivo e, pertanto, necessita di una gabbia spaziosa, che misuri almeno 50x50x90 cm. Se è più grande, ancora meglio. Se possibile, posizionare la gabbia in un angolo in modo tale che 1 o 2 lati siano vicini alla parete. Questo darà all’animale un senso di sicurezza. Sistemarla inoltre in un’area ben illuminata e lontana dalle correnti d’aria. La stanza non deve essere né troppo calda né troppo fredda. Inoltre, andrebbe sistemata in una zona della casa frequentata dai vari componenti della famiglia così che l’animale non si senta isolato, ma al tempo, stesso non deve essere un ambiente che gli provochi eccessivo disturbo.

Nella gabbia non dovrebbero mancare posatoi di vari tipi e diametri. Evitare di posizionare i trespoli proprio sopra le fonti di cibo o acqua per evitare che vengano contaminati da feci o altro. Aggiungere inoltre anche diversi tipi di giochi che il parrocchetto può usare per arrampicarsi, masticare etc…, e sostituirli periodicamente quando sono ormai consumati o danneggiati.

Nessuna parte della gabbia né i giochi devono essere in piombo, zinco o vernici a base di piombo. Si tratta infatti di materiali che possono nuocere gravemente alla salute del nostro pappagallo.

Parrocchetto monaco, riproduzione

Pur essendo trattato principalmente come uccello solitario o da allevare in coppia, il parrocchetto monaco, in natura, è in realtà un uccello gregario. La riproduzione, in natura, spesso avviene in colonie, dove più esemplari costruiscono un enorme nido con diversi ingressi separati. Ogni nido accoglie da 5 a 12 uova bianche che si schiudono a seguito di un’incubazione di 24 giorni.

La riproduzione è possibile anche in cattività. Per determinare il sesso e creare alcune coppie, si dovrebbe sfruttare il test del DNA.

Come riconoscere un parrocchetto maschio?

In genere, il sesso del parrocchetto si può identificare tramite la “cera” che si trova sulle narici dell’uccello. A seconda dell’età del volatile, questa cambia colore. Se il volatile è maschio, avrà una “cera” blu o viola; se è femmina, avrà invece una “cera” rosa o marrone. Se il pappagallino non ha ancora compiuto l’anno di età, la “cera” sarà violacea o rosa brillante nel caso dei maschi oppure bianca nelle femmine.

Oltre alla “cera”, ci sono poi altri metodi per capire se il vostro uccello è maschio o femmina. Basterà ad esempio osservare alcuni comportamenti.

Il maschio, ad esempio, tende ad ondeggiare la testa su e giù molto più della femmina, e picchietta con il becco la gabbia. Caratterialmente è più giocoso e socievole e giocoso. La femmina risulta piuttosto aggressiva durante la fase della riproduzione mentre è più calma e silenziosa nella fase fertile.

Inoltre, il maschio è molto più rumoroso della femmina. Infatti, può cantare o cinguettare anche per molto tempo. La femmina, tra l’altro, emette suoni poco delicati, quasi versi arrabbiati. I maschi, dal canto loro, apprendono molto più facilmente quando gli si inizia a parlare insieme.

Comunque sia, per essere certi del genere del parrocchetto, la soluzione più sicura e definitiva consiste nel portarlo dal veterinario che saprà stabilirne il sesso con certezza tramite il test del DNA.

Quanto dorme?

Per questo tipo di pappagallino riposare è fondamentale. Necessita infatti di almeno 10-12 ore di sonno. Essendo un animale molto intelligente, durante il giorno – anche in base a determinate condizioni di vita – produce cortisolo, ovvero l’ormone dello stress, che viene smaltito soltanto con un’adeguata dose di riposo.

Se il pappagallo dorme male, o non a sufficienza, avrà un comportamento nervoso durante il giorno.

La sera, è preferibile sistemarlo in un posto della casa buio e non frequentato così da non essere disturbato. Per garantire la qualità del sonno, si potrebbe anche coprire la gabbia parzialmente, magari con un asciugamano, lasciando una piccola parte scoperta in modo tale da far circolare l’aria.

Come si addestra?

L’addestramento di questo tipo di pappagalli dipende sia dal parrocchetto stesso che dalla capacità della persona che lo vuole addestrare. Anzitutto, è importante sapere che, per addestrare un pappagallo, servono tempo e tanta pazienza. Vediamo quindi ora qualche utile consiglio da tener presente:

  • prima di cominciare a provare ad addestrarlo, aspettare qualche giorno affinché si abitui alla nuova casa e al nuovo ambiente
  • una volta adattato, bisogna guadagnarsi la sua fiducia
  • sistemare la gabbia in un luogo della casa frequentato così che si abitui alla presenza dell’uomo
  • parlagli utilizzando un tono di voce pacato e gradevole
  • non gridare
  • evitare di spaventarlo facendo movimenti bruschi
  • per farlo salire sul dito, provare ad attrarlo con una caramella

Una volta che avrete ammansito o addomesticato per le funzioni basilari il vostro pappagallo, potrete cercare di insegnargli anche qualche altra abilità, come farlo venire a chiamata o farlo entrare e uscire dalla gabbia su comando.

parrocchetto monaco
Attraverso incroci mirati, allevatori sono riusciti a selezionare parrocchetti anche di colori diversi.

Parrocchetto monaco, malattie

I problemi di salute più comuni del parrocchetto monaco sono i comportamenti distruttivi, come l’autodeplumazione, la malattia del fegato grasso che è associata a una dieta ricca di grassi, ossia basata principalmente su semi e noci, e l’ipertensione.

Quando un pappagallo mostra segni di malattia, va portato immediatamente dal veterinario, che sia preferibilmente un medico con esperienza nei pappagalli.

Parrocchetto monaco, prezzo

Il prezzo è variabile e dipende molto sia dalle selezioni che dal rivenditore. Si possono trovare parrocchetti monaci a 50,00 ma anche a 130,00 euro. Alcune selezioni possono addirittura superare i 190,00 euro.

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Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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