Molti dei Paesi in via di sviluppo sono situati attorno alla linea equatoriale e sono quindi accomunati dalla presenza di un clima caratterizzato abbondante presenza di luce solare e da piogge frequenti.
Nonostante la grande disponibilità di due risorse così importanti, le condizioni di vita di queste popolazioni sono spesso ai limiti della sopravvivenza e sono ancora pochi gli investitori che riescono a far fruttare in modo pulito e onesto le ricchezze offerte da quei territori. Semplicemente, il più delle volte manca tutto il resto (istituzioni, legalità, tecnologia, forza lavoro specializzata) per uscire dal circolo vizioso del sottosviluppo.
Partendo da questi presupposti, la società di consulenza di design NOS, fondata da Agustin Otegui Saiz, ha progettato Photoflow, un apparecchio unico che riesce a raccogliere l’acqua piovana e insieme a catturare i raggi del sole.
Photoflow si compone di 8 moduli fotovoltaici di forma triangolare che si uniscono a formare un ottagono con una pendenza di appena 3 gradi.
L’acqua scivola sui pannelli e poi finisce in un serbatoio dopo essere stata filtrata. I pannelli sono rivestiti di una superficie anti-riflettente che riduce al minimo la perdita per il fenomeno della luce riflessa. C’è anche una nano pellicola repellente per evitare l’accumulo di sporcizia che andrebbe a ridurre l’efficienza del fascio di luce.
Un tappo di chiusura su un lato consente le operazioni di pulizia, manutenzione e sostituzione delle varie componenti. I serbatoi sono composti di polietilene e hanno una capienza pari a 400 litri di acqua.
All’interno sono dotati di uno speciale rivestimento che consente di tenere a bada la proliferazione di funghi e batteri, di modo che l’acqua resti potabile.
Quindi con un solo apparecchio ogni famiglia potrebbe assicurarsi la giusta quantità di energia elettrica e di acqua. Attualmente i progettisti sono in cerca dei finanziamenti necessari per iniziare la produzione di serie della loro idea.
Photoflow occupa poco spazio e potrebbe rappresentare una soluzione economica ma soprattutto green per aiutare tutte quelle popolazioni che nel terzo millennio devono ancora fare i conti con la povertà e l’emarginazione sociale.
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