Un tripudio di colori e profumi, un prezioso scrigno colmo di quelle unicità che caratterizzano lo Stivale, un patrimonio di biodiversità che si nasconde lungo i sentirti di campagna, nei prati, nei campi e perfino in città, in ambienti a volte ostili: stiamo parlando delle piante italiane endemiche, che da oggi sono raccolte in un grande atlante.
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Si tratta di specie endemiche, cioè che crescono crescono spontaneamente da nord a sud della nostra penisola. Sono tante, anzi tantissime, al punto che per contarle, catalogarle e classificarle tutte c’è voluto uno studio di 4 anni conclusosi recentemente con la pubblicazione di un volume prezioso: il primo atlante delle piante italiane endemiche, un progetto coordinato dal Dipartimento di biologia dell’Università di Pisa in collaborazione con alcuni botanici del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino Italiano.
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Lo studio, comparso sulla rivista specializzata Phytotaxa, rappresenta la prima mappa delle piante spontanee ‘autoctone’ censite nel Bel Paese dagli esperti durante le ricerche iniziate nel 2009 e non ancora del tutto completate.
Sono 1.371 le specie ritenute ‘uniche ed endemiche’, vale a dire il 19% della flora nazionale, e la metà di questa si concentra al centro-sud, soprattutto in Sardegna, Sicilia, Calabria, Toscana e Abruzzo. Alcune di esse, inoltre, crescono solo in aree del paese molto ristrette, caratterizzate da micro-climi particolari. È il caso del ‘Lino di katia’, una specie erbacea spontanea molto rara che cresce solo a ridosso del monte Manfriana, all’interno dell’area del Pollino.
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Con la definizione di un atlante completo e dettagliato, indispensabile per la conoscenza del territorio e la tutela della biodiversità, sarà finalmente possibile approfondire la conoscenza delle specie autoctone e avviare di programmi mirati per la salvaguardia di quelle varietà particolarmente rare o a rischio estinzione.
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