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Pericolo gas di scisto: peggio del carbone!

Sembrava di aver trovato l’”alternativa pulita” ai classici combustibili fossili e di essere arrivati finalmente ad una svolta nella salvaguardia dell’ambiente grazie ad un maggiore controllo delle emissioni, ma dalla Cornell University arriva la smentita: il gas di scisto non è poi così “pulito” come sembrava.
I ricercatori della Cornell sottolineano che la perforazione idraulica necessaria per l’estrazione del gas determinerà una produzione di gas serra superiore a quella del carbone già nei prossimi due decenni. L’affermazione mette in crisi il mito del gas naturale come  “tesoro pulito”, che risulta, anzi, quello a più alto impatto ambientale tra i tre combustibili fossili.

Pericolo gas di scisto: peggio del carbone!

Il gas di scisto,  se sul lungo termine porterà  ad effetti negativi paragonabili a quelli del carbone, sul breve termine avrà effetti anche peggiori a causa del notevole riscaldamento prodotto dal metano al suo primo rilascio in atmosfera durante la fase di perforazione.
Questa dichiarazione sconcerta i politici americani che avevano previsto investimenti a supporto dell’utilizzo del  gas naturale come soluzione alla crisi energetica.

Lo studio dei ricercatori della Cornell University sarà pubblicato a breve sulla rivista Climatic Change; da quanto trapelato ad ora sembra che lo studio asserisca che: “L’impronta ecologica per il gas di scisto è superiore a quella per altri gas convenzionali o per il petrolio su qualsiasi orizzonte temporale, ma in modo particolare oltre i 20 anni…. Le maggiori emissioni dal gas di scisto  si verificano al momento della perforazione dei pozzi- non appena il metano fuoriesce durante il flusso di ritorno dei fluidi- e durante l’estrazione conseguente alla frattura”.

Purtroppo sembra che la smentita sia arrivata troppo tardi e che l’ amministrazione Obama abbia dato il nulla osta per la pratica della perforazione dei pozzi per l’estrazione del gas, pubblicizzandolo inoltre come il combustibile del futuro, tanto che sembra che da qui al 2035 il 45% del fabbisogno energetico sarà soddisfatto, dagli USA, utilizzando questa fonte.
Ma oltre alle emissioni di gas serra, il gas di scisto, determina anche potenziali emissioni di sostanze tossiche e radiazioni che si disperdono nell’acqua potabile e nei corsi d’acqua locali.

Le indagini sono in continua evoluzione e giorno dopo giorno sembrano portare alla luce nuove potenziali minacce legate alla  perforazioni per l’estrazione del gas di scisto; ora non resta che sperare  che la Casa Bianca prenda in considerazione questi risultati  per rivolgere i propri investimenti e la propria attenzione verso le reali fonti di energia pulita.

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