Piante e fiori

Alcune piante urticanti per l’uomo e gli animali che dovete conoscere

Quali sono e quali precauzioni prendere, specie se avete animali domestici

Le piante urticanti sembrano a prima vista del tutto innocue, eppure possono essere davvero sgradevoli, per non dire pericolose anche al minimo contatto. Se ingerite, alcune sono addirittura tossiche e possono mettere a serio rischio la vita di persone e animali domestici.

Alcune piante urticanti per l’uomo e gli animali che dovete conoscere

Come se non bastasse la loro presenza è largamente diffusa nei prati, giardini e sentieri di casa nostra, quindi è molto facile imbattercisi. Ecco perché è importante saperle conoscere, riconoscere ed evitarle accuratamente. Vi proponiamo una guida completa con i consigli utili per riuscirci e per proteggere la nostra salute e quella dei nostri amici a quattro zampe.

Piante urticanti per l’uomo

Guardare. ma non toccare: è questa la prima regola del buon senso quando ci imbattiamo in una pianta urticante. Certo, riconoscerle non è sempre facile, ma con le giuste precauzioni e qualche informazione utile, è possibile evitare sgradevoli ‘incidenti’ di percorso, molto frequenti nella bella stagione.

SCOPRI: Rimedi naturali per allergie alimentari

Tra reazioni allergiche, dermatiti pruriginose, dermatiti da contatto, la lista delle conseguenze che può provocare il contatto anche accidentale con una di queste piante è davvero infinita. Ed altrettanto lungo è l’elenco delle piante urticanti diffuse nei nostri prati e giardini.

Abbiamo selezionato per voi 5 piante urticanti per l’uomo più comuni e facili da incontrare durante una gita fuori porta o una semplice passeggiata nel parco. Ecco di quali si tratta:

Panace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum)

Pianta di origine caucasica introdotta in italia dagli inglesi a scopo ornamentale. La linfa prodotta da questa pianta provoca nell’uomo ustioni della pelle, arrossamenti, eruzioni cutanee estese, bolle o vesciche che possono sfociare in lesioni anche permanenti. Ancora più pericoloso il contatto con gli occhi che può indurre addirittura la perdita permanente della vista.

Ad innescare simili reazioni sono i furocumarinici contenuti in tutte le parti (aeree e non) della pianta. Le manifestazioni cutanee sarebbero accelerate dai raggi ultravioletti, quindi se di viene in contatto con questa pianta è molto importante proteggersi immediatamente dal sole. In Italia si trova in Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria occidentale, Lombardia settentrionale, Veneto e Trentino.

Aconito napello (Aconitum napellum)

Tanto bello e incantevole quanto pericoloso per l’uomo. Ecco una pianta dalle fattezze ammalianti e ingannatrici che può davvero rappresentare un pericolo mortale per la nostra salute. Basti pensare che è una delle piante erbacee più tossiche della flora italiana.

E’ diffusa sopratutto nelle zone alpine ma viene coltivata nei giardini per i bellissimi steli fioriti di lilla e viola intenso che è capace di regalare.

La colpa, in questo caso, è dell’aconitina, una sostanza velenosa che può scatenare reazioni violente in tutto il corpo anche in piccolissime quantità. Si va dalla paralisi cardiaca al vomito, diarrea, crisi respiratoria e, nei casi più gravi, coma e morte.

Bosso (Buxus sempervirens)

Leggere il nome di questa pianta nell’elenco delle piante urticanti potrebbe suscitare qualche perplessità. Eppure, il bosso è potenzialmente pericoloso sia per uomini che per animali. Ad essere precisi, tutte le parti del bosso sono velenose nonostante sia una delle varietà più coltivare per creare siepi, aiuole e muri verdi. Molto diffuso nelle zone alpine e appenniniche dove cresce anche spontaneamente, il bosso è ricco di alcaloidi, fra cui la bussina, estremamente tossici che possono provocare vomito, problemi gastrointestinali e dermatiti.

pianta urticanti bosso
Anche il bosso è da annoverare tra le piante urticanti.

Ailanto (Ailanthus)

Il contatto con i fiori e le foglie di questa pianta è responsabile di violenti rush di dermatite allergica. Considerando, poi, che è un’infestante non è difficile imbattersi in intere distese urticanti di ailanto. A molti di noi il nome non dirà niente, ma la conosciamo tutti benissimo. Si tratta di una specie arbustiva che si è adatta perfettamente al nostro clima e anche agli ambienti antropizzati più impensabili.

La si scorge facilmente sui marciapiedi, lungo i binari dei treni e negli spazi incolti. Alcuni esemplari possono raggiungere altezze notevoli. A molti è nota anche con il nome di ‘Albero del Paradiso’ ed è diffusa nei giardini di tutta Italia anche come pianta ornamentale.

Ortica (Urtica dioica)

Vi siete mai chiesti perché le foglie dell’ortica pungono e irritano la pelle? All’interno della peluria che avvolge le foglie e i rami di questa pianta è racchiuso un liquido contenente diverse sostanze, tra cui istamina, serotonina e acido formico. Sono queste sostanze a determinare l’effetto urticante dell’ortica.

Quando entriamo in contatto con le parti aeree della pianta, i peli dell’ortica rilasciano queste sostanze azionando una sorta di meccanismo di difesa. Il risultato è la fastidiosa puntura che avvertiamo sulla pelle e le altrettanto sgradevoli manifestazioni cutanee che vediamo comparire subito dopo… Fortunatamente, per quanto fastidiose, le punture di ortica sono abbastanza innocue.

Piante urticanti per i gatti

Dopo aver parlato di piante velenose per i gatti, vediamo quali sono le piante urticanti che possono nuocere al nostro micio e come comportarsi in caso di contatto.

Molte delle piante che troverete in elenco sono di uso comune nelle nostre case. Eppure, provocano irritazioni nel tratto gastrointestinale dell’animale possono generare rossore, infiammazioni, prurito e sintomi anche più gravi. La sintomatologia varia in funzione della quantità ingerita o del tempo in cui il gatto è rimasto in contatto con le parti urticanti della pianta.

Ciclamino

Il comune ciclamino è pericoloso per il nostro micio. La parte più tossica, però, è la radice quindi è sufficiente prestare attenzione a che il gatto non scavi in giardino o nei vasi e venga a contatto con occhi e musetto con l’apparato radicolare della pianta.

piante urticanti
Ciclamino: è una pianta urticante per i gatti.

Lilium

Qui la tossicità varia a seconda delle varietà.  Quelle più pericolose per i gatti sono il  Tigre, l’Asiatico o l’Easter.
In caso di ingestione occorre correre immediatamente nel pronto soccorso veterinario più vicino.

Narciso

Anche il narciso, nonostante sia un fiore dall’aspetto meraviglioso e apparentemente innocuo, può essere tossico, sia per uomini che per animali. Nel gatto, in particolare, provoca  irritazione della pelle e schiuma/bava.

Mughetto

Un altra pianta fiorifera deliziosa e profumata quanto pericolosa per il nostro amico peloso. L’ingestione e il contatto con questo fiore provoca nel gatto vomito, diarrea, scompensi cardiaci e irritazioni violente.

Tulipano

Un altro insospettabile illustre che rientra a pieno titolo nella lista delle piante pericolose per cani e gatti. Anche i tulipani presentano livelli di tossicità da non ignorare. La tossicità di questa pianta aumenta man mano che ci si avvicina al bulbo. I primi segni di avvelenamento sono bava, prurito, aritmia e difficoltà respiratorie.

Piante urticanti per i cani

Nella nostra guida alle piante velenose per i cani abbiamo illustrato alcune delle erbe e piante più pericolose per la vita del nostro amico a 4 zampe. Eppure, occorre fare attenzione anche alle varietà presenti in questo elenco. Nono sono mortali, ma possono scatenare delle reazioni gravi, specie se non curate tempestivamente.

  • Calta palustre: genera dermatite da contatto nel cane e in altri quadrupedi.
  • Croton: è tossica nelle foglie e nel fusto. I sintomi del contatto con queste parti della pianta sono febbre, eczemi, vomito, coliche e diarrea.
  • Dafne: provoca bruciore alla bocca, convulsioni e diarrea
  • Monstera: il contatto causa dermatiti, edemi a labbra e lingua, ipersalivazione, emorragie gengivali.
  • Stella di Natale: la sostanza lattiginosa prodotta dalle foglie rosse può provocare irritazione oculare, cheratiti, lacrimazione, congiuntivite, stomatiti, vomito.
  • Erba medica: può causare dermatiti.

Consigli utili

Se non avete la possibilità di recarvi subito da un veterinario, tenete a mente questi consigli pratici:

  • Rimuovete eventuali parti della pianta ancora in contatto con il gatto
  • Lavate l’animale con acqua tiepida e sapone neutro
  • Portate con voi una parte della pianta dal veterinario

Piante urticanti marine

Anche in mare, purtroppo, il pericolo di venire in contatto con delle piante urticanti resta in agguato. Nel Mediterraneo la minaccia principale è rappresentata dalla cosiddetta alga tossica (Ostreopsis ovata), una microalga che vive sopra le comuni alghe da scoglio.

Essendo molto piccola non si vede facilmente, ma quando fiorisce diventa molto sgradevole.

La sensazione che provoca il contatto con le sostanze rilasciate dalla fioritura di questa alga è simile alla puntura della medusa. La sensazione immediata è di bruciore e prurito inteso, accelerata dall’acqua calda e il sole. Essendo trasportate anche dagli spruzzi d’acqua e dalle correnti, inoltre, le tossine possono essere anche inalate e venire a contatto con le mucose di occhi, naso e bocca. I sintomi più gravi sono:

  • difficoltà respiratoria
  • tosse
  • vertigini
  • febbre
  • nausea
  • vomito
  • diarrea
  • bruciore agli occhi.

Niente paura: tutto passa in 24 o 48 ore in modo spontaneo. Ad ogni modo è bene allontanarsi dalla riva, sciacquare bocca, naso e occhi con acqua dolce e portarsi in luogo riparato dal sole e ventilato.

Piante urticanti rimedi

Se avete la sfortuna di venire in contatto con una pianta urticante, la prima cosa da fare è evitare in tutti i modi di grattare la pelle irritata. Questo aumenterà il bruciore e potrebbe provocare delle lesioni sull’epidermide che potrebbero infettarsi.

Se l’irritazione è particolarmente e fastidiosa si possono praticare impacchi di acqua fredda, tiepida o acqua  e amido che è in grado di lenire prurito e arrossamento. Se i sintomi non regrediscono spontaneamente nel giro di 24-48 ore è bene rivolgersi ad uno specialista.

Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Pulsante per tornare all'inizio