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Per Wikileaks pericoloso il programma nucleare cinese: in programma 50 reattori con tecnologia obsoleta

Wikileaks scopre le carte nucleari della Cina. L’informatore più contestato a livello planetario, che ha litigato di recente pure con i vertici del quotidiano inglese Guardian,  ha svelato che la nuova potenza mondiale ha tanta fame di nucleare.

Per Wikileaks pericoloso il programma nucleare cinese: in programma 50 reattori con tecnologia obsoleta

Tanta ingordigia che – pur di produrre energia – vuole costruire cinquanta nuovi (ma vecchi, tecnologicamente parlando) reattori nucleari. Vecchi perché vuole utilizzare la tecnologia anni sessanta (quella di Fukushima, per intenderci). Insomma sicurezza di approvvigionamento energetico con insicurezza ambientale.

Un programma da realizzare entro il 2020 con una tecnologia superata ma a basso costo e più veloce per poter arrivare al più presto a produrre energia nucleare. Insomma, Fukushima-style. Business is business come si legge nelle comunicazioni degli ambasciatori statunitensi, che spiegano questa scelta con l’imperativo economico.

Scelta che i preoccupati americani temono possa aumentare la possibilità di nuovi, potenti e distruttivi incidenti nucleari. La tecnologia scelta da Pechino, la CPR 100, sarebbe meno sicura di quella di Nuova Generazione. Almeno secondo gli americani che hanno anche un interesse economico a promuovere le loro tecnologie, fatto non secondario).

La notizia era conosciuta dagli americani già dal 2008, quindi  prima del crash di Fukushima, ma i cinesi vogliono continuare su questa strada e sottolineano la sicurezza della loro scelta. Impossibile non avere dubbi anche perché Pechino – pur avendo fatto ingenti investimenti sulle rinnovabili – è poco attenta al rispetto ambientale. Come dimostra e conferma la sua politica di non rendere noto e di annacquare i dati che riguardano l’inquinamento atmosferico.

Anche questo lato della politica di Pechino viene segnalato da Wikileaks che riprende le informazioni degli americani in Cina. In particolare i cinesi non misurano o meglio non comunicano l’alta concentrazione delle polveri sottili, secondo gli americani dieci volte oltre gli standard fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Insomma la tutela della salute e la difesa dell’ambiente non sembra essere tra le priorità della potenza asiatica.

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