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Perché non creare orti urbani anche sui tetti? Ci pensa CityScape Farm

Chi l’ha detto che vivendo in una grande città si debba per forza rinunciare al piacere di coltivare un orto?
Basta solo reinventarsi gli spazi ispirandosi ai tetti verdi e pensare a delle soluzioni alternative ed è quanto a riuscito a fare un giovane di New York, Mike Yohay, fondatore della CityScape Farm.

Perché non creare orti urbani anche sui tetti? Ci pensa CityScape Farm

Grazie ad una importante esperienza nella foresta pluviale in Costa Rica, Yohay ha avuto modo di  apprezzare i vantaggi legati all’agricoltura biologica. Da qui l’idea di realizzare delle serre sui tetti dei palazzi metropolitani al cui interno poter coltivare i prodotti di stagione per il consumo della popolazione in loco. Per realizzare il progetto è stato messo a punto un sistema denominato acquaponico, capace di sfruttare i principi dell’acquacoltura (cioè la coltivazione di pesce) e dell’agricoltura idroponica.

Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta: l’agricoltura idroponica è la coltivazione delle piante senza suolo, dove al posto del terriccio si utilizza acqua piovana o acqua dei corsi d’acqua. In questo caso però l’acqua che verrebbe utilizzata deriva dal sistema di acquacoltura, quindi l’acqua in cui vengono allevati i pesci. Si tratterebbe pertanto di un’acqua arricchita di fertilizzante naturale e appositamente depurata mediante filtri. Essendo un sistema a circuito chiuso, l’acqua delle piante alla fine ritorna nella vasca dei pesci.

Confrontando le tecniche di coltivazione tradizionale con quelle acquaponiche, si osservano tutta una serie di vantaggi: minor consumo di risorse idriche, assenza di pesticidi e produzione a km zero.

In questo modo non solo si ottimizzeranno gli spazi, ma si ridurrà notevolmente l‘impatto sull’ambiente, rendendo la città più autosufficiente. Avete idea di quanti gas di scarico in meno avremmo eliminando il problema del trasporto delle merci dalle campagne alla città?

Una immagine di un prototipo di CityFarm

Installando una serra sul tetto, si creerà inoltre un maggiore isolamento termico per l’edificio, che consentirà una riduzione dei consumi per il riscaldamento e una riduzione dell’esposizione del tetto agli agenti atmosferici.

L’azienda punta alla costituzione di una rete di franchising, di modo che si possa diffondere capillarmente la moda degli orti urbani.
Avremo cibo fresco e genuino, risparmieremo sui costi di produzione e coloreremo di verde tutti questi tetti grigi!

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Alessia

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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2 Commenti

  1. Salve,

    anche in Italia l’Acquaponica è diventata una realtà. Sabato 18 febbraio la nostra società ha presentato ufficialmente il primo impianto di Acquaponica italiano realizzato all’interno di un capannone industriale. In questa occasione sono stati presentati al pubblico anche i primi kit casalinghi acquaponici finalizzati all’hobbistica e alla piccola coltivazione di erbe commestibili e piante da fiore. Reportage fotografico su http://youtu.be/5aERD7dDwcw

  2. Articolo interessante. Vorrei però segnalare che esperienze del genere sono presenti anche in Italia.
    Vedi, ad esempio, il progetto realizzato dall’associazione ceriss emilia romagna, in collaborazione con il comune di Bologna e la facoltà di agraria.
    E’ possibile vedere un breve video all’indirizzo http://youtu.be/hmtgUA3wuCc

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