Mangiare sano

Per la scienza un cibo vale l’altro: allora perché bio è meglio?

I risultati del recente studio pubblicato sugli Annals of Internal Medicine dai ricercatori della Stanford University sono chiari: non ci sono prove evidenti che il cibo biologico sia più nutriente di quello comune. I cibi tradizionali e i cibi biologici hanno identico valore nutrizionale, entrambi soddisfano il fabbisogno vitaminico. E persino la contaminazione batterica risulta pressoché la stessa.

Per la scienza un cibo vale l’altro: allora perché bio è meglio?

Ma allora? Possiamo tornare a fare la spesa senza preoccuparci di quello che mettiamo sulla nostra tavola e soprattutto nel nostro stomaco?

La ricerca si basa sulla comparazione tra cibi coltivati biologicamente e cibi lavorati in maniera convenzionale. Ciò che interessa i ricercatori è il prodotto in quanto tale, finito e venduto. Non è materia d’indagine quel che sta dietro tale prodotto, ovvero come viene realizzato.

FOCUS: Agricoltura biologica: cos’è la lotta biologica e perché è meglio

Quando facciamo la spesa non stiamo semplicemente acquistando una merce ma implicitamente acquistiamo, e quindi giudichiamo non nocivo per il nostro corpo, un modello produttivo. Che fa bene alla salute.

Infatti l’agricoltura e l’allevamento che rispettano la fertilità del terreno, la biodiversità, le stagioni ed i tempi di rinnovamento naturali, daranno prodotti oggettivamente più sani e adatti all’animale uomo rispetto alle produzioni industrializzate. Queste infatti stravolgono i ritmi di vita della natura e utilizzano pesticidi e ferticlizzanti chimici, antibiotici e sementi brevettate, ambiguamente dannosi per noi.

Un apporto vitaminico superiore o uguale a quello del cibo comune non è il motivo alla base dell’acquisto biologico e la ricerca di Stanford evidenzia che non è neppure la verità. Chi acquista bio invece considera il ‘valore aggiunto’  direttamente fornito dalla natura e non da agenti esterni.

Oltre alla salute umana, va anche considerata la salute della terra. Per riuscire a sostenere il peso di 7 miliardi di persone, si deve optare per un’agricoltura che rispetti i ritmi naturali, i tempi di rinnovamento dei terreni, la variazione delle colture, e prediliga la qualità alla quantità.

Ciò è possibile solo tramite coltivazioni prive di sostanze chimiche e anche con allevamenti non intensivi. Attraverso il biologico non saremo più forti ma più sani sia noi che il nostro pianeta.

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Roberta Bartocci

Laureata in biologia, è una nutrizionista di lunga data attiva sul suo sito vegcoach.it, esperta di cucina vegetariana ma soprattutto vegana e di cucina naturale.

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Un commento

  1. La ricerca ha evidenziato che non ci siano differenze, quindi continuare a dire che dia prodotti “oggettivamente più sani”, oltre ad essere falso, è disinformazione.
    Discorso diverso se si parlasse di ciò che possa accadere al terreno dove avvengono le coltivazioni.
    Ma continuare ad insistere sul fatto che i cibi siano più sani è una enorme bugia.

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