La Parrotia persica è un alberello che viene coltivato nei giardini privati e anche in aiuole pubbliche e parchi cittadini a scopo ornamentale grazie al colore acceso del suo fogliame, che in autunno assume dei bellissimi colori dal rosso, al giallo all’arancio. Insomma, è una pianta che si fa notare! Non è particolarmente diffusa, ma chi la sceglie, non se ne pentirà. Scopriamo come prendercene cura.
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La chioma ha forma arrotondata con delle belle foglie accese e il fusto ricoperto di corteccia liscia. Anche in inverno rallegra il giardino grazie alla fioritura a partire già da febbraio.
Di grandi dimensioni, circa 10-15 m di altezza e 10 m di larghezza, il suo tronco può arrivare a superare il metro di diametro.
Si tratta di un bel albero decorativo, utilizzato nei giardini pubblici preferibilmente come pianta isolata o in aiuole ornate da altre piante perenni, per rallegrare e dare colore alla composizione.
La principale caratteristica è il colore che non è determinato solo del fogliame, ma anche da fiori e frutti, e varia secondo la stagione.
Insomma, un alternarsi di colori che rendono questo albero perfetto per il giardino ed i parchi cittadini. L’unica limitazione è la sua dimensione imponente, che la rende difficile da inserire negli spazi ristretti.
Appartiene alla famiglia delle Hamamellidaceae, alla quale appartengono varie specie di piante latifoglie di origine asiatica.
La più nota in Europa è appunto la pianta caducifoglia chiamata Parrotia persica, chiamata anche ironwood persiano. Difatti è originario dell’Iran settentrionale e dell’Arzerbaijan meridionale, ed è un autoctono di quei territori.
La specie arrivò in Europa dopo una spedizione alpinistica avvenuta intorno al 1830 in Arzerbaijan. In quell’occasione furono scoperte nuove specie di flora e fauna di un territorio fino ad allora semi-sconosciuto.
Esistono varie specie:
La Parrotia Persica si coltiva sia in giardino sia nel parchi per un unico scopo, quello ornamentale.
Ma oltre ad essere decorativa, questa pianta rustica è davvero facile da coltivare e mantenere in salute a lungo.
Ecco alcuni consigli per la sua coltivazione.
La pianta vive in tutti i terreni, anche se predilige terreni freschi e leggermente acidi che esaltano i suoi colori autunnali. Cresce bene anche nei terreni calcarei ma in questo caso il fogliame tenderà ad avere colori più usuali.
Per garantire una crescita rigogliosa si consiglia di preparare un terreno ricco di materia organica, di medio impasto e drenante. Non teme il gelo, ma interrarla al riparo dalle correnti d’aria fredda.
Non è particolarmente diffusa, ma è consigliata come pianta decorativa in tutti quei giardini dove la manutenzione non è frequente.
Infatti viene venduta a zolle, una volta interrata in posizione soleggiata, ha veramente bisogno di pochissime cure. Il sole le favorirà una colorazione vivace del fogliame.
Resiste a lunghi periodi di siccità accontentandosi della sola acqua piovana. In estate però se il clima è particolarmente secco meglio annaffiarla almeno ogni 15 giorni.
In inverno, non ha bisogno di essere bagnata in quanto è in grado di accontentarsi dell’acqua piovana.
Attenzione prima di annaffiare controllare se il terreno è umido: se così fosse, non sarebbe necessario dare altra acqua, perché teme il marciume radicale.
Se la pianta necessità si può concimare concime organico specifico per piante verdi, due volte all’anno, in primavera e in autunno.
Il concime deve essere applicato alla base della pianta e deve contenere i tre elementi chimici fondamentali:
Il suo portamento è cespuglioso. Non raggiunge dimensioni superiori ai 15 m e di solito di espande sia in larghezza che in lunghezza in egual misura.
La potatura ha la funzione di controllarne le dimensioni. Va eseguita prima della comparsa delle foglie, per definire una forma arrotondata della chioma e far crescere più foglie nuove.
Bisogna inoltre eliminare i rami secchi e quelli spezzati dal vento.
La moltiplicazione avviene per seme all’inizio della primavera. In questo periodo viene messa a dimora in una bella buca larga e profonda, in terreno ben drenato e lavorato a fondo.
La pianta rustica è forte e resistente. Non soffre gli attacchi di insetti e parassiti o l’infestazione di specie fungine.
Il vero timore arriva invece dall’umidità del terreno. Teme il marciume radicale dovuto ad eccessiva irrigazione del terreno, che può portare alla sua morte.
Soffre anche i venti invernali, che possono far seccare le sue foglie e rendere la chioma sofferente.
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