Simbolo di fortuna e abbondanza, la Pilea peperomioides spopola su Instagram ed è ormai onnipresente in tantissimi uffici ed appartamenti privati. Per la forma perfetta delle sue foglie ed il portamento elegante, costituisce quasi un oggetto di design più che una pianta. Oltre ad essere così bella ed originale, è davvero molto semplice da curare. Ma andiamo a conoscerla più da vicino.
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Soprannominata “pianta delle monete cinesi”, la Pilea peperomioides è una pianta originaria dell’America del sud e dell’Asia. Il curioso soprannome fa riferimento alla particolarissima forma delle sue foglie, perfettamente tonde proprio come delle monete.
Si tratta di una sempreverde succulenta perenne appartenente alla famiglia delle Urticaceae.
La Pilea peperomioides ha portamento cespuglioso ed è dotata di un robusto apparato radicale. Vediamo meglio le sue caratteristiche:
Fiorisce in primavera. I fiori, piccoli e bianchi, hanno comunque uno scarso valore ornamentale. A rendere davvero interessante la Pilea sono le sue particolarissime foglie.
Molto semplice da curare, è una delle piante perfette per uffici e per le case anche di chi non ha il pollice verde.
Ecco i parametri basilari da conoscere per farla vivere al meglio.
Dalla ripresa vegetativa e fino alla fine dell’estate si consiglia di concimare la Pilea peperomioides ogni 15 giorni con un concime liquido specifico per piante verdi, diluito nell’acqua di irrigazione.
Il concime deve presentare il giusto apporto di macroelementi come fosforo, azoto e potassio, nonché una minima quantità di microelementi quali ferro, magnesio, rame, zinco e manganese.
La Pilea peperomioides si riproduce in maniera spontanea per seme (la cosiddetta autosemina) ma può essere propagata facilmente anche mediante talea.
Ecco come fare. Con un attrezzo ben affilato e disinfettato, staccare un rametto sano e vigoroso. Quindi metterlo a radicare in un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali.
In alternativa, è possibile effettuare una propagazione ancor più rapida, facendo radicare la talea di ramo tramite la coltura idroponica. In questo caso basterà mettere il rametto a radicare in un vaso contente acqua. Già dopo pochi giorni vedrete spuntare le radici. A quel punto, trasferite la nuova piantina in un piccolo vaso con del terriccio soffice e ben drenato.
Ecco invece un metodo di moltiplicazione agamica molto semplice tramite il quale è possibile ottenere nuove piante di Pilea già cresciute ed identiche alla pianta madre. Il procedimento è davvero molto semplice. Staccate i polloni stanno alla base della pianta madre ed interrateli subito in un piccolo vaso di terracotta con terriccio soffice e fertile.
La Pilea va rinvasata ogni anno, nel mese di marzo o di aprile, utilizzando un vaso sempre un po’ più grande del precedente. Usare terriccio fertile misto a un po’ di sabbia per favorire il drenaggio dell’acqua di irrigazione.
Sistemare sul fondo del vaso dei sassi abbastanza grossi o dei pezzi di coccio in modo da evitare il marciume radicale.
La Pilea peperomioides è una pianta rustica che resiste bene all’attacco dei più comuni parassiti come afidi e cocciniglie.
Talvolta la muffa grigia o la ruggine attaccano le foglie. Per quanto riguarda le malattie fungine, teme il marciume delle radici.
Purtroppo si tratta di una pianta difficile da trovare nei classici garden center. L’ideale è avere qualche amico o parente che ne possiede già un esemplare e procedere alla moltiplicazione come spiegato più sopra.
In alternativa, la soluzione più comoda è l’acquisto online. Su Amazon o sui portali specifici di giardinaggio si trovano facilmente sia le pianta in vaso che le confezioni di semi.
La Pilea Peperomioides è una delle cosiddette piante “pet friendly”. Non è tossica né per l’uomo né per cani e gatti.
Nel linguaggio dei fiori rappresenta una pianta che porta fortuna, denaro ed abbondanza a chi la possiede.
La Pilea venne scoperta nei primi anni del ‘900 in Cina, nella provincia montuosa dello Yunnan. Numerosissimi sono i suoi soprannomi. Nei Paesi anglosassoni è detta anche “Chinese money plant”, “Pancake plant”, “Pannenkoenplan” e “lefse plant”.
E’ infine nota anche come “Pianta del missionario” perché fu proprio un missionario norvegese che, nel 1946, la introdusse in Europa, prevalentemente in Norvegia e Scandinavia.
Ed infine, ecco alcune schede monografiche su piante e fiori:
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